Ema Stokholma e la mente (non il corpo) “non proprio in formissima” di Britney Spears: lo scambio tweet con Akio di Caro Televip

Caro amministratore delegato Rai Fabrizio Salini, l’Eurovision Song Contest è uno dei pochi programmi trasmessi dalla Rai di cui ancora riesco a fare i live tweeting, in puro spirito ironico e, nelle intenzioni, divertente.

In una tv imbalsamata, l’immutabile effetto dell’Eurovision Song Contest è una certezza: leggerezza, spettacolo e gara, per trascorrere una serata spensierata e divertente.

Ed è con questo spirito positivo che mi sono messo alla visione delle due semifinali trasmesse il 18 ed il 20 maggio 2021 da Rai 4. Il mio approccio positivo e spensierato alla visione poteva essere rovinato solo dal commento in italiano dell’evento e infatti così è stato sia riguardo alla diretta TV sia in riferimento ai botta e risposta via Twitter che sono scaturiti dalle risposte ai miei tweet da parte della co-conduttrice Ema Stokholma.

Ema Stokholma per me non ha le qualità necessarie per essere così massicciamente presente su Radio 2 e spesso su Rai 4 e finanche in programmi come il Prima Festival (non quest’anno perché lo sponsor le ha preferito Giovanna Civitillo).

Da anni, Rai 4 la propone come conduttrice dell’Eurovision Song Contest e da anni scelgo di ascoltare l’audio originale. Non so perché ma quest’anno ho scelto di seguirlo con il commento della Stokholma e di Saverio Raimondo. Quando l’ho vista e soprattutto ascoltata con quel suo modo a cantilena di parlare dicendo cose di una banalità disarmante ho scritto, da abbonato Rai prima che da blogger tv, questi due tweet:

Ema Stokholma è una tassa infinita in questa Rai. Non se ne può più. (Tweet del 18/5/21 ore 21.24)

Non sono solo le banalità che dice Ema Stokholma è che le dice con quel suo modo così piattamente uguale a tutte le volte che va in onda. Perché qualcuno continui a mandarla in onda sulla Rai, resta IL mistero degli ultimi dieci anni #ESC2021 #ESCita (Tweet del 18/5/21 ore 21.44)

Poi mi sono divertito a fare il live tweeting.

Alle 23.36 del 18/5/21 Ema Stokholma risponde così al mio secondo tweet:

“Perché ho avuto un infanzia difficile 🤣”.

Visto che la conduttrice ha fatto un riferimento diretto alla sua storia personale (come ha raccontato in molte interviste ed in una autobiografia), ho tenuto a precisare alle 23.51:

“Le opinioni di Caro Televip sono sempre riferite al “personaggio” televisivo e come lo percepisco, non sono mai riferite alla persona che non conosco”.

Risponde Ema Stokholma alle 23.59

Ma certo ci mancherebbe ❤️

Due giorni dopo, mi sono ripromesso di concentrarmi sulla gara e di evitare di commentare la brutta co-conduzione di Ema Stokholma alla quale l’ho comunicato con un tweet pungente alle ore 18.30 del 20/5/21:

“Stasera seconda semifinale di #EUROVISION Song Contest su Rai 4. Non farò tweet sui commenti piatti di @emastokholma ❤ ma vi consiglio di non perderli. Sono il valore in meno della diretta. Una esclusiva Rai”.

Ho resistito ed ho mantenuto la promessa finché Saverio Raimondo ha paragonato una concorrente a Britney Spears ed Ema Stokholma lo ha chiosato in modo a mio avviso inappropriato al punto che ho scritto questo tweet:

“Ema Stokholma: “Ecco perché ultimamente Britney (Spears) non è proprio in formissima”. Poi sono i social a dire sciocchezze sul corpo delle donne, vero? Succede su @RaiQuattro Questa conduttrice i tweet te li leva proprio dalla tastiera (alle 21.43 del 20/5/21)”.

Alle 23.29 Ema Stokholma mi ha risposto.

Ema Stokholma: “Peccato che non parlavo del suo FISICO ma della sua “forma mentale”. Tutti sanno che non sta bene (ore 23.29 del 20/5/21)

Akio: “Ah scusa! Invece hai fatto una battuta sulla sua “forma mentale” che è tutta un’altra cosa! Elegantissima proprio. “Tutti sanno che non sta bene” e tu fai una battuta sulla sua “forma mentale”. Sarebbe stata meglio la battuta sul fisico (ore 23.39 del 20/5/21)

Ema Stokholma: “Ma non é una battuta è un dato di fatto” (ore 23.46 del 20/5/21)

A questo punto, davanti alla ostinata difesa di quella che per me era stata una battuta inappropriata, in pieno spirito romanesco le ho risposto:

“Un dato di fatto? Niente, più la smucini sta frase e più puzza” (ore 23.50 del 20/5/21).

