Da non fan di Fabio Fazio dico che per la Rai perdere lui, il format ed il suo gruppo di lavoro è un indebolimento aziendale superiore alla perdita di un AD. In più, dopo la difficoltà iniziale che avrà sul Canale Nove (come accaduto a Maurizio Crozza), la Rai perderà il pubblico che continuerà a seguire Fabio Fazio.
Un concorrente in ascesa come Discovery Warner è in grado di rosicchiare audience ad una rete come Rai 3 che con Che Tempo Che Fa poteva contare su un titolo forte, consolidato, riconoscibile e affidabile. Fabio Fazio non è più quello che ha fatto flop su La7.
Caro co-founder and Ceo di Netflix Reed Hastings, Netflix ha messo a segno il colpo di telemercato dell’anno strappando la produttrice e showrunner Shonda Rhimes alla Abc dove negli ultimi 15 anni ha sfornato serie di successo come Grey’s Anatomy, Scandal e Le regole del delitto perfetto. Shondaland, la casa di produzione di Shonda Rhimes, è una garanzia e Netflix, che dal 2019 non avrà più in catalogo serie e film Disney (avrà due suoi canali streaming), ha risposto togliendo per quattro anni alla Abc (di proprietà Disney), la “numero 1”.
In attesa di vedere quali saranno le nuove produzioni di Shondaland per Netflix, la domanda è: quale impatto avrà questa novità non tanto in Usa ma da noi in Europa?
Caro neo direttore di La7 Andrea Salerno, il tuo editore Urbano Cairo ha vinto il telemercato estivo mettendoti a disposizione una squadra con cui dovrai fare tv di qualità senza rinunciare agli obiettivi di quantità che sono fondamentali per una emittente televisiva commerciale.
In una lunghissima intervista programmatica che hai rilasciato a Salvatore Merlo de Il Foglio (del 5/8/2017), hai detto che La7 prende “quelli bravi” e che ne arriveranno altri.
Caro editore di La7 Urbano Cairo, alla tua squadra televisiva mancava un attaccante nazional-popolare (con l’etichetta di populista) e così ti sei buttato a pesce su Massimo Giletti al quale la “nuova” Rai del direttore generale Mario Orfeo ha chiuso l’Arena proponendogli di fare gli show del sabato sera e dei reportage.
I due hanno condito la separazione con dichiarazioni nazional-litigarelle.
Tra le buone notizie riguardanti la prossima stagione tv c’è che finalmente non vedrò più Nicola Savino su Rai 2. Torna a Mediaset su Italia 1, una rete che per me c’è o non c’è è lo stesso. Savino co-condurrà Le Iene e condurrà una nuova produzione in prime time. Mi sentivo sempre un po’ chiamato in causa quando Savino negli ultimi anni nella prima puntata di Quelli che il calcio diceva cose tipo “alla faccia di quelli che non mi vogliono eccomi qui”. Nicola Savino è un conduttore al quale in tv al massimo farei condurre le “Estrazioni del Lotto”. Raggiunge il suo massimo di “utilità” in radio come spalla di Linus a Dee Jay chiama Italia. Eppure negli ultimi anni è stato chiamato a condurre programmi televisivi su Rai 2; boh e pure mah. Su Italia 1 non mi darà alcun fastidio, è una rete che ha esalato l’ultimo respiro televisivo dal punto di vista dei programmi di intrattenimento leggero e al massimo la vedo per qualche film o serie. Sapere che da settembre potrei perfino incrociare Nicola Savino me la rende completamente off limits. Come dite? Le “estrazioni del Lotto” non vanno più in onda in tv da tanto tempo? Appunto, anche Nicola Savino avrebbe dovuto smettere di condurre programmi tv da tanto tempo.
Caro responsabile dei contenuti non sportivi di Sky Andrea Scrosati, la prossima settimana presenterete alla stampa Guess my age – Indovina l’età, il quiz con cui contate di far decollare l’access prime time di TV8, la vostra rete di punta sul digitale terrestre gratuito. Nella passata stagione tv avete perso la sfida in quella fascia oraria contro il competitor diretto, Nove, il canale Discovery Italia che ha proposto con successo il quiz Boom! condotto da Max Giusti. Un quiz che si è stabilizzato da subito sul 2% di share e oltre, con punte del 2.5%, davvero un risultato importante in un access prime time ricco di offerte.
Voi per TV8 avete presentato, in alternanza, il game show musicale Singing in the car condotto da Lodovica Comello ed Edicola Fiore condotto da Fiorello e Stefano Meloccaro.
Caro neo direttore generale con funzioni di amministratore delegato Rai Mario Orfeo, in questi giorni il dibattito sui compensi alle star della Rai Radio Televisione vive una tappa fondamentale.
Fabio Fazio non lascerà la tv pubblica, come si diceva e come aveva lasciato intendere lui stesso dicendo che lo stavano facendo sentire un peso e non una risorsa:
“Per rimanere in Rai c’è un’obbligatoria necessità: che si dica che chi sta in Rai è un valore e non un costo. In una squadra di calcio i calciatori sono un valore. Perché non ci mettono a bilancio? Non quanto costo, ma quanto porto all’azienda… Non è più sopportabile essere considerato un problema… Il problema minore è la mia sorte, il problema vero è il futuro del servizio pubblico. Si può fare tutto, le opzioni sono diverse, ma bisogna pensare in modo libero e con onestà intellettuale… Il teatrino è diventato quanto guadagniamo. Se questo è il problema, tolgo immediatamente il disturbo. Ho sopportato qualunque cosa, ora c’è l’esigenza di chiarezza: per rimanere bisogna sentirsi utili” (da primaonline.it 8/5/2017).
Caro Paolo Bonolis, la non notizia televisiva del giorno è che hai firmato il rinnovo del contratto con Mediaset per altri due anni perché dici “Con Mediaset ho avuto un dialogo costante, perché i protagonisti sono sempre gli stessi, mentre in Rai è difficile individuare un dialogo continuativo” (da http://www.tgcom24.mediaset.it del 23/3/17).
Quindi non sarai tra le grandi star che pur di fare televisione con la prima azienda culturale del paese, la Rai, accetterà il tetto dei 240.000 euro.
Cara Monica Bertini, fa molto piacere leggere le tante congratulazioni degli addetti ai lavori e del pubblico per il tuo passaggio a Mediaset Premium Sport. Non so quali sono i motivi per cui in piena stagione televisiva sei passata da Sky Sport 24 a Mediaset Premium Sport.
Quello che so è che Sky, sempre così attenta a sottolineare di essere la numero uno nello sport, stavolta lascia questo ruolo alla concorrenza.