Bruno Vespa che critica Silvio Berlusconi perché avrebbe dovuto amare la Rai: un ottimo motivo per non acquistare Sale, zucchero e caffè (Mondadori editore)

Caro Bruno Vespa, il tuo libro di Natale 2013 s’intitola Sale, zucchero e caffè (Mondadori editore) è non ha certo bisogno di una spintarella promozionale, quindi gliene do una per non essere acquistato. Questa mattina l’ho sfogliato in libreria e, il destino ha voluto che si aprisse nel punto in cui fai una critica a Silvio Berlusconi sul suo rapporto con la Rai Radio Televisione Italiana. Riporto questo brano perché credo che da solo possa qualificare il tuo libro non meramente come un libro di memorie ma come un’opera che non ha nulla da invidiare alle pagine della grande letteratura italiana.

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Amici di Maria De Filippi entra nella giusta dimensione; quella di Real Time Tv.

Cara Maria De Filippi, nessuno mi toglie dalla testa che la scelta di trasmettere su Real Time Tv la fascia quotidiana di Amici (dal 13 gennaio 2014), sia dettata solo da un motivo: il programma a quell’ora ormai non faceva più gli ascolti necessari a rimanere in palinsesto su Canale 5. Il limone che finora avete spremuto non vi dà più il prezioso succo e sono rimaste solo le gocce. Forse più che di limone è meglio parlare di maiale di cui, secondo l’antico adagio contadino, non si butta via niente. Così, tu e Mediaset, vi siete improvvisamente accorti che sul digitale terrestre ci sono tante emittenti di “editori terzi” a cui potete vendere parti del maiale che non va più bene per la vostra salumeria. Il tutto condito da entusiastici comunicati stampa e dichiarazioni. 

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Mediaset chiude Radio Belva dopo la prima puntata: il pubblico tradizionale di Retequattro lo apprezzerà

Caro direttore di Retequattro Giuseppe Feyles, hai sospeso Radio Belva dopo la prima, terribile, puntata. A Mediaset preferite non usare il termine chiusura perché l’orgoglio professionale ve lo impedisce e vi costringe a trasformare un errore grande come una casa in un errore “di messa a punto” per cui dovete “tornare ai box”. L’uso della metafora da formula 1 mi ha fatto ridere almeno quanto le vostre dichiarazioni ufficiali.

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Giancarlo Scheri ha due sogni per il futuro di Canale 5

Caro direttore di Canale 5 Giancarlo Scheri, un direttore di rete dovrebbe essere giudicato per quello che manda in onda e non dalle interviste che rilascia. Ma io da telespettatore che ha un giudizio negativo su quello che mandi in onda, cerco nelle tue interviste un motivo per cambiare opinione in attesa dei fatti. Purtroppo, l’intervista che hai rilasciato ieri a Maria Volpe del Corriere della Sera, non mi fa migliorare il giudizio su Canale 5 e sulla programmazione sotto la tua direzione.

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Notiziari Mediaset, per PdL e PD un esempio di compattezza da seguire

Caro direttore di TgCom 24 Alessandro Banfi, per tutta la giornata di ieri hai trasmesso una serie di servizi confezionati dalla redazione politica che hanno raccontato la assoluta compattezza del PdL dopo l’ultimo vertice di Arcore e l’assoluta conflittualità all’interno del PD dopo le dichiarazioni di Massimo D’Alema a favore di Matteo Renzi. Tutto vero riguardo al PD; tutto falso riguardo al PdL.

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Alfonso Signorini testimonial del valore storico di Canale 5

Caro vice presidente Mediaset Pier Silvio Berlusconi, ho visto solo pochi istanti della prima puntata di Studio 5, quelli in cui l’ospite Gerry Scotti diceva al conduttore Alfonso Signorini che gli sarebbe piaciuto condurre Studio 5. Il conduttore Signorini si è accasciato in una delle sue poco eleganti risate ed io ho cambiato canale. E’ vero, nutro poco interesse per i programmi televisivi che celebrano la televisione ma Studio 5 dovrei vederlo perché racconta la storia di Canale 5 che è un po’ anche la mia storia e di tutti quelli che avevano 16 anni quanto il logo del Biscione è apparso per la prima volta sui teleschermi italiani a livello nazionale.

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La giornata di Banfi: TgCom24 mette lo slow-motion

Caro Alessandro Banfi, nel valzer dei direttori delle testate Mediaset a te hanno dato la rete all-news TgCom24 che, dopo un avvio particolarmente dinamico, è andata via via spegnendo i bollenti spiriti e la tua nomina conferma che il dinamismo non sarà una priorità della rete. In più mettiamoci che per essere una rete all-news bisogna investire sui mezzi e sugli inviati da mandare in giro per l’Italia ed il mondo. In piena crisi economica, Mediaset è costretta a ridimensionare le redazioni giornalistiche e anche il progetto iniziale di TgCom24 ne risente come testimonia il comunicato stampa dei giornalisti Mediaset che hanno scioperato il 17 giugno scorso:

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