Ema Stokholma alle 23.51 del 20/5/21 mi ha definitivamente risposto così:

“Tu puzzi”.

Caro amministratore delegato Rai Fabrizio Salini, non ci sono rimasto male anche perché con questa risposta ho avuto la conferma del livello della mia interlocutrice alla quale ho scritto un’ ultima risposta:

“Io mi sono riferito ad una frase, per me infelice, di cui ho dato rettifica, secondo quanto da te spiegato, scrivendo anche a @Raiquattro che avevo taggato nel tweet. Tu, ti sei riferita alla persona. Complimenti (ore 23.55 del 20/5/21).

Caro amministratore delegato Rai Fabrizio Salini, ti faccio presente che nel frattempo alle 23.49 del 20/5/21 avevo scritto su Twitter la seguente RETTIFICA sulla base della spiegazione che mi aveva dato la signora Stokholma, inviandola a Rai 4 che avevo taggato nel primo tweet:

“Cara @RaiQuattro a seguito della spiegazione di Ema Stokholma, RETTIFICO che la vostra conduttrice #ESCita dicendo “non è proprio in formissima” non riferiva al fisico di Britney Spears ma alla sua “forma mentale”. A posto così”.

Caro amministratore delegato Rai Fabrizio Salini, da blogger tv non mi fa né caldo e né freddo che una conduttrice Rai ad un mio tweet, in cui io avevo scritto “puzza” in riferimento ad una frase, mi abbia risposto “Tu puzzi”, cioè come persona.

Da abbonato di una certa età (57) mi lascia invece l’amaro in bocca, sapere che una conduttrice della Rai Radio Televisione Italiana risponda sui social “Tu puzzi” ad un telespettatore che le aveva scritto in spirito romanesco “più la smucini sta frase e più puzza”.

Non so se esiste ancora uno stile Rai. Quello che so è che nella mia Rai ideale i conduttori e le conduttrici dovrebbero avere uno stile che non è quello mostrato dalla signora Ema Stokholma in questa occasione.

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Non si contano i flop della Rai 2 di Ludovico Di Meo che continua inspiegabilmente a ricoprire il ruolo di direttore

Caro amministratore delegato Rai Fabrizio Salini, in una Italia che ad un anno dalla pandemia si ritrova di nuovo in lockdown per il periodo pasquale, la Rai dovrebbe essere un esempio di servizio pubblico che riesce ad interessare il maggior numero di telespettatori possibile.

Gli ascolti televisivi, in questo periodo storico unico, più che pensare al marketing devono essere letti come indicatori di gradimento e di interesse da parte dei telespettatori italiani. Un discorso che è obbligato ed obbligatorio per la Rai.

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Il ministro Franceschini dice, giustamente, no al pubblico in sala all’Ariston per Sanremo 2021: e ora la Rai faccia lo stesso un grande show da grande broadcaster quale è

Con un tweet di oggi, il ministro della Cultura Dario Franceschini ha messo la pietra tombale sulla possibilità di avere il pubblico in sala all’Ariston durante Il Festival di Sanremo 2021. Scrive il ministro: “Il Teatro Ariston di #Sanremo è un teatro come tutti gli altri e quindi, come ha chiarito ieri il ministro @robersperanza, il pubblico, pagante, gratuito o di figuranti, potrà tornare solo quando le norme lo consentiranno per tutti i teatri e cinema. Speriamo il prima possibile”.

