La direttrice di Rai Fiction Eleonora Andreatta è entusiasta del successo dell’Ispettore Coliandro su Rai2. Un successo scontato: è la rete di Made in Sud!

Cara direttrice di Rai Fiction Eleonora Andreatta, del primo episodio della quinta stagione della serie L’Ispettore Coliandro salvo solo il primo minuto, quello in cui Giancarlo Magalli fa uno spettacolare cameo cantando nudo sotto la doccia Il cobra di Donatella Rettore, morendo spiaccicato a terra per essere scivolato su una saponetta (fa il ruolo di un commendatore che conosceva i loschi traffici dei servizi segreti di mezzo mondo). Un inizio di puntata spettacolare fatto per diventare cult sul web. Poi però è inizato il vecchio Coliandro quello uscito male dalla penna spuntata di Carlo Lucarelli.

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60 anni di storia Rai: quando ci dispiaceva perché finiva Indietro tutta di Renzo Arbore

Caro Renzo Arbore, la struttura Rai Notte ha da poco terminato di trasmettere su Rai 2 le repliche di Indietro tutta. L’ultima puntata, quella in cui eravate tutti in costume da bagno pronti per andare al mare, è stata emozionante come allora, quanto la vidi in diretta. Sarà la nostalgia, sarà che la sento ancora mia quella tv (ma che sto cantando Sarà la nostalgia di Sandro Giacobbe? Boh e pure mah).

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La Elisabetta Canalis di Zelig 1 non è all’altezza nemmeno della Elisabetta Gregoraci di Made in Sud

Cara Elisabetta Canalis, lasciare Los Angeles per tornare in Italia a co-condurre Zelig 1 non è stata un’idea brillante. Vivere negli States e twittare le tue giornate hollywoodiane dà alla tua carriera un alone di mistero che la rende appetibile a giornaletti gossippari e a Studio Aperto. Un mistero che svanisce non appena sali sul palcoscenico di Zelig 1 (il lunedì in prima serata su Italia 1). I titoli di testa ti definiscono “special guest”.

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Rai 2, tutte le strade portano al flop

Caro direttore di Rai 2 Angelo Teodoli, la tua è una rete condannata a dover sempre dimostrare che gli ascolti che fa sono sufficienti a giustificare il nome che porta. E’ del tutto inutile riassumere i tanti passaggi di direzione e i tanti cambi editoriali che hanno caratterizzato la storia recente del secondo canale della Rai, per poterne giustificare le difficoltà croniche. Qualsiasi analisi approfondita si decidesse di fare sul rapporto qualità/quantità dei programmi vecchi e nuovi di Rai 2, porterebbe alla stessa conclusione: non si trova una soluzione affidabile e stabile per dare una svolta alla rete.

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