Guerra in Ucraina: una notizia normalizzata dall’informazione televisiva italiana

Celebrato il primo anno della guerra provocata dalla invasione dell’Ucraina da parte della Russia, l’informazione televisiva italiana è tornata a trattare questa notizia come una delle tante notizie che vengono date tutti i giorni.

Si dà conto del bombardamento del giorno, si fa uno speciale ogni tanto, si parla, non più di tanto, delle polemiche politiche interne sull’invio o meno di aiuti militari, si tiene viva la fiammella di una notizia alla quale nessuna testata sembra voler assegnare un ruolo preminente.

Simbolo del confine temporale dell’importanza data dall’informazione televisiva italiana al conflitto in Ucraina è stato il ciclo di 100 puntate quotidiane negli speciali pomeridiani di Enrico Mentana su La7.

La notizia è andata via via perdendo interesse ed è finita nelle retrovie gerarchiche di importanza introdotta dai conduttori in studio con la formuletta: “E veniamo ora alla guerra in Ucraina”.

Una notizia di cui parlare se i bombardamenti quotidiani causano vittime civili e se il presidente di un paese importante va a visitare il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.

La soluzione diplomatica al conflitto è lontanissima, è una guerra fatta di bombardamenti che distruggono città e uccidono civili, di guerriglia per la conquista del singolo avamposto.

I cittadini ucraini non vivono più una vita normale. Convivono con lo stato di guerra, con la paura dell’oggi e l’incertezza del domani.

Per l’informazione televisiva italiana, dopo quattordici mesi, l’Ucraina invasa dalla Russia è, di fatto, una notizia minore.

È la bruttezza della stampa, bellezza!

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L’estate 2022 e l’informazione televisiva “a famo strana?”

L’informazione televisiva italiana cavalca le onde delle notizie di attualità nazionale ed internazionale con la consolidata regola del “vabbè dai mo’ basta co’ sta cosa passamo a quest’artra che sinno’ la gggente se rompe e nun ce vede più”.

Succede, da sempre, con tante notizie ma quest’anno succede con due super notizie che hanno calamitato l’attenzione negli ultimi due anni e mezzo: la pandemia da Covid-19, virus che ancora circola e contagia e l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia che ha scatenato una guerra ancora in atto.

Le due notizie sono sì presenti nei TG, nei talk e negli spazi informativi televisivi ma vengono trattate con quel non so che di “aho’ dovemo dille du’ parole sur viruse e su la guera in Ucraina, perché sinno’ ce dicheno che nu lo famo o che lo famo strano”.

Sarà anche colpa della legittima voglia che le persone hanno di vivere senza pensieri l’estate 2022 dopo le restrizioni dovute alle misure di contenimento della pandemia, ma chi fa televisione dovrebbe avere come primo pensiero l’informazione e non cosa vuole sentirsi dire la gggente.

È proprio la scelta di come e quanto trattare le notizie che qualifica l’informazione giornalistica di alta qualità, di cui oggi fatico a trovare esempi soddisfacenti.

Falsa copertina di Time in onda nello Speciale Tg1 sulla Guerra in Ucraina: la lettera dell’abbonato Rai (non del blogger tv) Akio di Caro Televip alla presidente Marinella Soldi

Cara presidente della Rai Marinella Soldi, il 21 febbraio scorso quando è stato chiaro a tutti che la crisi Russia-Ucraina avrebbe preso la peggiore delle pieghe, ho scherzato (ma non troppo) sul fatto che la direttrice del Tg1 Monica Maggioni non fosse andata in onda con uno Speciale del Tg1 in prima serata. Conoscendo la sua voglia incontrollata e a quanto pare incontrollabile di andare in video, ho ironizzato sul fatto che non fosse immediatamente in onda. Lo ha fatto un paio d’ore dopo la messa in onda della fiction Màkari 2.

Da quel momento in poi ha condotto in studio tutti gli Speciali del Tg1 sulla invasione della Ucraina da parte della Russia andando in onda di mattina, di pomeriggio, in prima ed in seconda serata. La consuetudine che vedeva i direttori di rete e dei telegiornali Rai come dirigenti che non vanno in onda era già saltata da anni con la stessa Monica Maggioni allora direttrice di RaiNews24 che andava regolarmente in onda come conduttrice in occasione di grandi eventi. Anche Antonio Di Bella lo faceva da direttore di RaiNews24. Io credevo fosse una eccezione per la rete all-news e, quasi, la comprendevo. Di recente, il direttore di Rai 3 Franco Di Mare ha annullato completamente il senso di quella consuetudine visto che da direttore di rete ha mantenuto la conduzione del programma di approfondimento Frontiere.

Cara presidente della Rai Marinella Soldi, quando però si commette un errore eclatante che mette la direttrice del Tg1 nella condizione di chiedere scusa in diretta è lecito chiedersi se la presenza in redazione ed in regia della direttrice avrebbe potuto evitarlo.

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Il caso “cameriere, badanti e amanti”: Lucia Annunziata e Antonio Di Bella dovrebbero essere immediatamente allontanati dalla Rai.

Durante uno Speciale del Tg3 del 24 febbraio 2022 due dei più celebrati come giornalisti di prestigio della Rai, Lucia Annunziata e Antonio Di Bella, sono stati protagonisti di un fuori onda inaccettabile e per il quale la Rai dovrebbe prendere un solo provvedimento: rimuoverli da qualsiasi incarico e conduzione tv e licenziarli immediatamente. La gravità del fatto è assoluta.

C’è una drammatica guerra in corso ai confini dell’Europa. Nessun giornalista Rai può permettersi il lusso di una leggerezza. E chi commette l’errore di farla, se non ha il buonsenso di dimettersi, deve essere licenziato. Annunziata e Di Bella due tra i più prestigiosi rappresentanti della casta dei super dirigenti Rai ricollocati per legge ad incarichi non inferiori a quelli ricoperti, oggi sono, una autrice e conduttrice del programma di Rai 3 Mezz’ora In Più e l’altro è a capo di tutti i palinsesti del daytime Rai.

L’altro giorno però erano ospiti in studio come opinionisti dall’alto della loro autorevolezza. Al momento del collegamento in diretta con una manifestazione di cittadini e cittadine ucraine residenti in Italia organizzata davanti alla ambasciata Russa a Roma dal Partito Democratico, proprio mentre il segretario del partito Enrico Letta spiegava le ragioni della manifestazione, Annunziata e Di Bella, fuori onda ma con i microfoni accesi, si sono lasciati andare alle seguenti definizioni di quei manifestanti: “cameriere e badanti” per la Annunziata, chiosata da Di Bella “e amanti”. Entrambi fanno televisione da una vita e il solo fatto di non sapere della possibilità di avere ancora i microfoni accesi mentre il conduttore in studio Mario Franco Cao dava la linea ad un collegamento, meriterebbe una reprimenda perpetua.

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