Sono tra quelli che da un bel po’ scrivono che la Rai avrebbe dovuto prendere questa decisione già da mesi.
La cosa divertente è che ci sono sui social media decine e decine di giornalisti e di addetti ai lavori che hanno cavalcato l’onda del pubblico in sala all’Ariston accendendo la miccia del tormentone “Sanremo è uno show televisivo come quelli di Maria De Filippi che vanno in onda con il pubblico!”. Sono tutti rimasti con il cerino in mano. Gente che derideva “chi non capisce cos’è la tv”. Ecco, voi non capite cos’è e cosa significa la Rai durante una emergenza nazionale. E il Festival, essendo lo show più importante della televisione italiana, non poteva salvarsi da questo genere di problematiche organizzative. Strumentali? Sì o no, rimane il fatto che chi fa tv deve saper programmare a lungo termine. La dirigenza Rai avrebbe dovuto pensare ad un Sanremo2021 senza pubblico non oggi ma 8 mesi fa. Una dirigenza da mandare a casa. Ed è ancora più bello che dopo la sentenza emessa dal ministro Franceschini, quei giornalisti professionisti specializzati nel settore spettacolo e TV e gli addetti ai lavori insistono nel dire che ci sono altri show tv che vanno in onda con il pubblico in sala, dimostrando di non capire la differenza tra ospitare il pubblico nei programmi registrati e in diretta. Perché dopo aver preso una cantonata, la dovete difendere? Già, perché? Forse perché un Sanremo2021 sgonfiato non è un problema economico solo per la Rai ma anche per il circo mediatico che sul Festival fattura moltissimo? Boh e pure mah. Il fatto ora è semplice: la Rai deve decidere se fare come ha sempre detto il direttore artistico Amadeus e rinviare il Festival al prossimo anno perché “senza pubblico non si può fare”, oppure dimostrare di essere un grande broadcaster mondiale e fare 5 serate di grandissimo show televisivo senza pubblico in sala all’Ariston, riuscendo lo stesso a contenere le perdite che ciò comporta grazie al sostegno di sponsor “responsabili e volenterosi”. Il pubblico televisivo, ne sono certo, risponderà alla grande e la Rai farà il record di tutti i record di ascolto della storia del Festival.

Festival di Sanremo 2021: perché la Rai dovrebbe farlo senza il pubblico all’interno e all’esterno del Teatro Ariston

Caro Amministratore Delegato della Rai Fabrizio Salini, da quello che leggo, la tua gestione è sempre meno forte, in attesa della fine del tuo incarico prevista a luglio. Le tue ultime forze rimaste io le dedicherei a lasciare il segno almeno in una cosa: fare un Festival di Sanremo adeguato alla situazione che stanno vivendo tutti gli italiani a causa delle restrizioni necessarie al contenimento e alla prevenzione della diffusione del virus Covid-19.

A metà gennaio siamo solo all’inizio di una campagna vaccinale che si annuncia lunga e complessa e che raggiungerà la maggior parte della popolazione, se tutto andrà come previsto, alla fine dell’anno.
Nel frattempo la situazione sanitaria è sempre molto difficile e i numeri della pandemia non consentono l’alleggerimento delle misure anti-Covid. Indiscrezioni giornalistiche parlano di una estensione dello stato di emergenza nazionale e anche se non si fanno date è presumibile la data del 31 marzo se non quella del 31 luglio. Le incertezze per i cittadini italiani sono tante e ogni giorno se ne aggiungono altre. In questo contesto l’ultima cosa che la Rai dovrebbe fare è aggiungere l’incertezza sulla presenza o meno del pubblico all’interno del Teatro Ariston per il Festival di Sanremo. Si tratta dell’evento-show più importante della televisione italiana e quindi come è giusto che sia ha un suo spazio anche nelle discussioni che si fanno in questo periodo su come devono essere svolte le attività commerciali, culturali, sociali, religiose, sportive e, ultimi ma non ultimi, gli spettacoli teatrali e musicali dal vivo che sono bloccati da un anno. Le chiacchiere stanno a zero: nel suo show più importante e visto, la Rai deve dare l’esempio e mostrare a tutta Italia la platea dell’Ariston vuota. Un messaggio forte, fortissimo. Un anno fa si sperava che il Festival sarebbe stato il primo evento post-Covid e simbolo di ripartenza. A poco più di un mese dall’inizio del Festival (che ottimisticamente avete spostato di un mese) la situazione non vi consente di veicolare immagini di normalità presentando un Teatro Ariston con il pubblico. Leggo che state valutando soluzioni per consentire la partecipazione di un pubblico selezionato e debitamente controllato dal punto di vista medico. È il modello adottato da alcuni programmi registrati da Mediaset. Ma la Rai è la Rai e infatti, ad oggi, avete escluso la presenza del pubblico in studio da tutti i vostri show. Una decisione sacrosanta per il servizio pubblico che andrebbe confermata soprattutto in occasione dello show televisivo più importante. È così che la Rai può dare un contributo fortissimo alla necessità di tenere altissima la attenzione sulla prevenzione. Sanremo 2021, ne sono sicuro, sarà un grande show televisivo anche senza il pubblico all’interno (e all’esterno) del Teatro Ariston.

