70 anni di televisione: la Rai del 2024 simbolo della decadenza

Il 2024 avrebbe dovuto essere l’anno dei festeggiamenti dei 100 anni della radio e dei 70 anni della televisione italiana di cui la Rai è la rappresentazione storica.

È stato l’anno in cui la Rai ha mostrato tutta la sua decadenza come servizio radiotelevisivo assoggettato alla politica e come media company che pensa principalmente ad aumentare gli introiti pubblicitari abbassando il livello della programmazione, oggi indistinguibile da quella della peggiore tv commerciale.

L’anno televisivo 2024 è stato il simbolo della cronica crisi di idee che affligge la dirigenza e gli autori della Rai.

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Giorgia Meloni punta ad avere il 70% di posizioni Rai come ha fatto la sinistra: ha tutto il mio disprezzo.

Una presidente del Consiglio di destra che dichiara di voler riequilibrare la percentuale di posizioni in Rai che aveva la sinistra è come la sinistra. Giorgia Meloni si pone lo stesso obiettivo che hanno raggiunto i leader di sinistra negli anni in cui hanno governato: avere, possedere, controllare, il 70% di posizioni in Rai. È la dichiarazione più rilevante della conferenza stampa di fine anno che ha tenuto ad inizio anno. Uno dei suoi vanti è di non nascondersi mai.

Si vanta di metterci sempre la faccia. Stavolta l’ha messa sul possesso, di fatto, della Rai. Visto che lo hanno fatto gli altri lo vuole fare anche lei. Dice che la Rai, oggi, non è TeleMeloni ma punta a farla diventare al più presto TeleMeloni. E non fa nulla per nasconderlo perché è così che si dimostra di essere potenti. È così che I suoi uomini e donne in Rai saranno giustificati a mostrarsi potenti.

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Una buonissima notizia: Binario 21, in prima serata su Rai 1, è stato visto da 4.655.000 spettatori pari al 22.5% di share

Una buonissima notizia dagli ascolti di ieri. Binario 21 è stato visto da 4.655.000 spettatori pari al 22.5% di share (fonte davidemaggio.it). Liliana Segre accompagnata da Fabio Fazio ha raccontato la sua deportazione ad Auschwitz.

Un momento altissimo di televisione in cui la senatrice a vita Liliana Segre ha ricordato quella giornata del 1944 quando, allora tredicenne, venne deportata ad Auschwitz insieme ad altre 604 persone: di loro, ne tornarono solo in ventidue.

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Assalto al parlamento brasiliano: il Tg1 di Monica Maggioni non fa la diretta. Quali sono le breaking news da speciale in diretta secondo lei? Boh e pure mah.

In questo momento i fan di Bolsonaro stanno assaltando il parlamento brasiliano. Il Tg1 di Monica Maggioni non è in diretta con una edizione speciale. Il problema è che mi hai abituato agli speciali del Tg1 sui grandi fatti.

Ora mi dovresti spiegare perché l’assalto al parlamento di un un grande paese come il Brasile secondo te, direttrice del Tg1 Monica Maggioni, non lo è. Sei tu che hai iniziato con gli speciali come se il Tg1 fosse una testata all-news e oggi non lo sei?

A questo va aggiunto che intanto la rete all-news RaiNews24 trasmette il documentario La bella stagione in omaggio a Gianluca Vialli. È il TgLa7 che sta facendo la edizione straordinaria mentre SkyTg24 parla di innovazione digitale.

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E mo’ ci sarà Cattelan su Rai 2? La bassa asticella che gli chiedo di superare.

Tra le novità televisive preannunciate per la prossima stagione (dalla rubrica A lume di Candela di Giuseppe Candela su Dagospia del 9 giugno 2022), c’è il late show di Alessandro Cattelan su Rai 2 per 3 seconde serate (martedì, mercoledì e giovedì) a settimana, a partire da metà settembre. Qualcosa tipo “E mo’ c’è Cattelan su Rai 2”.
La misura e il genere di “E poi c’è Cattelan” è quello in cui finora il conduttore ha dato il meglio.

