Estate televisiva 2025: i trionfi di Canale 5 contro una Rai mediocre e immobile.

In televisione gli ascolti contano, anche d’estate. E se gli ascolti sono eccezionali come quelli di Temptation Island e della Ruota della Fortuna, chi li fa (Mediaset) può esultare e chi li subisce (Rai) dovrebbe abbassare di molto lo stipendio ai direttori e ai dirigenti.

Il successo di Temptation Island a luglio non è un caso. È frutto di un lavoro accuratissimo e mirato costruito per quel 30% e oltre di pubblico che oggi solo Maria mangiacaramelle De Filippi è in grado di accontentare. Ed è la conferma che senza di lei Mediaset non avrebbe ragione di esistere.

Il successo del restyling della vecchia La Ruota della Fortuna, riproposta in access prime time contro Techetechetè il bollito di tutti i bolliti di Rai 1, è il jolly pescato da Pier Silvio Berlusconi un manager che ha sbagliato tanto, troppo, ma che con una concorrenza estiva inesistente potrà a fine anno tirare somme più che positive in termini di ascolti totali.

A questi vanno aggiunti i successi pomeridiani delle turcate, ovvero le soap opera turche, Forbidden Fruit, La Forza di una Donna (che batte di 3 punti di share Estate in Diretta) e Io Sono Farah.

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Intrattenimento DayTime e PrimeTime di Rai 1 e Rai 2: è una Rai che non auguro di guardare al mio peggior nemico.

Ne vedremo delle belle, il talent show trash con protagoniste delle showgirl pensionabili, non sarà il punto più basso della storia della Rai Radiotelevisione Italiana.

Visto l’andazzo al ribasso, la Rai saprà fare di peggio.

Lo show con le showgirl pensionabili condotto da Carlo Conti è oggi quanto di più vicino alla tv commerciale delle origini firmata Fininvest. Solo che la tv commerciale di allora era l’occasione per la Rai di proporsi come differente e, soprattutto, come presidio di qualità televisiva.

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Pier Silvio Berlusconi per la prima volta mette in discussione Antonio Ricci e Striscia la notizia: mettere in discussione sé stesso probabilmente gli risulta geneticamente impossibile.

Caro Ad e vicepresidente Mediaset Pier Silvio Berlusconi, per la prima volta nella tua vita hai messo in discussione Antonio Ricci e Striscia la notizia che vivono una crisi di ascolti tale da farti dire:

“È innegabile che oggi il programma viva un momento faticoso ma è altrettanto innegabile che questo accade dopo 37 anni di vita. Io e Antonio Ricci ci sentiamo spesso, parliamo del programma e sono fiducioso che lui trovi la strada per continuare a lavorare”.

E non hai escluso la possibilità:

“Che in futuro, nell’access prime time ci possa anche essere un’alternanza di prodotto. Così come accade nel preserale”. (Da open.online del 13 dicembre 2024, articolo di Alessandro D’Amato, citando l’incontro di fine anno con la stampa).

Caro Ad e vicepresidente Mediaset Pier Silvio Berlusconi, quando tuo padre raccoglieva i frutti dei successi strepitosi di ascolto di Striscia la notizia tu in televisione facevi al massimo uno sketch a Drive In.

La crisi di Striscia la notizia era inevitabile. Da molti anni è in crisi di contenuti e fatica con gli ascolti. Oggi, evidentemente, non è più sostenibile dal punto di vista della tv commerciale e tu lo dici chiaramente. Non è più tempo di lodi sperticate a Ricci e alla sua Striscia.

Se è vero che pensi ad una alternanza con un altro programma allora è chiaro che Striscia la notizia è finita perché perderebbe la faccia anche con il pubblico che non ha abbandonato il programma.
Tutto nella norma: tv commerciale=ascolti attesi. Se così non è si chiude.

Ma c’è un ma.

Che Striscia la notizia fosse giunto al capolinea era evidente e non da oggi. Se il management non se ne accorge è colpevole e se se ne accorge e pone rimedio in ritardo è colpevole.

Caro Ad e vicepresidente Mediaset Pier Silvio Berlusconi, sei colpevole del crollo di Striscia la notizia anche se, probabilmente per eredità genetica, non lo ammetterai mai.

Giorgia Meloni Presidente del Consiglio e Pino Insegno conduttore de l’Eredità su Rai 1. La coincidenza che potrebbe segnare almeno una delle due carriere.

