Elezioni politiche 2022: il “faccia a faccia” finale tra Giorgia Meloni ed Enrico Letta lo condurrà Bruno Vespa. Dopotutto, domani è un altro giorno.

Bruno Vespa con il suo Porta a Porta “speciale elezioni politiche 2022” condurrà la serata televisiva più attesa quella del 22 settembre in cui, a tre giorni dal voto, i leader dei partiti utilezzeranno i 30 minuti a disposizione per l’ultimo appello agli elettori. Tutti tranne due, Giorgia Meloni ed Enrico Letta che useranno le loro due mezz’ore per affrontarsi in un duello faccia a faccia di un’ora.

Bruno Vespa ha spiegato come si è arrivati a questa decisione:

“Nella prima serata del 22 settembre sono stati invitati Enrico Letta, Giorgia Meloni, Matteo Salvini, Giuseppe Conte, Silvio Berlusconi, Luigi Di Maio, Carlo Calenda. A ciascuno di loro è stata assegnata la possibilità di un’intervista di mezz’ ora. Ogni leader avrà il suo tempo preciso uguale per tutti. Letta e Meloni hanno deciso di utilizzare la loro mezz’ora per un confronto tra di loro che a quel punto diventa di un’ora. Un confronto all’americana moderato da me. Questo incontro, se vogliamo chiamarlo faccia a faccia, è frutto di un lungo lavoro iniziato subito dopo lo scioglimento delle Camere ed è il risultato di un accordo tra le due parti. Noi ospiteremo, come peraltro abbiamo sempre fatto, tutte le forze politiche, anche le più piccole, senza nulla togliere ad alcuno”.

(Da AdnKronos del 21/8/22 citando le dichiarazioni di Bruno Vespa al quotidiano La Stampa)

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L’equidistanza dai politici in campagna elettorale da parte del direttore di RaiNews24 Paolo Petrecca: una fotografia in cui abbraccia Matteo Salvini.

Ieri alle ore 10 e 31 il sito Dagospia ha pubblicato un articolo di Giuseppe Candela corredato da una fotografia in cui il direttore di RaiNews24 Paolo Petrecca posa insieme al politico Matteo Salvini mettendogli un braccio sulle spalle. Questa fotografia (scattata il 3 agosto scorso in piena campagna per le elezioni politiche 2022) fa un certo, brutto, effetto.

Per ricordarci che i direttori dei telegiornali Rai sono “in quota” alle forze politiche non c’è bisogno di una fotografia in cui li abbracciano. Però se quella foto è il risultato di una sorta di cercata ostentazione nel mezzo di una campagna elettorale, la situazione ti fa gridare: “DIMETTITI SUBITO!”.

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Elezioni politiche 2022: la tanto vituperata televisione è ancora indispensabile per i partiti, per i politici, per gli addetti ai lavori e anche per gli elettori.

La campagna elettorale 2022 non è ancora entrata nel vivo. È iniziata ed ha fatto i fuochi d’artificio interni alle varie forze politiche e alle probabili coalizioni ma ancora non siamo al culmine della tensione elettorale . Non appena saranno depositati i simboli e le liste dei candidati di ciascun partito si darà fuoco alle polveri ed esploderà. Le presenze televisive saranno sottoposte al meccanismo della par condicio, come scrive la Federazione Nazionale della Stampa sintetizzando il regolamento approvato da Agcom:

“La verifica riguarderà il tempo di parola dedicato alle diverse posizioni politiche nei notiziari e nei programmi di approfondimento informativo diffusi da ciascuna testata, tenuto conto del format, della periodicità di ciascun programma nonché della collocazione delle trasmissioni nelle diverse fasce orarie del palinsesto. In sede di valutazione si terrà conto anche del tempo di notizia fruito da ciascun soggetto politico”.

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Campagna elettorale 2022: e basta con questi talkshow! Voglio i duelli televisivi faccia a faccia tra i big politici! Combattimento tra galli: questa è la politica italiana oggi.

Subire una campagna elettorale in una estate che passerà alla storia come una delle più calde di sempre è una esperienza da incubo. A renderla tale contribuiscono in maniera significativa tutti i talkshow che se ne stanno occupando e che dai primi giorni di settembre saranno il doppio con il ritorno anticipato dei conduttori e dei programmi titolari. Accendere il televisore è uno stillicidio quotidiano. L’afa non ti fa respirare ma è comunque meno soffocante dei programmi televisivi che raccontano questa terribile campagna elettorale gladiatoria.

