Il Festival di Sanremo dura 5 prime serate in diretta ed è difficilissimo mantenere un livello altissimo tutte le sere come ha dimostrato la seconda di ieri. Meno spazio in avvio alla gara, più spazio, troppo, alla co-conduttrice Lorena Cesarini e agli interventi deludenti del comico Checco Zalone.
L’attrice Lorena Cesarini, emozionatissima per essere stata chiamata da Amadeus, ha puntato tutto sulle manifestazioni di razzismo che ha ricevuto sui social media dopo essere stata ingaggiata per il Festival. Giusto e doveroso denunciare il razzismo subito e dare una risposta nello show più seguito d’Italia anche in difesa di chi lo subisce e non ha voce, ma dal punto di vista televisivo il suo lunghissimo monologo con la lettura di brani da “Il razzismo spiegato a mia figlia” di Tahar Ben Jelloun ha fatto capire subito che il ritmo non sarebbe stato il pregio della serata. Io comunque le girerei il compenso che è stato dato ad Ornella Muti.
La gara musicale è stata troppo spezzettata a causa principalmente degli spazi concessi alla tanto strombazzata partecipazione di Checco Zalone. Il comico non ha deluso i suoi detrattori. Si è esibito in:
- una favola riadattata lgbtq a suo modo, che non sai mai se ci crede o ti sta prendendo in giro;
- una fiaba in salsa calabrese, che non sai mai se ci crede o ti sta prendendo in giro;
- la parodia di un trapper poco ricco, tale Ràgadi, che sai bene chi sta prendendo in giro;
- la parodia di un virologo di Cellino San Marco, che ha fatto nomi e cognomi di tutti i virologi che in questi due anni sono diventati star mediatiche;
- due canzoncine ma proprio ine ine e un accenno del suo brano cult Angela, ovvero, l’unico momento in cui ha giustificato la sua presenza.
Risultato: se questo è il massimo della comicità che può esprimere l’Italia, allora ci meritiamo Fiorello per tutta la vita.
L’altra super star stra-annunciata e stra-già-vista a Sanremo è stata Laura Pausini che purtroppo non ci ha risparmiato la sua cronica valanga autoreferenziale. Ha cantato il suo nuovo brano. Niente di indimenticabile. E poi era lì con Mika e Alessandro Cattelan per lanciare l’Eurovision Song Contest che si terrà a Torino a maggio e che li vedrà co-conduttori. Nei pochi momenti in cui hanno condiviso il palco di Sanremo è emerso che l’affiatamento tra di loro è un tantino da affinare. Se li hanno scelti solo perché parlano bene spagnolo, inglese e francese, temo che avranno un problemone.
Le canzoni della seconda serata per quanto sacrificate sono state il meglio dello show e questa è una buona notizia. Il livello non è altissimo ma si lasciano ascoltare e qualche esibizione ha persino “spaccato”, a partire da quella di Ditonellapiaga e Rettore che hanno alzato il livello di una serata sottotono. Temo che con l’arrivo del televoto potrebbe decollare Sangiovanni. La canzoncina non è male. Elisa parte favorita e potrebbe arrivare favorita e vincente. Se la vedrà con il duo Mahmood e Blanco.
Dopo il primo ascolto il mio podio ideale è:
1) Gianni Morandi
2) La rappresentante di lista
3) Ditonellapiaga e Rettore
Due momenti tristissimi su tutti. Lo spazio in collegamento con la nave “Costa Toscana”, in cui vengono presentate le canzoni della scorsa edizione che hanno avuto successo, è co-condotto da Fabio Rovazzi e Orietta Berti ma l’attenzione è tutta per quest’ultima ed i suoi look esagerati. Ieri Amadeus nel collegarsi si è rivolto direttamente solo ad Orietta Berti costringendo Fabio Rovazzi ad urlare “Ciao Ama!” per dimostrare che esiste.
Il secondo momento tristissimo è stato quando Amadeus è sceso in platea per salutare il pubblico tornato all’Ariston e si è fermato a salutare la moglie del suo agente e conduttrice Paola Perego seduta in prima fila. Lo confermo: non è stata bella la seconda serata di Sanremo 2022.
Gli ascolti sono stati più che straordinari: una media del 55.8% di share con oltre 11 milioni di telespettatori (fonte davidemaggio.it). Numeri che lanciano Amadeus verso il quarto mandato sanremese che non potrà non accettare.