The Couple (una vittoria per due): il reality mega-flop che decreta la fine come conduttrice di prima serata di Ilary Blasi

Cara Ilary Blasi, che come conduttrice avessi dato il massimo del tuo minimo era evidente già da un po’. Però c’è sempre bisogno della conferma definitiva. The Couple (una vittoria per due) è la pietra tombale sulla tua carriera come conduttrice di prima serata e di programmi considerati “importanti” per le reti Mediaset.

La secolare amicizia con Silvia Toffanin non potrà salvarti dall’unica decisione che Pier Silvio Berlusconi come amministratore delegato deve prendere: rinunciare alle prestazioni artistiche della ex letterina, promossa inspiegabilmente a più alti incarichi televisivi. La copia a coppie del Grande Fratello è un flop colossale. Fa ascolti bassissimi (ieri la terza puntata 10.9% di share) e non ne parla nessuno. È uno show, un reality, talmente insignificante che persino il pubblico dei reality più trash che per definizione è di bocca buona, non lo considera degno di essere guardato.

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C’è posta per te, nel male più che nel bene, fa parte della storia della televisione italiana.

È l’inizio del 2025 e come ogni anno da oltre vent’anni sono qui a commentare il successo di pubblico di C’è posta per te di Maria mangiacaramelle De Filippi, il sabato sera su Canale 5. Ieri ha superato il 31% di share ed è stato visto da 4milioni 833mila telespettatori. Un risultato straordinario che si ripete anno dopo anno.

C’è posta per te è andato in onda per la prima volta il 12 gennaio del 2000. Le storie trasmesse allora sono di fatto le stesse che ha trasmesso ieri. Da 25 anni il people show di Maria De Filippi è lo stesso, inalterabile nel tempo. La formula è meno segreta di quella della Coca Cola ma è altrettanto efficace.

Anche chi come me non ama Maria mangiacaramelle De Filippi per la televisione che fa, deve ammettere e sottolineare che C’è posta per te è la sintesi di ciò che funziona su una rete generalista gratuita.

È confezionato chirurgicamente per appassionare un pubblico esistente, resistente e resiliente.

La ideatrice e conduttrice cammina, cammina e cammina in quello studio diviso da un muro a forma di busta da lettere, con la convinzione di chi si sente in marcia verso la frontiera dei sentimenti umani.

Il suo fedelissimo pubblico è felice di invecchiare con lei e chi è già vecchio ha la sensazione che il tempo si sia fermato. Nessun telespettatore si chiede “che giorno è che anno è” perché quel tempo televisivo vuole viverlo con le vecchie storie che “Maria” ha preparato con cura maniacale.

A 71 anni dall’inizio delle trasmissioni ufficiali della televisione italiana, si può affermare che, nel male più che nel bene, C’è posta per te fa parte di diritto della storia della tv.

È uno dei programmi che di più ha contribuito all’appiattimento dell’offerta televisiva e alla relativa standardizzazione dei desideri dei telespettatori.

Dal mio punto di vista ciò è un male assoluto e continuerò a scriverlo anno dopo anno.

Pier Silvio Berlusconi per la prima volta mette in discussione Antonio Ricci e Striscia la notizia: mettere in discussione sé stesso probabilmente gli risulta geneticamente impossibile.

Caro Ad e vicepresidente Mediaset Pier Silvio Berlusconi, per la prima volta nella tua vita hai messo in discussione Antonio Ricci e Striscia la notizia che vivono una crisi di ascolti tale da farti dire:

“È innegabile che oggi il programma viva un momento faticoso ma è altrettanto innegabile che questo accade dopo 37 anni di vita. Io e Antonio Ricci ci sentiamo spesso, parliamo del programma e sono fiducioso che lui trovi la strada per continuare a lavorare”.

E non hai escluso la possibilità:

“Che in futuro, nell’access prime time ci possa anche essere un’alternanza di prodotto. Così come accade nel preserale”. (Da open.online del 13 dicembre 2024, articolo di Alessandro D’Amato, citando l’incontro di fine anno con la stampa).

Caro Ad e vicepresidente Mediaset Pier Silvio Berlusconi, quando tuo padre raccoglieva i frutti dei successi strepitosi di ascolto di Striscia la notizia tu in televisione facevi al massimo uno sketch a Drive In.

La crisi di Striscia la notizia era inevitabile. Da molti anni è in crisi di contenuti e fatica con gli ascolti. Oggi, evidentemente, non è più sostenibile dal punto di vista della tv commerciale e tu lo dici chiaramente. Non è più tempo di lodi sperticate a Ricci e alla sua Striscia.

Se è vero che pensi ad una alternanza con un altro programma allora è chiaro che Striscia la notizia è finita perché perderebbe la faccia anche con il pubblico che non ha abbandonato il programma.
Tutto nella norma: tv commerciale=ascolti attesi. Se così non è si chiude.

Ma c’è un ma.

Che Striscia la notizia fosse giunto al capolinea era evidente e non da oggi. Se il management non se ne accorge è colpevole e se se ne accorge e pone rimedio in ritardo è colpevole.

Caro Ad e vicepresidente Mediaset Pier Silvio Berlusconi, sei colpevole del crollo di Striscia la notizia anche se, probabilmente per eredità genetica, non lo ammetterai mai.

Silvia Toffanin simbolo della tv esageratamente buonista

Silvia Toffanin è il simbolo della tv esageratamente buonista. Fa una tv oltre lo smielato. Si muove come una libellula nel sentimentalismo estremo di cui è pervaso il suo Verissimo. Le sue non sono interviste, sono carezze della buonanotte per neonati.