Quando Enrico Letta, sulla carta il politico più mite di tutti, ha detto “adesso dobbiamo avere gli occhi della tigre”, nella mia testa è scoppiata la musica di Rocky III e non se n’è andata più via.
Quel giorno ho capito che era vana la mia speranza di assistere ad una campagna elettorale di spessore come merita una grande democrazia europea, con idee e soluzioni concrete per l’oggi ed il domani dell’Italia. E allora se Panem (200 euro una tantum) et circenses deve essere che circenses sia! Voglio vedervi scannare per ottenere il mio voto.

Sì lo so sto dando sfogo ai miei istinti più animaleschi e più trash ma cos’altro posso fare? Oggi non c’è un politico e non c’è una forza politica  che ritengo in grado di rappresentarmi culturalmente e come cittadino. Ma per me il voto è un diritto/dovere inalienabile e andrò a votare. Non voterò chi vincerà i duelli televisivi ma li voglio vedere, tutti, questi politici uno di fronte all’altro a sfidarsi come galli da combattimento. Quello è il loro livello e quello possono fare.

Non so in quale Italia mi sveglierò il 26 settembre 2022. Quello che so è che non ho alcuna stima dei politici che si candidano a governarla e che se devo subire una campagna elettorale di un livello così basso allora che i protagonisti si scornino pure in tv l’un contro l’altro armati come in una di quelle serie televisive dove prima o poi tutti finiscono per soccombere. Povera Italia!

Elisa Anzaldo del Tg1 e la battuta sui “peccati” di Giorgia Meloni: una leggerezza che non ti aspetti da un volto di punta della testata di punta del servizio pubblico Rai.

La rassegna stampa del mattino del Tg1 è uno spazio che la direttrice Monica Maggioni voleva rinforzare e far diventare un momento di tv all’americana. Finora le sta portando più polemiche che lodi. Prima il caso dei giornalisti big, conduttori del Tg1 delle ore 20, che hanno rifiutato di condurre la rassegna alle ore 6.30 una volta a settimana (si è scritto di Francesco Giorgino, Emma D’Aquino e Laura Chimenti). Ora il “casino” (o piccolo caso) della conduttrice del Tg1 delle ore 20 Elisa Anzaldo che, avendo accettato di condurre anche la rassegna stampa delle ore 6.30, ha fatto uno scivolone proprio in quello spazio lasciandosi scappare una battuta sulla leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni, in piena campagna elettorale per le elezioni politiche che potrebbero portarla a diventare la prima donna Presidente del Consiglio della storia della Repubblica Italiana.

Elisa Anzaldo nella rassegna stampa del Tg1 Mattina del 3/8/2022 ha scelto di commentare insieme al condirettore del Corriere dello Sport Alessandro Barbano la notizia sul fatto che Giorgia Meloni sarebbe stata di fede calcistica laziale e poi sarebbe diventata romanista.

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Elezioni politiche 2022. Silvio Berlusconi in TV come nel 1994: il futuro può attendere.

Italia, anno 2022. Elezioni politiche anticipate previste per il 25 settembre. Silvio Berlusconi all’età di 85 anni si ricandida. A distanza di 28 anni dalla sua prima volta in politica, aspira ancora a rappresentare i suoi elettori in parlamento. Ripercorrere le sue vicissitudini politiche non è un esercizio che mi entusiasma. Così come vederlo, oggi, nei suoi videomessaggi in tutto uguali a quelli della sua prima discesa in campo.

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Elezioni politiche anticipate: la stagione tv 2022-2023 ancora non è iniziata ed è già “tutta” da riscrivere.

Nel panorama dei problemi mondiali che stiamo vivendo, la sorte della stagione televisiva italiana 2022/2023 è da ritenersi insignificante ma sul tema mi concedo di scrivere “due righe due” da ombrellone.

Il 25 settembre 2022 in Italia si voterà per le elezioni politiche anticipate. La stagione televisiva 2022/2023 non è ancora iniziata ed è già “tutta” da riscrivere. Se la legislatura fosse terminata a scadenza naturale (primavera 2023) la suddetta stagione sarebbe stata pressoché salva.

L’anomalia di una campagna elettorale estiva con voto e formazione di un nuovo parlamento e di un nuovo governo in autunno è devastante per chi, a qualsiasi livello ed in qualsiasi ruolo, farà televisione da oggi fino a maggio 2023. Tutte le emittenti, non solo la Rai, avranno un posto in prima fila nelle incertezze della prossima stagione televisiva.

Quando sembrerà “tutto” finito, inizierà “tutto” di nuovo.

Il cittadino che nei prossimi due mesi avrà un posto in prima fila sul pennone più alto dei vessilli elettorali, da telespettatore subirà l’ennesimo appiattimento verso il basso dell’offerta televisiva.

Non sarà la televisione a darci un minimo di sollievo per aiutarci a superare uno dei momenti più difficili della storia d’Italia caratterizzata da una classe politica di livello bassissimo.