Giorgia Meloni, la presidente del Consiglio della Repubblica Italiana Giorgia Meloni, di certo non avrà sponsorizzato Pino Insegno come conduttore (da gennaio 2024) di uno dei programmi televisivi più seguiti della televisione italiana, l’Eredità su Rai 1.

Attore, doppiatore, conduttore televisivo, Pino Insegno non ha mai nascosto le sue simpatie politiche per Giorgia Meloni per la quale ha recitato una citazione dal Signore degli anelli sul palco del comizio di chiusura della vincente campagna elettorale 2022.

Ogni cittadino, ogni personaggio pubblico del mondo della cultura, delle arti, dello sport e dello spettacolo ha il diritto di manifestare il proprio gradimento politico. Così come ogni cittadino, ogni telespettatore, ogni giornalista, ogni blogger, ha il diritto di fare una sottolineatura.

Pino Insegno condurrà a settembre anche il preserale di Rai 2, Mercante in fiera, un format giochino che ha già condotto su Italia 1. Ma il ritorno di Insegno su Rai 1 con l’Eredità è certamente la notizia più succosa.

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Cinque minuti di Bruno Vespa in access primetime su Rai 1: il thread di Caro Televip

Cosa potrà mai dire Bruno Vespa in #cinqueminuti dal lunedì al venerdì in access primetime che già non possa dire in 95 minuti di #portaaporta in seconda serata il martedì, il mercoledì ed il giovedì? Boh e pure mah. La Rai, oggi.

E così, la straripante Rai Pubblicità potrà commercializzare un nuovo spazio a cui attaccare spot prima dell’anteprima de #isolitiignoti. I #cinqueminuti di Bruno Vespa toglieranno più spettatori ai programmi interni o alla concorrenza? E, mi chiedo:…

Perché Bruno Vespa non ha fatto i suoi 5 minuti subito dopo che ha smesso di farli Enzo Biagi? Aveva il timore di non essere all’altezza? Oggi lo è? E, ancora. Tre spazi informativi Rai in access primetime non appesantiscono quella mezz’ora?

Vespa, Damilano e Tg2 Post. Due programmi su 3 dopo i tg: Tg1 e il Tg2. L’approfondimento giornalistico è importante ma quando è troppo presente a tutte le ore non allontana chi aspetta di trascorrere una serata di evasione guardando la televisione?

E ancora: questa frantumazione del palinsesto non frantumerà anche la pazienza dei telespettatori stanchi dei bla bla bla di approfondimento giornalistico? Per quanto mi riguarda Bruno Vespa ha frantumato la mia pazienza già da anni e non penso di reggerlo per ulteriori 5 minuti in più al giorno.

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Il Cavallo e la Torre con Marco Damilano su Rai 3: la seconda puntata vista da Caro Televip

Nella seconda puntata de Il Cavallo e la Torre viene presentata la formula con l’intervista faccia a faccia di Marco Damilano ha meno ritmo. Oggi ha ospitato Franco Gabrielli sottosegretario alla Presidenza del Consiglio e Autorità delegata per la sicurezza della Repubblica.

Il tema “servizi segreti, spie ed elezioni” è troppo importante per sviscerarlo in 10 minuti. Non mi ha convinto.

La difficoltà di un programma così breve è nella presentazione dei contenuti che devono essere precisi e ficcanti. Se hai il testo scritto riesci ad esserlo se avvii una serie di domande-risposte rischi troppo sulla tempistica dell’interlocutore.

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Il Cavallo e la Torre di Marco Damilano su Rai 3: la prima puntata nei tweet di Caro Televip.

Prima puntata di Il Cavallo e la Torre di Marco Damilano su Rai 3. C’è tantissimo di Enzo Biagi ed Andrea Barbato con citazioni anche nelle inquadrature. Il picture in picture e lo studio oro e marrone sono inguardabili. Le scelte dei temi saranno fondamentali.

Anche se siamo in un periodo storico durissimo non potrà affrontare tutte le sere temi “pesanti”. Deve per forza “alleggerire” almeno in una puntata su 5. Molto buono l’uso dei “10” minuti con un ottimo ritmo di alternanza tra studio e contributi.

Era esattamente quello che mi aspettavo. Tutto sommato come prima puntata è ampiamente promosso ma la stagione televisiva è lunghissima e una striscia quotidiana deve crearsi un pubblico ed accontentarlo giorno dopo giorno.

