Sanremo 2022: non buona la seconda. Problemi di scaletta, ritmo lentissimo e il comico Checco Zalone da pianto. Ascolti straordinari: 55.8% di share e oltre 11 milioni di telespettatori.

Il Festival di Sanremo dura 5 prime serate in diretta ed è difficilissimo mantenere un livello altissimo tutte le sere come ha dimostrato la seconda di ieri. Meno spazio in avvio alla gara, più spazio, troppo, alla co-conduttrice Lorena Cesarini e agli interventi deludenti del comico Checco Zalone.

L’attrice Lorena Cesarini, emozionatissima per essere stata chiamata da Amadeus, ha puntato tutto sulle manifestazioni di razzismo che ha ricevuto sui social media dopo essere stata ingaggiata per il Festival. Giusto e doveroso denunciare il razzismo subito e dare una risposta nello show più seguito d’Italia anche in difesa di chi lo subisce e non ha voce, ma dal punto di vista televisivo il suo lunghissimo monologo con la lettura di brani da “Il razzismo spiegato a mia figlia” di Tahar Ben Jelloun ha fatto capire subito che il ritmo non sarebbe stato il pregio della serata. Io comunque le girerei il compenso che è stato dato ad Ornella Muti.

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Sanremo 2022: buona la prima con un significativo calando in scaletta nella seconda parte. Ascolti record: 54.7% di share e quasi 11 milioni di telespettatori.

La prima serata del Festival di Sanremo 2022 è stata di ottimo livello, decisamente bene la prima parte, in calando la seconda. Amadeus, al suo terzo Festival e con l’entusiasmo di chi rivede il pubblico in sala dopo il deserto dello scorso anno a causa del Covid-19, è in uno stato di grazia paragonabile al Pippo Baudo dei tempi d’oro.

La scaletta delle prime due ore è volata via e lo show è stato godibile. Le canzoni ad un primo ascolto lasciano una buona impressione. Su tutti spicca l’energia di un Gianni Morandi più eterno ragazzo che mai che con il brano di Jovanotti punta già al podio. È presto per tentare un pronostico. Personalmente non avrei mai immaginato che mi sarebbe piaciuta la canzone di Achille Lauro (Domenica), chissà forse per merito del taglio gospel che gli dà il contributo dell’Harleem Gospel Choir di New York.

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Fuori Festival: il programma originale Rai Play che può restare nascosto sulla Rai Play di Elena Capparelli e va bene così

Cara direttrice di Rai Play Elena Capparelli, tra le cose che la Rai in occasione del Festival di Sanremo 2022 sembra proprio non poterci risparmiare c’è Fuori Festival “il programma originale Rai Play” condotto da Melissa Greta (senza Marchetto? Dove è finito il Marchetto? boh e pure mah) e Aurora Leone (una dei The Jackal che a Sanremo sono in versione ridotta e scomposta visto che Ciro Priello co-conduce Prima Festival. Ari boh e ari mah).

Quindici minuti al giorno che consiglio a tutti di togliersi di torno ed il fatto che vada in onda sulla Rai Play diretta da te garantisce che non debbano fare grandi sforzi per perdersi il programma. Io però sono un ragazzo coraggioso e ne ho visto una puntata intera! C’è Melissa Greta che, anche senza il Marchetto a seguire, è sempre lei: una conduttrice che dà l’impressione di sentirsi tanto smart e sembra sentirsi tanto simpatica.

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La confusione politica per l’elezione del Presidente della Repubblica: quanto sembrerà fuori dalla realtà il mondo delle canzonette del Festival di Sanremo 2022

Caro direttore artistico e conduttore del Festival di Sanremo 2022 Amadeus, a tre giorni dall’inizio del 72° Festival della Canzone Italiana non è ancora stato eletto il 13° Presidente della Repubblica Italiana.

I capi politici ed i parlamentari sono in confusione e non riescono a trovare una soluzione condivisa. Una confusione che da cittadino mi sembra gravissima rispetto alla difficilissima realtà del Paese. Da almeno due mesi il governo presieduto da Mario Draghi è bloccato in attesa di un nuovo Presidente della Repubblica. La politica non dà i segni di professionalità, dedizione e competenza necessari.

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Se Checco Zalone commentasse la elezione del Presidente della Repubblica nel suo spazio comico al Festival di Sanremo

Tra poco più di una settimana l’Italia sarà tutta un “perché Sanremo è Sanremo”. Forse avremo un nuovo Presidente della Repubblica da abbinare a questa edizione e alle pagine di storia del Paese. Il massimo per il neo Presidente e per il Festival sarebbe che l’elezione e la proclamazione avvenissero durante una delle serate dello show più visto della televisione italiana, “costringendo” Rai 1 ad interrompere il Festival per dare spazio all’aula di Monte Citorio in un mix dirompente tra sacro-laico e profano-nazional popolare.

“Non succede ma se succede”, perfino la pandemia sarebbe messa per una sera in un angolo. Nel caso in cui il 1 febbraio invece dovesse essere stato eletto un nuovo Presidente della Repubblica, il Festival non potrà non fargli gli auguri per bocca del conduttore e direttore artistico Amadeus e, chissà, che qualche cantante non si lasci sfuggire un “Forza Presidente!” al termine della sua esibizione.

