Domenica In di nonna-bis Mara Venier: tre tweet di Caro Televip sulla puntata del 22 gennaio 2023

A Domenica In su Rai 1 si celebra Gina Lollobrigida parlando dei problemi giudiziari tra il suo assistente ed i suoi parenti. La Rai, oggi.

Nonna-bis Mara Venier con la puntata di oggi di #DomenicaIn dedicata alla diatriba giudiziaria tra i parenti di Gina Lollobrigida ed il suo amico-assistente si è guadagnata sui social un sentiment negativo che sarà difficile da digerire per i vertici di Rai 1.

Quello che ha fatto oggi Domenica In nel blocco dedicato a Gina Lollobrigida è l’esempio di come la Rai sia tale e quale alla TV commerciale. Chi da anni lo scrive non è il problema. Il problema è chi come Stefano Coletta e Mara Venier fa questa pessima tv.

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Ballando con le stelle 2022: un thread partendo dal “caso Montesano”

Come annunciato da Alberto Matano a #lavitaindiretta stasera a #BallandoConLeStelle si parlerà del “caso Montesano”. Una @RaiUno di servizio pubblico inizierebbe il programma con una breve motivazione della squalifica da parte della conduttrice.

Dopo le scuse da parte della Rai e della conduttrice, una @RaiUno rete ammiraglia del servizio pubblico passerebbe allo show, cercando di fare solo un talent show vip sul ballo. Lo farà? Non credo. Credo invece che cavalcheranno il “caso Montesano”.

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La “annuncite precoce” di Amadeus su Sanremo 2023 mentre il Governo è costretto a dare un bonus di 200 euro a più della metà degli italiani

Il Tg1 diretto da Monica Maggioni ieri, 20 giugno 2022, ha ospitato in studio e dato ampio spazio ad Amadeus conduttore e direttore artistico del 73° Festival della Canzone Italiana che si terrà dal 7 all’11 febbraio 2023.
Amadeus come sua consuetudine usa il Tg1 per centellinare gli annunci delle anticipazioni sul Festival. Solo che quest’anno anziché iniziare a dicembre ha iniziato a giugno: 7 mesi prima dell’inizio della manifestazione.

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A Verissimo 19 minuti di “Tina e Gemma di Uomini e Donne che litigano”: il punto di non ritorno di Silvia Toffanin verso la tv trash

Cara giornalista professionista Silvia Toffanin, nella puntata domenicale di ieri di Verissimo su Canale 5, hai ospitato Tina Cipollari e Gemma Galgani due delle protagoniste del cast di Uomini e Donne di Maria De Filippi.

Dopo i 6 giorni del teatrino politico-parlamentare che ha portato alla rielezione di Sergio Mattarella al Quirinale, il teatrino di Tina e Gemma è stata una boccata d’aria televisiva positiva. Che meraviglia vedere le due nemiche create da Maria De Filippi parlarsi una sull’altra dicendosi sempre le stesse cose in un crescendo di ridondanze lessicali elementari. È proprio vero che da vecchi si torna bambini. Pardon, non solo da vecchi.

Anche tu che sei una giovane giornalista professionista, non più di primissimo pelo, ieri sembravi una bambina. Le tue risatelle a commento delle battute delle due contendenti, sembravano quelle di una bambina davanti alle sue bamboline animate che le rispondono a comando.

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Rai Sport: ok i giornalisti interni ce li dobbiamo tenere fino alla pensione ma almeno si potrebbe lavorare sulla scelta dei collaboratori esterni per averne di migliori?

Caro direttore di Rai Sport Auro Bulbarelli, in tutta la Rai ministeriale spicca per incapacità di rinnovarsi la testata sportiva che dovrebbe brillare per dinamismo e adeguamento ai linguaggi e ai tempi che anche il giornalismo sportivo dovrebbe raccontare. Rai Sport soffre di una lunga ed inesorabile corsa all’involuzione aggravata da una inamovibilità strutturale ad esclusione delle carriere e degli scatti di carriera di cui giustamente usufruite come ogni altro ministeriale.