Le ragazze di Rai 3: l’idea che mi sono fatto dopo aver letto le risposte di Gloria Guida e Cristiana Mastropietro ad un mio post sui flop in prima serata della rete diretta da Franco Di Mare

Caro AD Rai Fabrizio Salini, ero il primo fan del programma di Rai 3 “Le ragazze” fino a quando all’inizio della nuova stagione ho scoperto che il neo direttore di Rai 3 Franco Di Mare ha deciso di eliminare la conduzione in studio di Gloria Guida.

Il programma a mio avviso rimane di alto livello ma ha perso il valore aggiunto di una conduzione convincente che faceva da collante tra le storie e rafforzava l’identità di un prodotto di prima serata che trovavo interessante e piacevole. Così, visto che sono un abbonato Rai ed un blogger tv per passione che fa social tv prendendo delle posizioni, ho deciso per protesta e a malincuore di non guardare più il programna e di non dedicargli più i miei live tweeting minuto per minuto.

Le prime tre puntate del programma nella nuova versione hanno fatto ascolti bassi (3%, 3.79% e 3.63% di share), oltre 2 punti in meno rispetto alla media della passata stagione. Ovviamente questo flop è uno dei tanti della Rai 3 del neo direttore Franco Di Mare e glielo metto in conto ogni volta che faccio un post sulla sua disastrosa Rai 3.

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Chernobyl: come fai a non chiedere all’AD Fabrizio Salini, “perché non l’ha trasmessa la Rai prima di La7?”

Domenica scorsa ho guardato la maratona Chernobyl (4 episodi) su La7 e ieri l’episodio finale.
Una serie da binge watching che mi ha incollato allo schermo. Avevo delle perplessità legate essenzialmente al periodo di messa in onda in chiaro così fortemente caratterizzato dalla convivenza con il COVID-19.

Appena uscito dal lockdown e con i tanti timori ancora presenti, non volevo angosciarmi con quella terribile tragedia. E invece, pur essendo una miniserie altamente drammatica, Chernobyl di HBO è fatta talmente bene ed è così interessante che mi ha appassionato anche guardandola in un periodo di pandemia. La qualità è la ricetta perfetta della programmazione tv e la qualità di questa miniserie ne è la riprova. Chernobyl è il racconto esemplare di un disastro epocale che ha caratterizzato il ‘900 e resterà nella storia dell’umanità. Quando la televisione investe in un prodotto come questo, svolge un ruolo insostituibile. Se è vero che la storia si scrive con i documenti, le testimonianze e la verifica minuziosa dei fatti è anche vero che una serie tv così concretamente basata sulla realtà e così ben scritta e realizzata, ha una elevata valenza nella divulgazione e nel ricordo di un fatto storico. Per trasmettere in chiaro una miniserie come Chernobyl, il servizio pubblico Rai avrebbe dovuto fare di tutto. Evidentemente non lo ha fatto, visto che a trasmetterla in prima tv in chiaro è stata La7. La Rai investe molto nella produzione di fiction che fanno ottimi ascolti e che vende bene all’estero. Ma dovrebbe anche mettere più impegno e risorse nell’acquisto di prodotti come Chernobyl. È facile prevedere che la Rai acquisterà prossimamente i diritti di Chernobyl. Certo, farsi soffiare da La7 una prima tv in chiaro del genere, non è proprio un risultato da “prima azienda culturale del Paese”.

La “apparizione” telefonica di Maria De Filippi a Sanremo 2020

Caro direttore di Rai 1 Stefano Coletta, ieri sera ero pronto a commentare la seconda serata del 70° Festival di Sanremo con lo stesso entusiasmo con cui avevo commentato la prima serata che mi era piaciuta. Avevo fatto il mio live tweeting commentando le esibizioni dei cantanti, la conduzione di Amadeus, le incursioni di Fiorello, gli interventi delle co-conduttrici Diletta Leotta e Rula Jebreal e ieri ero pronto a commentare con lo stesso entusiasmo e partecipazione anche la seconda serata di Sanremo 2020.

Entusiasmo e partecipazione, ribadisco che erano questi gli “stati d’animo” con cui, smartphone alla mano, stavo per commentare il secondo capito del Festival di quest’anno.

