Aspettando una Megyn Kelly italiana che faccia infuriare Matteo Renzi, mi godo l’originale che ha fatto infuriare Donald Trump

Cara Megyn Kelly di Fox News, il candidato alle presidenziali Usa Donald Trump ha mantenuto la promessa di non presentarsi all’ultimo dibattito televisivo delle primarie repubblicane trasmesso ieri da Fox News

Non ha partecipato perché tra gli intervistatori c’eri tu, la giornalista che durante il primo dibattito tv repubblicano del 6 agosto 2015 gli chiese conto delle aggettivazioni sessiste da lui usate:

“Lei ha chiamato le donne che non le piacciono.. maiali grassi, cagne, sciatte, animali disgustosi…”.

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L’ex premier italiano Enrico Letta detesta House of Cards: chissà perché

Caro Fabio Fazio, ieri hai ospitato l’ex presidente del Consiglio Enrico Letta che ha scelto Che tempo che fa per dare una notizia che ti ha fatto sobbalzare: si dimetterà dal Parlamento e andrà a fare il direttore di una scuola di politica a Parigi.

Una notizia che tu hai giustamente enfatizzato perché la stava dando per la prima volta da te ma che politicamente ha un solo significato:

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Il presidente Frank Underwood piace più di Barack Obama ma molto meno di Josiah Bartlet, David Palmer e Matteo Renzi

Caro Kevin Spacey, il servizio sondaggi della Reuters si è preso la briga di chiedere ad un campione di americani quanto sarebbero favorevoli o meno se uno dei seguenti presidenti rappresentati nelle serie tv fossero davvero presidenti Usa: David Palmer della serie “24”, Josiah Bartlet della serie “West Wing”, Fitzgerald Thomas ‘Fitz’ Grant III della serie “Scandal”, Laura Roslin della serie “Battlestar Galactica” e, naturalmente, il tuo Frank Underwood della serie “House of Cards”.

I risultati lasceranno il segno nella tua brillante carriera di premio Oscar.

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Scandal 3 di Shonda Rhimes: definirla soap opera sarebbe ingiusto nei confronti del genere soap opera

Cara Shonda Rhimes, il direttore di Rai 3 Andrea Vianello si ostina a mandare in onda la tua serie Scandal (il giovedì alle ore 23.15) che, giunta alle terza stagione, è sempre più una soap opera piuttosto che “una serie televisiva di genere thriller politico” come la definite.

Il personaggio Olivia Pope continua a salvare l’immagine politica dei potenti con l’aiuto della sua squadra di specialisti tipo A-Team (solo molto più ridicoli). Ma le trame della politica servono solo per giustificare il titolo della serie che invece dovrebbe intitolarsi Pope loves The President.

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