Da quando la concorrenza nel libero mercato dei diritti televisivi vi ha messo in un angolo, le condizioni in cui versa Rai Sport si notano solo nelle ormai rare volte in cui vi capita di avere dei grandi eventi sportivi da raccontare. I vostri competitor nei 365 giorni televisivi non hanno un minuto di pausa perché devono raccontare minuto per minuto il campionato di calcio di Serie A, la Champions League, la Europa League, la Formula 1 e la MotoGp. Voi di pause invece ne avete da vendere e quando riuscite ad acquistare i diritti di un evento come il Campionato europeo di calcio 2020, mi aspetto che le tante energie accumulate vi facciano emergere come una grande testata giornalistica con una tradizione di eccellenza. Ma puntualmente riuscite a deludere ogni mia più ottimistica aspettativa.

Caro direttore di Rai Sport Auro Bulbarelli, la responsabilità del livello raggiunto da Rai Sport non è certo tua. Prima di te, decine e decine di direttori della Rai ministeriale non hanno saputo rilanciare la testata. Quello che da telespettatore appassionato di sport mi lascia perplesso seguendo il racconto che state facendo degli Europei di calcio, non è tanto vedere all’opera i dipendenti Rai inamovibili fino alla pensione come Enrico Varriale, Alessandro Antinelli, Sabrina Gandolfi, Paola Ferrari, Simona Rolandi e, ultimo ma ultimo, Marco Lollobrigida.

Quello di cui non riesco a capacitarmi è che la dirigenza Rai non scelga almeno dei collaboratori esterni che facciano fare alla testata un salto non dico nel futuro ma almeno nel presente. Caro direttore di Rai Sport Auro Bulbarelli, da abbonato Rai sto vivendo una situazione kafkiana nel tentativo di seguire gli Europei di calcio sulla Rai. I programmi in studio sono di una noia e di un vecchiume indescrivibile e a ciò contribuiscono in maniera significativa “gli esterni” come Marco Tardelli, Domenico Marocchino, Luca Toni, Alessandro Altobelli, Claudio Marchisio che sembrano usciti da un museo delle cere più dei giornalisti ministeriali Rai. Ma è sulle telecronache che il mio grido diventa un grido di dolore perché farei già fatica a seguirle attraverso il racconto delle prime voci di Rai Sport ma mi diventa impossibile seguirle a causa soprattutto dei contributi delle seconde voci, ovvero, i collaboratori esterni che dovrebbero fare la differenza in meglio. Così non è.

La seconda voce Antonio Di Gennaro, accoppiato ad Alberto Rimedio per la telecronaca delle partite della Nazionale, è quanto di più anonimo si possa ascoltare in riferimento al calcio. La seconda voce Bruno Giordano, accoppiato a Giacomo Capuano, è la quintessenza dell’insignificanza contenutistica. I suoi momenti migliori sono quando riesce a ripetere per filo e per segno una azione che abbiamo appena finito di vedere. Spesso però non gli riesce nemmeno quello perché, nel tempo che lui impiega per raccontare quello che abbiamo appena visto, i calciatori sviluppano almeno altre due azioni decisamente più interessanti non fosse altro che sono in itinere e non passate. La coppia Dario Di Gennaro e Andrea Agostinelli riesce a farmi venire il mal di testa anche se la ascolto solo per un minuto vista la densità e la velocità delle frasi che riescono a pronunciare in quel piccolo spazio che diventa lunghissimo se hai l’ardire di tentare di resistere ad ascoltarli. Della coppia Luca De Capitani-Manuel Pasqual posso solo dire che il sonno che ti fanno venire è una certezza.