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Marco Damilano lascia la comfort zone di Propaganda Live su La7 e si lancia nelle sabbie mobili dell’informazione Rai nella stagione televisiva della propaganda elettorale

L’idea che mi sono fatto è che la Rai abbia ingaggiato Marco Damilano per condurre un programma giornalieriero di informazione (prevalentemente sull’attualità politica) rifacendosi ai grandi del passato della Rai che hanno fatto delle loro strisce quotidiane dei programmi cult: Enzo Biagi ed Andrea Barbato.
Una prima conferma l’ho avuta ieri durante l’ultimo “spiegone” con cui Marco Damilano si è congedato da Propaganda Live, il programma di La7 che lo ha visto commentatore politico fisso per molti anni e che ha contribuito a dargli quella impronta televisiva che oggi lo porta ad avere un programma quotidiano tutto suo su Rai 3.

Durante l’ultimo “spiegone” Marco Damilano ha citato Andrea Barbato e la sua idea di “spiegazione dei fatti”.

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L’estate Rai 2022: una ripartenza deludente

La Rai ha scelto di rimanere accesa nei daytime estivi del mattino, pomeridiano, preserale e in access primetime, in alcuni casi con programmi “originali” nuovi e con conduttori ed inviati nuovi.

Purtroppo, le “novità” sono basate su idee vecchie di televisione e, soprattutto, danno spazio a conduttori e inviati non sempre all’altezza dell’obiettivo di rinnovare la proposta di volti ai quali i telespettatori dovrebbero affezionarsi.

La prima settimana di programmazione estiva dei daytime Rai ha già dimostrato tutti i limiti dei “nuovi” programmi e dei “nuovi” conduttori ed inviati.

Così, se da un lato ti ritrovi a chiederti “e allora? Meglio le stra-repliche di programmi e fiction?”, dall’altro lato ti chiedi “perché la Rai non è in grado di proporre una tv estiva originale in prima visione all’altezza della tv autunno-inverno?”.

Domande alle quali ho dato queste risposte.

Sì, meglio le stra-repliche ad una tv “originale” che riempie solo dei buchi in palinsesto ed è utile solo a Rai Pubblicità che comunque ci guadagna.
La Rai non riesce a fare una buona tv estiva originale perché i dirigenti, i capi struttura e gli autori sono sempre gli stessi e non sembrano avere la capacità di rinnovare l’offerta televisiva, migliorandola.
E questo ormai accade da molti, troppi, anni.

Il ritorno alla “normalità” dopo la pandemia da Covid-19 avrebbe dovuto dare un impulso alla creatività televisiva e alla voglia di proporre un approccio nuovo alla produzione tv ed invece sono ripartiti dai vecchi modelli ai quali hanno dato una rinfrescata e nulla più.

Una non notizia: Papa Francesco che rilascia una intervista televisiva. Questa volta, in collegamento con Fabio Fazio a Che tempo che fa di Rai 3

Caro Bruno Vespa, fino a qualche anno fa potevi vantare l’eccezionalità della telefonata in diretta che ti fece Papa Giovanni Paolo II in una puntata, per questo diventata storica, di Porta a Porta. Resterà un evento eccezionale nella storia della televisione e anche nella storia della comunicazione di un papa. Era il 13 ottobre 1998 e Giovanni Paolo II fece quella telefonata di pochi secondi, semplicemente per ringraziarti della puntata che stavi dedicando al ventesimo anno del suo Pontificato. Fu per te un momento di grande emozione ma anche di immensa soddisfazione personale che più volte hai raccontato. Una di quelle cose che accadono una volta nella vita non solo di un giornalista ma anche di una emittente televisiva.

Già, una volta era così.

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Sanremo 2022: perfetta la terza serata. Si conferma una edizione di successo con ascolti altissimi anche ieri: 54% di share e oltre 9 milioni di telespettatori.