Di certo, ci toccherà la citazione presidenziale nel monologo del super ospite comico Checco Zalone e questo ci porterà alla triste realtà di una italietta che considera Checco Zalone un super ospite e che gli dà il palcoscenico più importante d’Italia in uno dei momenti più importanti della storia d’Italia.

Chi ha pensato a Checco Zalone come super ospite comico, in concomitanza con l’elezione del Presidente della Repubblica, ha fatto una scelta ponderata che testimonia il livello culturale ed artistico del Paese.

Se Checco Zalone oggi è considerato il massimo esponente della comicità italiana al punto che la prima rete di Stato gli affida uno spazio nel principale show dell’anno e se lui dal palco di Sanremo commenterà
l’elezione del Presidente della Repubblica, vorrà dire che l’Italia dal livello-Zalone può solo risalire.

Brava Rai! Questo si che è un bel messaggio di speranza per il futuro.

Festival di Sanremo 2022 con il ritorno del pubblico al Teatro Ariston: il dubbio che mi ha fatto venire il direttore di Rai 3 Franco Di Mare.

Caro direttore artistico e conduttore del Festival di Sanremo 2022 Amadeus, l’anno scorso sono stato un accanito sostenitore della misura anti-Covid che prevedeva il Teatro Ariston senza pubblico in sala. Era necessario dare un segnale fortissimo alla platea televisiva dello show più visto in Italia. Quest’anno sono convinto che la Rai saprà applicare al meglio le misure di prevenzione previste dal protocollo governativo sui teatri. Ho letto che avete attivato la procedura di prenotazione per i posti in sala e anche il primo promo ci mostra un Ariston con il pubblico e quindi non dovrebbero esserci dubbi.

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Tra un mese inizierà il terzo Festival di Sanremo di Amadeus: evitate la retorica del “Festival della rinascita” per cortesia

Caro direttore artistico e conduttore del Festival di Sanremo 2022 Amadeus, la buona notizia è che quest’anno non ci saranno polemiche sulla presenza del pubblico al Teatro Ariston. La normativa attuale in natura di prevenzione dal Covid-19 prevede il pubblico nei teatri secondo una serie di rigorose misure che dovrete rispettare ma non avrai la platea vuota davanti a te come è accaduto lo scorso anno.

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Gli autori: il tallone d’Achille di Sanremo 2021

Durante la finale di Sanremo 2021, il direttore artistico e conduttore Amadeus ha doverosamente ringraziato tutte le categorie di professionisti che hanno reso possibile la realizzazione di questa edizione così difficile del Festival a causa delle limitazioni per i protocolli anti-Covid. Tra queste categorie si è soffermato, citandoli uno ad uno, sul numeroso gruppo degli autori. È il gruppo che più mi ha deluso, dalla prima riga all’ultima di quello che hanno scritto. Il gruppo degli autori è l’unico che non può appellarsi alle limitazioni dovute all’emergenza sanitaria.

Gli autori avevano l’occasione straordinaria di valorizzare il loro ruolo confermandone la centralità ed invece l’hanno colpevolmente sprecata. A partire dai testi e dalle situazioni destinate a Fiorello, un artista intrappolato in una visione egoriferita dell’universo in cui vorrebbe coinvolgere nei tempi e nei modi chi si alterna sul palco accanto a lui. Un meccanismo che funzionava 20 anni fa e che oggi, anche a causa della perdita di originalità e brillantezza, risulta fastidiosa e per nulla divertente. A Fiorello, gli autori non sono riusciti a offrire una chiave interpretativa nuova, necessaria per sostenere una presenza così massiccia in scena. I testi da abbecedario hanno affossato un Fiorello lontano anni luce dal poter mantenere la sopravvalutatissima definizione di “più grande showman italiano” che è ormai paragonabile alla stagionatissima definizione di “più amata dagli italiani” riferita a Lorella Cuccarini. Ma dove la creatività degli autori di Sanremo 2021 ha dimostrato una solida inconsistenza è stato nei testi e negli spazi di Zlatan Ibrahimović. Dovevano rendere comprensibile il motivo per cui il calciatore è stato scelto come superospite di ben 4 puntate ed il risultato è stato che hanno sostenuto la inaccettabile gag da boss senza una battuta che potesse essere considerata tale. Vabbè, mi son detto, se questi autori non sono in grado di sostenere Fiorello come possono sostenere Ibrahimović? Ma non solo.

Per 5 serate, in ogni momento in cui la scrittura avrebbe dovuto rendere straordinario questo Festival, l’effetto è stato tutto fuorché straordinario. È successo che una delle componenti fondamentali dello show non ha funzionato, indebolendo l’impianto
di tutto il prodotto che già aveva delle limitazioni fisiologiche, rendendolo fragilissimo. E, proprio in questa edizione, non doveva succedere.

Sanremo 2021: si doveva fare e la Rai lo ha fatto. Niente di più, molto di meno.