Chi fa blogging tv per pura passione basa tutto sull’entusiasmo. Se mi diverto a fare il live tweeting, se ho spunti per scrivere, se mi diverto a fare qualche battuta e a condividere nello spirito della social tv i miei commenti, dedico ad un programma televisivo tutto il tempo che merita. La prima serata di Sanremo 2020 l’ho commentata fino all’una di notte scrivendo 50 tweet arricchiti dai telescatti. Il mio live tweeting ha raggiunto il lusinghiero numero di oltre 55.000 visualizzazioni in totale. Così, con tutto l’entusiasmo possibile ed immaginabile, ieri ho iniziato il mio secondo live tweeting. Entra Fiorello travestito da Maria De Filippi. Che carino! Sta facendo la macchietta di Maria De Filippi! Sì è molto banale con la caramella in bocca, la parlata con il vocione, le movenze non proprio aggraziate ma tutto sommato dai ci può stare una macchietta in apertura di puntata visto che Fiorello ha il ruolo di scaldapubblico. Poi però da questo travestimento di Maria De Filippi ecco che Fiorello passa al “contatto” con l’originale.

Dalla tasca del travestimento tira fuori lo smartphone perché arriva la chiamata “a sorpresa” di Maria De Filippi. Premesso che venderla come una sorpresa è stato francamente ridicolo, la cosa che mi ha dato molto fastidio è stato il fatto che, non appena Fiorello ha detto cose tipo “Ah! Maria De Filippi! Non ci posso credere! Guarda è lei!” e lei è “apparsa” in voce in tutta la sua enfatizzata maestosità di Maria, la reazione del pubblico in sala è stata tipo “Ooooh! Maria De Filippi! Mamma mia che sorpresa!”. E giù grandi applausi anche da parte di voi dirigenti Rai seduti e inquadrati in prima fila: tu, direttore di Rai 1 e Fabrizio Salini, amministratore delegato Rai. Qualche instante prima dello squillo mariano, Fiorello in vesti mariane ti era venuto incontro dicendoti: “Questa è la nuova Rai 1!”. Ecco, un istante dopo, la voce di Maria risuonava nelle case dei telespettatori Rai e lei, invitata da Fiorello a doppiarlo mentre la regia inquadrava il suo primo piano, diceva: “Signore e Signori, benvenuti al 70° Festival della Canzone Italiana”. Caro direttore di Rai 1 Stefano Coletta, che cosa ti devo dire. Io uno spettacolo di questo genere non riesco a considerarlo una sciocchezza, una semplice gag. No; non è una sciocchezza. Maria De Filippi è il principale volto della vostra concorrenza Mediaset. E’ la signora che fa il 30% di share ogni sabato e dà delle sonore batoste alla tua Rai 1 con il suo vecchio programma C’è posta per te.

Dare a Maria De Filippi uno spazio anche solo di un minuto all’interno dell’unico programma inattaccabile da Maria De Filippi e cioè il Festival di Sanremo che fa il 52/53% di share (con oltre 10 milioni di telespettatori), concedendole il lusso di poter fare “una apparizione” per farsi ascoltare da un pubblico vastissimo che in quel momento è solo Rai e che la Rai si è meritatamente guadagnata, ecco, questa è una cosa che non si sarebbe dovuta fare. Una scelta di Amadeus e Fiorello (che secondo me non può non essere stata avallata da voi dirigenti Rai) che io, da appassionato di televisione, da blogger televisivo e da abbonato Rai non posso accettare ed è per questo che da quel momento ho smesso di guardare il Festival di Sanremo 2020. Perché io, l’orgoglio di telespettatore Rai ce l’ho.

Aggiornamento del 7 febbraio 2020

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Social tv: un dialogo tra Caro Televip ed il “fake” Maury Kostanzo. Tema un mio tweet all’AD Rai Salini sui troppi Amici di Maria De Filippi a Domenica In

Su Twitter ho scritto:

Caro AD Rai Fabrizio Salini via @Raiofficialnews non sarebbe il caso che qualcuno ai piani alti di viale Mazzini si rendesse conto che #DomenicaIn ospita troppi cantanti usciti da Amici di Maria De Filippi? Uno dei principali programmi della concorrenza.

Il “fake” @MauryKostanzo mi ha risposto: “Mamma mia, quanto sei esagerato. Peccato”.

Poi mi ha bloccato.

