Caro direttore artistico e conduttore del Festival di Sanremo 2022 Amadeus, a tre giorni dall’inizio del 72° Festival della Canzone Italiana non è ancora stato eletto il 13° Presidente della Repubblica Italiana.
I capi politici ed i parlamentari sono in confusione e non riescono a trovare una soluzione condivisa. Una confusione che da cittadino mi sembra gravissima rispetto alla difficilissima realtà del Paese. Da almeno due mesi il governo presieduto da Mario Draghi è bloccato in attesa di un nuovo Presidente della Repubblica. La politica non dà i segni di professionalità, dedizione e competenza necessari.
Fino ad una settimana fa, l’informazione televisiva italiana parlava solo della pandemia da Covid-19. Oggi l’hanno relegata in un angolino.
Gli effetti delle restrizioni governative decise per ridurre la diffusione del virus le viviamo tutti i giorni e sempre con maggiore insofferenza. Se tra tre giorni non sarà stato eletto un Presidente della Repubblica degno di questo incarico, non credo che avrò lo spirito giusto per cazzeggiare sui social media commentando il tuo terzo Festival di Sanremo.
Tu mi dirai che è proprio nei momenti confusi ed infelici che la televisione, in particolare Rai 1, deve essere in grado di dare ai telespettatori un po’ di sana leggerezza e che il Team Rai farà il massimo per dare agli italiani 5 giorni di intrattenimento come solo il Festival sa e può dare. Vedremo se sarà così.
Di certo anche tu starai facendo il tifo affinché una soluzione del “rebus Quirinale” arrivi prima dell’inizio del Festival. Non solo come cittadino ma anche come king and queen maker di Sanremo 2022.
Caro direttore artistico e conduttore del Festival di Sanremo 2022 Amadeus, il problema però a mio avviso rimarrà anche se prima di martedì avremo un nuovo Capo dello Stato. Come potremo passare dall’insano cazzeggio della politica al sano cazzeggio del Festival senza mentire a noi stessi?
La inadeguatezza della classe politica e la conseguente crisi di sistema, che da anni sta facendo danni irreparabili, in una situazione come questa emerge in tutta la sua drammaticità e il tuo Festival così vicino temporalmente a questa evidenza, ne raccoglie tutti gli effetti negativi.
Non sarà facile per chiunque, a qualsiasi titolo, salirà sul palco del Teatro Ariston, farci dimenticare questi giorni di crisi della politica e del sistema politico. Le canzonette non basteranno a coprire le voci dei politici che abbiamo avuto per 7 giorni nelle orecchie veicolate dai megafoni di tutte le emittenti televisive nei loro “speciali” sul Quirinale.
E nella ipotesi che il Festival riuscisse nell’impresa di distrarci da tutto ciò, vorrebbe dire che anche il Festival è lontano dalla realtà di un Paese, ad oggi, condannato ad assistere ed a subire il triste spettacolo della politica che non rappresenta più niente se non i propri interessi di bottega.