Stasera si conclude il 71° Festival della Canzone Italiana di Sanremo. Una edizione unica, speriamo, perché realizzata in piena pandemia da Covid-19 che, ad un anno di distanza, continua a limitare la vita di tutti in tutto il mondo, in tutti i settori della società e dell’economia. Il Festival si doveva fare e la Rai lo ha fatto secondo le possibilità di una azienda televisiva pubblica che in questo momento ha enormi difficoltà dal punto di vista gestionale. Il notevole calo di ascolti rispetto all’edizione 2020 pre-pandemia, sarà stato di certo determinato anche dalle limitazioni interne ed esterne al Festival imposte dalle disposizioni governative.

Il Festival come tutte le attività produttive del Paese ha subito, come prevedibile, delle perdite economiche. Ma si doveva fare, perché in Italia è l’evento televisivo di ogni anno e annullarlo avrebbe dato il segnale di una resa definitiva al virus Covid-19. Il non riempire la platea con soluzioni tipo “bolla” ha dato il doppio segnale necessario in questo momento: primo, continuare a prestare attenzione per prevenire la diffusione ed il contagio e secondo ricordarci che quel vuoto è il vuoto di tantissime attività produttive in difficoltà, se non chiuse. In questo senso il Festival di Sanremo e la Rai hanno fatto quello che dovevano. Lo show però poteva essere migliore. È stato una delusione su tutta la linea. Inutile fare l’elenco delle cose che non hanno funzionato e non sono state all’altezza di un grande show perché non se n’è salvata una. Se come si dice “Sanremo è lo specchio del Paese”, quest’anno non poteva che essere una edizione “confusa ed infelice”, parafrasando il titolo del brano con cui Carmen Consoli partecipò al Festival del 1997. Se Sanremo 2021 non è stato un grande Festival non c’è da dare colpe a nessuno. Si deve solo voltare un’altra pagina di questa storia incredibile ma tristemente attuale che è la lotta alla pandemia da Covid-19. Quando anche il Festival di Sanremo tornerà quello che era, vorrà dire che noi tutti avremo ritrovato un po’ della vita che avevamo.

Il ministro Franceschini dice, giustamente, no al pubblico in sala all’Ariston per Sanremo 2021: e ora la Rai faccia lo stesso un grande show da grande broadcaster quale è

Con un tweet di oggi, il ministro della Cultura Dario Franceschini ha messo la pietra tombale sulla possibilità di avere il pubblico in sala all’Ariston durante Il Festival di Sanremo 2021. Scrive il ministro: “Il Teatro Ariston di #Sanremo è un teatro come tutti gli altri e quindi, come ha chiarito ieri il ministro @robersperanza, il pubblico, pagante, gratuito o di figuranti, potrà tornare solo quando le norme lo consentiranno per tutti i teatri e cinema. Speriamo il prima possibile”.

Sono tra quelli che da un bel po’ scrivono che la Rai avrebbe dovuto prendere questa decisione già da mesi.
La cosa divertente è che ci sono sui social media decine e decine di giornalisti e di addetti ai lavori che hanno cavalcato l’onda del pubblico in sala all’Ariston accendendo la miccia del tormentone “Sanremo è uno show televisivo come quelli di Maria De Filippi che vanno in onda con il pubblico!”. Sono tutti rimasti con il cerino in mano. Gente che derideva “chi non capisce cos’è la tv”. Ecco, voi non capite cos’è e cosa significa la Rai durante una emergenza nazionale. E il Festival, essendo lo show più importante della televisione italiana, non poteva salvarsi da questo genere di problematiche organizzative. Strumentali? Sì o no, rimane il fatto che chi fa tv deve saper programmare a lungo termine. La dirigenza Rai avrebbe dovuto pensare ad un Sanremo2021 senza pubblico non oggi ma 8 mesi fa. Una dirigenza da mandare a casa. Ed è ancora più bello che dopo la sentenza emessa dal ministro Franceschini, quei giornalisti professionisti specializzati nel settore spettacolo e TV e gli addetti ai lavori insistono nel dire che ci sono altri show tv che vanno in onda con il pubblico in sala, dimostrando di non capire la differenza tra ospitare il pubblico nei programmi registrati e in diretta. Perché dopo aver preso una cantonata, la dovete difendere? Già, perché? Forse perché un Sanremo2021 sgonfiato non è un problema economico solo per la Rai ma anche per il circo mediatico che sul Festival fattura moltissimo? Boh e pure mah. Il fatto ora è semplice: la Rai deve decidere se fare come ha sempre detto il direttore artistico Amadeus e rinviare il Festival al prossimo anno perché “senza pubblico non si può fare”, oppure dimostrare di essere un grande broadcaster mondiale e fare 5 serate di grandissimo show televisivo senza pubblico in sala all’Ariston, riuscendo lo stesso a contenere le perdite che ciò comporta grazie al sostegno di sponsor “responsabili e volenterosi”. Il pubblico televisivo, ne sono certo, risponderà alla grande e la Rai farà il record di tutti i record di ascolto della storia del Festival.