Caro Ad e vicepresidente Mediaset Pier Silvio Berlusconi, per la prima volta nella tua vita hai messo in discussione Antonio Ricci e Striscia la notizia che vivono una crisi di ascolti tale da farti dire:
“È innegabile che oggi il programma viva un momento faticoso ma è altrettanto innegabile che questo accade dopo 37 anni di vita. Io e Antonio Ricci ci sentiamo spesso, parliamo del programma e sono fiducioso che lui trovi la strada per continuare a lavorare”.
E non hai escluso la possibilità:
“Che in futuro, nell’access prime time ci possa anche essere un’alternanza di prodotto. Così come accade nel preserale”. (Da open.online del 13 dicembre 2024, articolo di Alessandro D’Amato, citando l’incontro di fine anno con la stampa).
Caro Ad e vicepresidente Mediaset Pier Silvio Berlusconi, quando tuo padre raccoglieva i frutti dei successi strepitosi di ascolto di Striscia la notizia tu in televisione facevi al massimo uno sketch a Drive In.
La crisi di Striscia la notizia era inevitabile. Da molti anni è in crisi di contenuti e fatica con gli ascolti. Oggi, evidentemente, non è più sostenibile dal punto di vista della tv commerciale e tu lo dici chiaramente. Non è più tempo di lodi sperticate a Ricci e alla sua Striscia.
Se è vero che pensi ad una alternanza con un altro programma allora è chiaro che Striscia la notizia è finita perché perderebbe la faccia anche con il pubblico che non ha abbandonato il programma.
Tutto nella norma: tv commerciale=ascolti attesi. Se così non è si chiude.
Ma c’è un ma.
Che Striscia la notizia fosse giunto al capolinea era evidente e non da oggi. Se il management non se ne accorge è colpevole e se se ne accorge e pone rimedio in ritardo è colpevole.
Caro Ad e vicepresidente Mediaset Pier Silvio Berlusconi, sei colpevole del crollo di Striscia la notizia anche se, probabilmente per eredità genetica, non lo ammetterai mai.