Marco Damilano lascia la comfort zone di Propaganda Live su La7 e si lancia nelle sabbie mobili dell’informazione Rai nella stagione televisiva della propaganda elettorale

L’idea che mi sono fatto è che la Rai abbia ingaggiato Marco Damilano per condurre un programma giornalieriero di informazione (prevalentemente sull’attualità politica) rifacendosi ai grandi del passato della Rai che hanno fatto delle loro strisce quotidiane dei programmi cult: Enzo Biagi ed Andrea Barbato.
Una prima conferma l’ho avuta ieri durante l’ultimo “spiegone” con cui Marco Damilano si è congedato da Propaganda Live, il programma di La7 che lo ha visto commentatore politico fisso per molti anni e che ha contribuito a dargli quella impronta televisiva che oggi lo porta ad avere un programma quotidiano tutto suo su Rai 3.

Durante l’ultimo “spiegone” Marco Damilano ha citato Andrea Barbato e la sua idea di “spiegazione dei fatti”.

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Falsa copertina di Time in onda nello Speciale Tg1 sulla Guerra in Ucraina: la lettera dell’abbonato Rai (non del blogger tv) Akio di Caro Televip alla presidente Marinella Soldi

Cara presidente della Rai Marinella Soldi, il 21 febbraio scorso quando è stato chiaro a tutti che la crisi Russia-Ucraina avrebbe preso la peggiore delle pieghe, ho scherzato (ma non troppo) sul fatto che la direttrice del Tg1 Monica Maggioni non fosse andata in onda con uno Speciale del Tg1 in prima serata. Conoscendo la sua voglia incontrollata e a quanto pare incontrollabile di andare in video, ho ironizzato sul fatto che non fosse immediatamente in onda. Lo ha fatto un paio d’ore dopo la messa in onda della fiction Màkari 2.

Da quel momento in poi ha condotto in studio tutti gli Speciali del Tg1 sulla invasione della Ucraina da parte della Russia andando in onda di mattina, di pomeriggio, in prima ed in seconda serata. La consuetudine che vedeva i direttori di rete e dei telegiornali Rai come dirigenti che non vanno in onda era già saltata da anni con la stessa Monica Maggioni allora direttrice di RaiNews24 che andava regolarmente in onda come conduttrice in occasione di grandi eventi. Anche Antonio Di Bella lo faceva da direttore di RaiNews24. Io credevo fosse una eccezione per la rete all-news e, quasi, la comprendevo. Di recente, il direttore di Rai 3 Franco Di Mare ha annullato completamente il senso di quella consuetudine visto che da direttore di rete ha mantenuto la conduzione del programma di approfondimento Frontiere.

Cara presidente della Rai Marinella Soldi, quando però si commette un errore eclatante che mette la direttrice del Tg1 nella condizione di chiedere scusa in diretta è lecito chiedersi se la presenza in redazione ed in regia della direttrice avrebbe potuto evitarlo.

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Quirinale 2022: l’informazione televisiva allo stesso basso livello della classe politica

Il grande bla-bla-bla televisivo sull’elezione 2022 per il Quirinale è finito peggio di qualsiasi pessimistica previsione. Non c’è stata una emittente televisiva, un telegiornale, una conduzione, un opinionista, un giornalista che abbia spiccato per originalità e bravura. Tutti, ma proprio tutti, dai più noti ai più nuovi, hanno fatto una informazione televisiva vecchia, standardizzata, per nulla interessante, omologata, banale, inconcludente.

L’informazione televisiva italiana esce dal racconto di questa elezione con una reputazione in negativo proprio come quella di una classe politica incapace di eleggere un Presidente della Repubblica che non fosse il vecchio Presidente della Repubblica. Le dirette televisive non-stop non sono state in grado di offrire al telespettatore un approccio moderno e innovativo al racconto di una elezione presidenziale dell’anno televisivo 2022.

Una incapacità strutturale e culturale di un sistema informativo che presuntuosamente pensa di essere ancora un punto di riferimento per il cittadino ed invece è solo un megafono ad uso e consumo di politici e addetti ai lavori. Un circolo per pochi che credono di essere molto più di quello che in realtà sono.

Gli ascolti bassissimi degli “speciali”, sono lì a testimoniare il completo disinteresse della stragrande maggioranza dei telespettatori ed il fallimento generale di tutte le emittenti e di tutte le testate televisive.

Dare la colpa di questi ascolti bassissimi solo allo squallido spettacolo offerto dalla classe politica italiana in questa occasione, sarebbe per chi fa informazione televisiva l’ennesimo atto di una presunzione sconfinata.