Aspettando una Megyn Kelly italiana che faccia infuriare Matteo Renzi, mi godo l’originale che ha fatto infuriare Donald Trump

Cara Megyn Kelly di Fox News, il candidato alle presidenziali Usa Donald Trump ha mantenuto la promessa di non presentarsi all’ultimo dibattito televisivo delle primarie repubblicane trasmesso ieri da Fox News

Non ha partecipato perché tra gli intervistatori c’eri tu, la giornalista che durante il primo dibattito tv repubblicano del 6 agosto 2015 gli chiese conto delle aggettivazioni sessiste da lui usate:

“Lei ha chiamato le donne che non le piacciono.. maiali grassi, cagne, sciatte, animali disgustosi…”.

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The Newsroom 2: anche Aaron Sorkin mette in dubbio il tocco di Aaron Sorkin

Caro Aaron Sorkin, giovedì ho provato  a vedere in seconda serata su Rai 3 il primo episodio della stagione 2 di The Newsroom e mi sono addormentato dopo 15 minuti.

Ho provato a rivederlo su Rai Replay ma ho saltellato da un momento all’altro in cerca di qualche spunto interessante che potesse catturare il mio interesse ma niente da fare.

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Dopo l’errore di The Newsroom in prima serata Rai 3 persevera con Scandal

Cara Shonda Rhimes, solo se la first lady Michelle dovesse lasciare il presidente degli Stati Uniti Barack Obama a causa del selfie con la premier danese, rivaluterò la tua serie Scandal. Il gossip sulla crisi matrimoniale dei coniugi Obama sembra uscire dalla tua penna di sceneggiatrice di questa brutta serie che Rai 3 sta trasmettendo il venerdì in dosi massicce (fino a 4 puntate alla volta!). Il direttore di Rai 3 Andrea Vianello ha sbagliato a programmare The Newsroom in prima serata, floppando negli ascolti (2%-3% di share, quando è andato bene), ed ha puntato sul tuo Scandal per risollevare il venerdì sera della rete, senza riuscirci, visto che al massimo ha fatto il 4% di share (quando è andata bene! Venerdì scorso 10/1/14 ha fatto 800mila spettatori circa e il 3% di share). Piace poco al pubblico italiano il tuo Scandal.

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The Newsroom: il tocco di Aaron Sorkin sul giornalismo non è migliore delle tante sceneggiature hollywoodiane già viste e riviste

Caro direttore di Rai 3 Andrea Vianello, dalla stanza delle notizie di RaiNews24 hai fatto una breve introduzione al primo episodio di The Newsroom, la serie tv sull’informazione ideata da Aaron Sorkin. Hai detto che, pur essendo solo un telefilm, aiuta a capire quanto sia importante l’indipendenza dell’informazione in una democrazia. Hollywood ha realizzato decine e decine di film sul giornalismo, sui suoi valori, sul suo potere, sul dietro le quinte della professione, su come nasce e si sviluppa una notizia. The Newsroom ha la presunzione di fare una sintesi di come funziona una rete all-news e il presuntuoso che ha avuto questa idea è Aaron Sorkin.

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Jeff Bezos, The Washington Post e quella frase di Souchak-Belushi in Continental divide

Caro Aaron Sorkin, l’acquisto del Washington Post da parte del papà di Amazon Jeff Bezos è una di quelle notizie che avranno di certo fatto la gioia dello sceneggiatore premio Oscar per The social network. Il rapporto tra potere, economia e informazione è presente, a diversi livelli, in tutte le tue sceneggiature. Tra le novità che attendo di più della prossima stagione tv c’è la tua ultima serie The Newsroom (la trasmetterà Rai 3) in cui racconterai il dietro le quinte dell’informazione televisiva americana.

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L’attualità di The West Wing aspettando The Newsroom di Aaron Sorkin

Caro Aaron Sorkin, in Italia va ancora in onda The West Wing la serie da te ideata che racconta la vita e il lavoro dello staff del presidente degli Stati Uniti d’America. La trasmette Arturo (canale 221 digitale terrestre e Sky 138) in prima serata (questa estate ha ritrasmesso le prime serie in seconda serata). In questi giorni in cui la diplomazia Usa subisce gli attacchi dei fondamentalisti islamici che danno fuoco ad ambasciate e consolati in vari paesi del Medio Oriente, il confronto con le immagini dei tg rende ancora più verosimile la tua sceneggiatura di The West Wing. L’ala ovest della Casa Bianca da te raccontata non sembra essere tanto differente da quella in cui opera da quasi quattro anni il presidente Obama e il suo staff. Il tuo presidente democratico immaginario Bartlet (interpretato da Martin Sheen) è molto simile a Obama soprattutto nei difetti che gli attribuiscono i detrattori (come ad esempio lo scarso decisionismo). Continua a leggere