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Smetto di guardare tutti i programmi di Rai 2 (fino a che non mi passa, se mi passa) per il trattamento ricevuto da telespettatore fan di Maledetti amici miei

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Rai 2 ha interrotto la messa in onda del giovedì di Maledetti amici miei a due puntate dal termine. Il programma stava andando malissimo negli ascolti scendendo fino al 3.5% in prima serata. È un programma di qualità e andava difeso fino alla fine, indipendentemente dagli ascolti. La Rai ha colto "l'occasione" del ritorno di Adrian su Canale 5 al giovedì per interrompere la messa in onda di Maledetti amici miei che avrebbe dovuto saltare una sola settimana e andare in onda lunedì 18 novembre 2019 al termine del gameshow inguardabile Stasera tutto è possibile. Oggi Giovanni Veronesi in un tweet ha scritto: "ALLORA E' UFFICIALE. LE ULTIME DUE PUNTATE DI MALEDETTI AMICI MIEI ANDRANNO IN ONDA IL 25 NOVEMBRE E IL 2 DICEMBRE PER DUE LUNEDI DI FILA". Da telespettatore fan di Maledetti amici miei mi sento trattato con poco rispetto dalla Rai. Ho scritto via Ufficio Stampa all'amministratore delegato Fabrizio Salini: "Nessuna logica di coordinamento palinsesti e nemmeno gli ascolti bassi giustificano il trattamento riservato ai telespettatori affezionati a Maledetti amici miei. Rai 2 non mi merita". E quindi inizio la mia protesta. Nonostante sia uno dei migliori programmi del 2019, non lo guarderò più e non regalerò a Rai 2 il mio live tweeting. Non se lo merita. La Rai 2 che trasmette il "meglio di" Stasera tutto è possibile invece di ritrasmettere subito Maledetti amici miei dopo la inaccettabile pausa, non mi merita. Smetto di seguire tutti i programmi di Rai 2 e non recupererò nemmeno l'ottimo Battute? su RaiPlay finché non mi passa, se mi passa. Caro AD Rai Fabrizio Salini, mi pesa tantissimo rinunciare a Battute? ma smettere di guardare tutta Rai 2 è l'unico strumento di protesta che ho per il trattamento riservatomi da telespettatore fan di Maledetti amici miei. Un caro saluto a tutta la squadra di Battute? mi dispiace ma non vi seguirò più né in seconda/terza/quarta serata né su Rai Play. Smetto di guardare tutti i programmi di Rai 2 finché non mi passa. Se mi passa. #rai2 #maledettiamicimiei #battute #fabriziosalini

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Anche con Fabrizio Salini alla guida, una Rai estiva senza un’idea nuova da riportare nella programmazione autunno-inverno-primavera

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Anche con Fabrizio Salini alla guida, una Rai estiva senza un'idea nuova da riportare nella programmazione autunno-inverno-primavera Caro amministratore delegato Rai Fabrizio Salini, anche sotto la tua gestione, nei tre mesi estivi 2019 la Rai ha programmato prevalentemente repliche e non ha proposto idee televisive nuove e significative. È "la regola" che vige da sempre e la tua Rai non ha fatto eccezione. Quello che a me lascia perplesso è che un manager televisivo importante e con alle spalle un curriculum specifico nel settore privato, avendo l'occasione di guidare una realtà produttiva importantissima come la Rai, non colga l'occasione dei 3 mesi estivi per sperimentare nuove idee, nuovi programmi, nuovi personaggi, nuovi conduttori. Non è certo sperimentazione cambiare i conduttori di Uno Mattina Estate, Vita in diretta estate, Reazione a catena e programmare nella prima serata del sabato dei Teche Teche Tè sulle vecchie star della Rai. Mi chiedo come sia possibile che un manager proveniente da produzioni private (con chissà quante idee e programmi tv nei cassetti) non sappia cogliere l'occasione di rivoluzionare i palinsesti estivi di Rai 1, Rai 2, Rai 3 puntando su prodotti di intrattenimento nuovi in un'ottica puramente sperimentale ma con concrete basi per dare alla Rai nuova linfa anche durante la stagione autunno-inverno-primavera. Mi chiedo: un amministratore delegato di una azienda televisiva pubblica di caratura mondiale non dovrebbe porre i tre mesi estivi di programmazione tra i primi posti nel piano di crescita e trasformazione dell'Azienda? Mi chiedo: davvero non c'è la possibilità di far diventare i tre mesi di programmazione estiva altamente produttivi dal punto di vista economico e creativo? Anche con la direzione di Fabrizio Salini la risposta che mi sono dato è sconfortante: no, non c'è. #fabriziosalini #rai

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