L’inquadratura stretta con il cavallo di Francesco Messina sullo sfondo sarebbe bellissima se non si vedessero anche l’erba alta e le luci delle auto che passano su Viale Mazzini. Sull’impianto scenografico si deve lavorare per renderlo meno minimal e tetro.

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Aggiornamento sugli ascolti

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Veronica Gentili: una delle punte di diamante del retequattrismo

Era il 18 giugno 2020 quando Silvio Berlusconi in collegamento con il programma di Retequattro “Stasera Italia” disse alla conduttrice delle edizioni del weekend ed estiva Veronica Gentili: “Sta conducendo queste trasmissioni in modo perfetto”. La giornalista rispose con un sorriso a tripla mascella: “Grazie, mi fa molto contenta” (con inchino del capo).
Da allora, Veronica Gentili non ha più smesso di andare in onda su Retequattro: in autunno, inverno, primavera, estate. C’è stato anche un tentativo di affidarle a settembre 2021 un talk più intimista “Buoni o Cattivi” su Italia 1 che ha fatto meno del 3% in prima serata. Un floppone.


Oggi però è una delle punte di diamante del retequattrismo, ovvero, della televisione in cui le prime serate sono tutte dedicate ai talkshow dove qualsiasi tema è tutto un “la gente deve capire, lo facciamo per la gente, noi siamo quelli che mettono gli italiani al centro di ogni discussione”, anche se la discussione è tanto confusionaria quanto inconcludente.


Veronica Gentili è il volto glamour del retequattrismo. Abiti impeccabili dai colori vivaci ma anche classici purché esista una Tratto Pen in tinta da poterci abbinare. Il suo programma s’intitola “Controcorrente” e lei, seduta alla plancia di comando (nella versione access primetime) o in piedi al centro dello studio (in primetime), si sbraccia come una direttrice d’orchestra nel dare la parola agli ospiti ma anche e soprattutto per accentuare le parole durante le sue inevitabili chiose agli interventi.
Mi dà sempre l’impressione di ritenere indispensabili le sue chiose, fedelissima interprete di uno dei doveri principali che si è dato il retequattrismo: agli italiani glielo facciamo capire noi come stanno le cose. Forte del suo passato di attrice in ruoli minori, gestisce i propri primissimi piani con meccanica maestria: passa dalle mascelle serrate ai sorrisi panoramici con la stessa disinvoltura di Jeeg Robot d’acciaio.
I suoi sguardi passano dall’ampiezza esclamativa all’essere penetranti quando stringe gli occhi in segno di concentrazione. Giornalisti e politici suoi ospiti si rivolgono a lei con un semplice “Veronica” come si fa con le grandi star dei talkshow americani, evidentemente non importa loro l’essere interrotti e chiosati in modo esagerato. Nel serale ha anche modo di fare le interviste faccia a faccia; l’unico segno che lasciano è quello del mio dito sul tasto del telecomando per il cambio di canale.
Cara Veronica Gentili, l’idea che mi sono fatto sul futuro della tua carriera di conduttrice televisiva è la seguente, quando non sarai più una punta di diamante del retequattrismo, di te mi resterà un solo indelebile ricordo: le Tratto Pen in tinta con gli abiti.

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Marco Damilano lascia la comfort zone di Propaganda Live su La7 e si lancia nelle sabbie mobili dell’informazione Rai nella stagione televisiva della propaganda elettorale

L’idea che mi sono fatto è che la Rai abbia ingaggiato Marco Damilano per condurre un programma giornalieriero di informazione (prevalentemente sull’attualità politica) rifacendosi ai grandi del passato della Rai che hanno fatto delle loro strisce quotidiane dei programmi cult: Enzo Biagi ed Andrea Barbato.
Una prima conferma l’ho avuta ieri durante l’ultimo “spiegone” con cui Marco Damilano si è congedato da Propaganda Live, il programma di La7 che lo ha visto commentatore politico fisso per molti anni e che ha contribuito a dargli quella impronta televisiva che oggi lo porta ad avere un programma quotidiano tutto suo su Rai 3.

Durante l’ultimo “spiegone” Marco Damilano ha citato Andrea Barbato e la sua idea di “spiegazione dei fatti”.

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Il Caro Televip 2021 è…: la coppia Valentina Cenni e Stefano Bollani