Guardare Verissimo significa entrare in una atmosfera ovattata in cui la conduttrice-fatina, con misurati colpi di bacchetta magica, trasforma ogni momento in una apoteosi di bontà televisiva. Lei non desidera la pace nel mondo, lei è convinta che c’è già.

Cammina, cammina, Maria mangiacaramelle De Filippi nello studio di C’è Posta per Te, il programma sui sentimenti giunto alla 27esima edizione su Canale 5.

Cammina, cammina, Maria mangiacaramelle De Filippi, mentre introduce i protagonisti delle storie che nei minuti successivi vivisezionerà con chirurgica precisione situazione per situazione, parola per parola. I protagonisti delle storie di C’è Posta per Te entrano in studio con la consapevolezza di essere i protagonisti sacrificali sull’altare del format più lacrimoso della televisione italiana.

Cammina, cammina, Maria mangiacaramelle De Filippi, mentre passa da una parte all’altra del “palcoscenico delle storie” diviso dalla grande busta simbolo del programma, per parlare con i protagonisti che pendono dalle sue labbra.

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Ciao Darwin 9 e le sabbie mobili della brutta televisione firmata Mediaset

Ciao Darwin di Paolo Bonolis è uno dei programmi simbolo della televisione commerciale. La prima edizione risale al 1998 e Canale 5 lo ripropone nel 2023. Per Mediaset è un titolo forte ma trasmetterlo dimostra tutta la debolezza della azienda di cui Pier Silvio Berlusconi è vice presidente e amministratore delegato.

Un’idea televisiva vecchia invecchiata male. Un ideatore-conduttore che sembra non rendersi conto di essere il simbolo di una creatività immersa nelle sabbie mobili delll’inguardabile già visto e rivisto. La contrapposizione di categorie del “genere umano”; la selezione “naturale” di persone che dovrebbero rappresentare il meglio ed il peggio di quelle categorie; la brutta televisione che non vuole arrendersi davanti alla propria inutilità.

Guardare Ciao Darwin oggi, vuol dire auto infliggersi la punizione intellettiva di intraprendere un viaggio spazio-temporale nel proprio passato di telespettatore intontito dal caos generato dalla nascita della peggiore televisione commerciale incapace di evolversi: Mediaset.

https://www.threads.net/@akiocarotelevip/post/C06BGKINWSP/?igshid=NTc4MTIwNjQ2YQ==

Myrta Merlino, all’esordio su Canale 5, con Pomeriggio Cinque batte Estate in Diretta condotto su Rai 1 da Nunzia De Girolamo e Gianluca Semprini. Il thread di Caro Televip.

Nella sua puntata di esordio alla conduzione di Pomeriggio Cinque Myrta Merlino porta a casa un ottimo 21.37% di share nella prima parte e 19.33% nella seconda. Forte il traino che la precedeva, ovvero, La Promessa con il 23.29% (dati da davidemaggio.it)

È solo la prima puntata di un programma che deve andare in onda 5 giorni a settimana fino a maggio 2024. L’effetto curiosità c’è stato? Il traino continuerà a sostenerlo? Il pubblico si aspettava ancora Barbara d’Urso? Estate in diretta non è il competitor?

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Luciana Littizzetto giudice di Tu sì que vales: il colpo di tele-mercato di Pier Silvio Berlusconi e di Maria mangiacaramelle De Filippi

Cara Maria mangiacaramelle De Filippi, l’autunno televisivo ti vedrà ancora una volta protagonista indiscussa degli ascolti del sabato sera con Tu sì que vales. Ma tu non ti accontenti di vincere: tu vuoi stravincere. E così non appena hai saputo che Luciana Littizzetto lasciava la Rai, avrai certamente chiesto a Pier Silvio Berlusconi di ingaggiarla per averla accanto a te nella giuria del talent show autunnale di Canale 5 e lui ti ha accontentato seduta stante.

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Il ritorno di Temptation Island, ovvero, le corna estive stereotipate che piacciono tanto al pubblico di Canale 5. Il thread di Caro Televip.

Lunedì, complice un annebbiamento da afa estiva, ho guardato la prima puntata di Temptation Island 2023. Due o tre situazioni le ho persino commentate con l’ottica del caxxeggio che nelle migliori intenzioni dovrebbe accompagnare la visione del programma.

Purtroppo però #TempationIsland non va visto come intrattenimento leggero e spensierato. È un programma che pone un quesito serissimo sul perché la televisione pensata da Maria mangiacaramelle De Filippi continui ad avere un grandissimo successo di pubblico.

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È morto Silvio Berlusconi, l’uomo che ha inventato Canale 5: il thread di Caro Televip

Silvio Berlusconi ha “inventato” la televisione privata, commerciale, nazionale ed ha cambiato il modo di fare e di guardare la televisione; nel bene e nel male. La spinta innovativa della prima idea di Canale 5 ha dato impulso al cambiamento anche della Rai.

È impossibile sintetizzare la quantità di effetti positivi e negativi che ha avuto l’idea di televisione pensata e costruita da Silvio Berlusconi. Chi come me da giovane telespettatore ha vissuto gli anni della nascita di quella tv non può dimenticare l’effetto novità che respiravamo guardando le reti Fininvest. Complice una Rai ingessata, l’universo delle reti berlusconiane ci sembrava pieno di prospettive. L’appuntamento con le grandi serie TV americane in prima serata o nel pomeriggio era imperdibile.

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