Metti una domenica sera a cena con i peli sui faccioni del vecchio Faccia a Faccia di Giovanni Minoli su La7

Caro Giovanni Minoli, quanto sia vecchio il tuo nuovo Faccia a Faccia su La7 l’ho scritto nel live tweeting della prima puntata.

Nel frattempo le cose non sono migliorate e anche gli ascolti dicono che il programma non è indispensabile.

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Il flop su Rai 3 del Rischiatutto di Fabio Fazio: era già scritto ad aprile

il postino (o piccolo post)

Ad aprile, mentre le due serate evento del Rischiatutto di Fabio Fazio su Rai 1 facevano il 30% di share, scrivevo su Twitter

“Rischiatutto doveva rimanere un’icona degli anni ’70. Oggi è solo l’ennesima figurina per l’album dei ricordi di Fabio Fazio. Due palle! La storia di Mike Bongiorno non meritava questa scimmiottatura del suo Rischiatutto firmata Fazio e Rai1. Fabio Fazio vuole spiegare ai giovani cos’era Rischiatutto: oltre che presuntuoso si sta dimostrando un cattivo maestro. Il problema non è la versione vip ma il format giurassico. L’unico colpo di scena sarebbe se prendesse un colpo a Fazio. Rischiatutto 30% su Rai1 con De Filippi e Fiorello. A ottobre su Rai3, un vecchio quiz con concorrenti sconosciuti in prime time: 15% max? Se Rischiatutto è così forte perché @RaiUno ad ottobre non lo piazza al sabato contro #tusiquevales ? Ma davvero la Rai pensa di proseguire con questo tristissimo ritorno al futuro chiamato Rischiatutto? Rischiatutto già è noioso di suo ma con la conduzione di agonia Fazio mi deprime. Non è un programma di contenuto è una specie di Ti lascio una canzone con dei bambinoni che ripetono nozioni a memoria. In una Italia che doveva controbattere il ’68, la Rai tirò fuori il monumento al nozionismo. Il nozionismo acritico e senza approfondimento di Rischiatutto, nel 2016, è roba da Rai disEducational. Fatte queste due puntate celebrative è solo una follia a spese degli abbonati riproporre questo strazio di quiz. Dopo i fuochi d’artificio delle due serate evento dovrebbe ritirarsi da vincitore e tornare nel cassetto dei ricordi tv” (da @carotelevip del 22/4/16).

Ad ottobre, la prima puntata su Rai 3 ha fatto il 13.8% di share. Nella seconda ha perso 3 punti di share scendendo al 10.9%. Ora, se un semplice blogger tv è così lungimirante, perché non lo sono anche i dirigenti della Rai? 

Luciano Rispoli e la lezione televisiva di Parola mia: una eredità culturale da non disperdere

Luciano Rispoli è di diritto nel Pantheon dei padri nobili della televisione italiana. Con lui scompare uno dei simboli della Rai dei tempi d’oro, la Rai che ha fatto scuola di tv e che soprattutto faceva una gran bella tv. Fare un confronto tra la tv che faceva Rispoli e quella di oggi significherebbe mancargli di rispetto.

Lui la difendeva la tv, soprattutto da chi la criticava con atteggiamento da snob. Come tutti i padri nobili lascia una pesante eredità a chi saprà coglierla riguardando la sua carriera iniziata con una palestra obbligatoria per chi voleva fare tv: la radio.

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La Domenica In 2016/17 di Pippo Baudo: ormai la frittata è fatta, si può solo aggiustarla per non farla sembrare tv del XX secolo

Caro direttore di Rai 1 Andrea Fabiano, quando ho visto la conferenza stampa in streaming della Domenica In 2016/17 di Pippo Baudo ti ho scritto su Twitter: “ci sono tutti gli elementi per fare un ottimo show”. Si perché avevate annunciato uno show e invece nella prima puntata mi sono ritrovato Pippo Baudo che faceva 3 interviste inframezzate da 3 mezze canzoni.

Che tirasse un’aria da tv del XX secolo l’ho capito dalla copertina dell’ anteprima. La voce fuori campo dell’ottantenne Pippo Baudo che diceva “Signore e Signore dal Teatro 18 di Cinecittà va ora in onda Domenica In”. Il pensiero è subito andato a Maurizio Costanzo che lo diceva l’anno scorso. Poi la copertina si è materializzata. Roba da tv delle origini con la grafica di Carosello e gli spezzoni di presentazione degli ospiti, lunghi e datati.

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La Rai sottovaluta la Social Tv: il caso di Rai 2 e “l’eccesso di pudore” su una scena di How to get away with murder

Cara presidente della Rai Monica Maggioni, la Rai 2 diretta da Ilaria Dallatana ha fatto una brutta figura in tutto il mondo perché venerdì scorso ha trasmesso in prima serata la serie Le regole del delitto perfetto (How to get away with murder) tagliando la scena di un bacio tra due uomini, Connor, uno dei protagonisti della serie, e quello che poi diventerà il suo fidanzato.

Nell’era della social tv questo errore è diventato planetario.

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Il ritorno di Pippo Baudo a Domenica In. Rai, il domani comincia ieri

Caro Pippo Baudo, non esulto perché la Rai Radio Televisione Italiana ti ha ridato la conduzione di un tuo programma storico come Domenica In, come non ho esultato l’anno scorso perché lo ha affidato alle cure di Maurizio Costanzo facendo un flop clamoroso. Che Rai 1 abbia bisogno di richiamare Pippo Baudo per ridare una identità a Domenica In è la prima grande sconfitta del nuovo direttore Andrea Fabiano.

Il rispetto per la tua storia professionale non è in discussione. Quello che è in discussione è la capacità di un direttore di rete di trovare un’idea nuova per il contenitore della domenica pomeriggio della prima rete televisiva italiana.

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Basta annunciatrici: la Rai elimina un simbolo della sua storia e della tv educata

Caro direttore generale e amministratore delegato Rai Antonio Campo Dall’Orto, la Rai cancella gli spazi dedicati agli annunci fatti dalle annunciatrici e così facendo cancella uno dei suoi marchi di fabbrica.

La figura dell’annunciatrice tv è paragonabile al cavallo di Viale Mazzini.

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Antonella Steni dimenticata dalla Rai: sarebbero bastati dieci minuti su Google per buttare giù un bel pezzo in ricordo dell’attrice

Caro Paolo Limiti, chissà, forse dovremo aspettare il tuo ritorno con un programma in Rai per vedere ricordare e celebrare come si deve i grandi dello spettacolo italiano che ci lasciano.

Il 18 gennaio scorso è morta Antonella Steni e la Rai “se l’è dimenticata” come scrive Mariano Sabatini su La Città Quotidiano:

“E’ un fiume ininterrotto sulla mia pagina pubblica Facebook e su Twitter di commenti, tra rimpianto e indignazione, per la scomparsa passata sotto silenzio da Rai e giornali dell’attrice-cantante Antonella Steni. Non una riga, non un misero speech ai Tg per la diva radiotelevisiva degli anni Cinquanta e Sessanta di tante scenette, parodie, imitazioni, scioglilingua in coppia con Elio Pandolfi: altro fenomeno, purtroppo quasi del tutto dimenticato da questa televisione dalla memoria a corrente alternata (da La Città Quotidiano Teramo del 2/2/2016, articolo di Mariano Sabatini).

L’idea che mi sono fatto è che la Rai non se l’è dimenticata Antonella Steni; in Rai per me non c’è più nessuno che sa chi è stata Antonella Steni per lo spettacolo italiano (cinema e teatro) e per la Rai (radio e tv).

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