Il Festival di Sanremo è così: ti può deludere una sera e può darti piena soddisfazione il giorno dopo. Ieri la terza serata con tutti i 25 cantanti in gara che si sono esibiti è stata praticamente perfetta. Amadeus si sta guadagnando sul campo il quarto mandato sanremese e non solo per gli ascolti eccezionali.

A leggere i retroscena del Festival si ha la conferma che come direttore artistico è decisivo per il buon risultato dello show. Ho letto, ad esempio, che sarebbe stato lui a “costruire” la coppia Ditonellapiaga e Rettore che originariamente si sarebbero proposte come concorrenti singole. Le loro prime due esibizioni sono state tra le più coinvolgenti e significative del Festival.

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Dirigenti pubblici: il governo Draghi rimuove il limite dei 240mila euro per gli stipendi. Quanti ne beneficeranno in Rai?

Caro amministratore delegato Rai Carlo Fuortes, la legge di bilancio approvata a fine anno ha portato anche alla Rai una importante novità: i dirigenti ed i manager pubblici potranno guadagnare più dei 240mila euro lordi che era il tetto massimo fissato finora. L’incremento sarà stabilito secondo i criteri annuali dell’ISTAT, intorno al 3.78% (fonte fanpage.it. del 28/12/2021). Quindi non un aumento “a piacere” ma con dei paletti che impediranno comunque la possibilità di fare mega-contratti a consulenti esterni.

Ti troverai a cercare sul mercato professionisti che accetteranno di lavorare per la Rai per un compenso di 240mila euro + il 3.78% all’anno. Comunque parliamo di un signor stipendio per un consulente. La cosa che a me colpisce di più però non è il beneficio che trarranno i futuri consulenti ma quello che trarranno gli attuali dirigenti che sono in carico alla Rai in quel ruolo come dipendenti.

La Rai “ministeriale” ne conta molti e quasi tutti sono al limite stipendiale del vecchio tetto. Per loro sarà una piccola manna piovuta da Draghi. Sì perché quel 3.78% annuo in più va anche ad incrementare la pensione e, per i molti dirigenti giovani, si tratta di un bel guadagno da oggi a quando verrà il giorno di lasciare mamma Rai. Penso ad esempio ad un giovane direttore di Rai 1 nonché direttore dell’area intrattenimento serale Stefano Coletta. Il cinquantasettenne Coletta anche quando non sarà più direttore di rete avrà comunque diritto ad un ruolo e ad un incarico di pari livello. Almeno per una decina di anni potrebbe fruire della nuova norma sul tetto degli stipendi.

Lui è solo uno dei tanti che potranno usufruirne. Ci sono quelli più conosciuti come lui, Bianca Berlinguer, Giovanna Botteri, Franco Di Mare, Monica Maggioni, Mario Orfeo e ci sono i dirigenti meno conosciuti, tipo, Giuseppe Pasciucco, Direttore Staff Amministratore Delegato.
Basta andare sul sito “Rai trasparenza” alla pagina “compensi” per sapere chi e quanti saranno i potenziali beneficiari. Io ne ho contati 83.


Caro amministratore delegato Rai Carlo Fuortes, visto che l’aumento sarà da contratto, mi sembra di capire che sarà per tutti. Dovrai fare una modifica alla voce “stipendi dirigenti” del bilancio preventivo 2022. Da semplice abbonato Rai non posso rendermi conto di quanto sia fondamentale per l’Azienda il lavoro di ciascuno di questi 83 dirigenti ed è ovvio che se il loro contratto prevede un certo stipendio, e da quest’anno anche un aumento, non c’è nulla da eccepire. Avrei qualcosa da eccepire se tu nei prossimi mesi chiedessi al governo di aumentare il canone radiotelevisivo, magari con la motivazione che sono “sopraggiunte spese non previste”. Un eventuale aumento del canone spero servirà a migliorare la qualità e la varietà dell’offerta radiotelevisiva e non per pagare certi “i costi fissi”.