Caro direttore di Rai Sport Auro Bulbarelli, ma c’è una coppia la cui seconda voce mi indispone al punto di costringermi a rinunciare a seguire le partite di squadre di alto livello come Germania, Francia e Portogallo: è Katia Serra che avete affiancato a Stefano Bizzotto. L’unica seconda voce femminile si distingue perché parla, parla, parla, distraendomi dalla partita. Lei non può fare a meno di invadere la telecronaca in modo debordante come se stesse parlando in un talkshow e non durante un evento sportivo in diretta. La pagate per il numero di parole che dice? Katia Serra, è un mio sentire, non è la “novità femminile” che fa la differenza con le pessime seconde voci maschili. Il senso della misura dovrebbe essere la prima qualità di chi fa la seconda voce durante una telecronaca sportiva e lei invece non ha nessuna misura: è troppo quello che dice, è troppo come lo dice, è troppo il tono da professoressa che usa.

Caro direttore di Rai Sport Auro Bulbarelli, guardando Euro2020 la situazione di Rai Sport è sotto gli occhi e nelle orecchie di tutti. Non siete capaci di fare un racconto moderno. Non c’è un’idea nuova. Non c’è storytelling. Sempre le stesse facce ministeriali. Sempre la stessa retorica del giornalismo sportivo del ‘900. E c’è sempre l’incapacità di cercare all’esterno le professionalità in grado di superare questa crisi strutturale della testata.

Da abbonato Rai mi chiedo cosa ho fatto di male per vedere ed ascoltare questi conduttori, telecronisti, seconde voci, commentatori, opinionisti, intervistatori e bordocampisti che Rai Sport ha schierato per raccontare il Campionato europeo di calcio Euro 2020.

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Le domeniche della Rai 1 di Stefano Coletta ripartono dall’oroscopo di Paolo Fox.

Nonna-bis Mara Venier annuncia al Tg1 che la prima puntata di Domenica In del 2021 avrà come “cuore” l’oroscopo di Paolo Fox “che ci dirà come andrà l’anno”. La Rai 1 di Stefano Coletta è questa roba qui e non una serata-evento sulla danza con Roberto Bolle.

C’è tempo per… nel day time estivo del mattino di Rai 1 condotto da Beppe Convertini e Anna Falchi. Tre tweet di Caro Televip.

Beppe Convertini dice alla moglie di Drupi, Dorina, di apprezzare molto il suo coraggio di avere da donna i capelli bianchi. Caro direttore di Rai 1 Stefano Coletta, io non apprezzo il tuo coraggio di mandare in onda questo conduttore.

Il collegamento con Mal non funziona e Anna Falchi fa questa battuta: “Si sente mal”. E la accompagna con una sonora risata di autocompiacimento. La Rai 1 estiva di Stefano Coletta ha picchi a livello asilo.

Sto guardando C’è tempo per… e l’idea che mi sono fatto è che la scrittura e la qualità della conduzione non sono delle priorità dei programmi della Rai 1 di Stefano Coletta.

Domenica In condotta da nonna Mara Venier durante il lockdown Covid-19: la puntata del 10 maggio 2020 nel live tweeting di Caro Televip

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Massimo Gramellini, la tv buonista che non fa bene alla tv

Massimo Gramellini è un po’ il Checco Zalone del giornalismo italiano ma non credo ne possa raggiungere il quoziente intellettivo. Alle scuole elementari ho ascoltato pensierini più complessi, profondi e significativi dei suoi. E Rai 3 gli affida un programma per parlarsi addosso. Boh e pure mah. Nella mia televisione ideale sarebbe a casa a guardarla e non a farla, la televisione.

Anno Rai 2019: su Rai 1 torna Miss Italia. La scelta anacronistica della direttrice Teresa De Santis

Cara direttrice di Rai 1 Teresa De Santis, difficilmente passarai alla storia come direttrice della più importante rete televisiva italiana nemmeno dopo aver preso la decisione di ripresentare il concorso di bellezza femminile Miss Italia dopo che nel 2013 l’allora direttore Giancarlo Leone l’aveva messa tra le cose televisive di cui la rete ammiraglia Rai poteva, e soprattutto doveva, fare a meno.

È perfino inutile stare a dire quanto siano anacronistici questo genere di concorsi. Non mi interessa che ci sia anche il corrispettivo maschile.

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