Nel panorama dei problemi mondiali che stiamo vivendo, la sorte della stagione televisiva italiana 2022/2023 è da ritenersi insignificante ma sul tema mi concedo di scrivere “due righe due” da ombrellone.
Il 25 settembre 2022 in Italia si voterà per le elezioni politiche anticipate. La stagione televisiva 2022/2023 non è ancora iniziata ed è già “tutta” da riscrivere. Se la legislatura fosse terminata a scadenza naturale (primavera 2023) la suddetta stagione sarebbe stata pressoché salva.
L’anomalia di una campagna elettorale estiva con voto e formazione di un nuovo parlamento e di un nuovo governo in autunno è devastante per chi, a qualsiasi livello ed in qualsiasi ruolo, farà televisione da oggi fino a maggio 2023. Tutte le emittenti, non solo la Rai, avranno un posto in prima fila nelle incertezze della prossima stagione televisiva.
Quando sembrerà “tutto” finito, inizierà “tutto” di nuovo.
Il cittadino che nei prossimi due mesi avrà un posto in prima fila sul pennone più alto dei vessilli elettorali, da telespettatore subirà l’ennesimo appiattimento verso il basso dell’offerta televisiva.
Non sarà la televisione a darci un minimo di sollievo per aiutarci a superare uno dei momenti più difficili della storia d’Italia caratterizzata da una classe politica di livello bassissimo.