Il racconto televisivo della cronaca nerissima, omicidi, non smette di superare i limiti che vanno oltre il ribrezzo, oltre la ripugnanza.

Quando le storie di cronaca nera raggiungono un livello altissimo di drammaticità come nel caso di una quattordicenne uccisa da un diciannovenne che non accettava di essere lasciato, non c’è registro giornalistico  che possa ritenersi adeguato.
I giornalisti fanno il loro mestiere: raccontano i fatti.


Ma da telespettatore vivo con profonda ripugnanza ogni racconto giornalistico delle emittenti televisive pubbliche e private che riguarda i casi di cronaca nerissima e in questo caso vado oltre la ripugnanza.
La messa in onda del filmato delle telecamere di sorveglianza in cui si vedono i due ragazzi insieme pochi minuti prima dell’omicidio è per me inaccettabile. Il diciannovenne che si mette le mani in testa probabilmente dopo aver provato per l’ennesima volta a convincere la quattordicenne a tornare con lui, la ragazza che gli porge un bicchiere, lui che lo rifiuta e poi i due che si dirigono insieme verso un altro luogo dove avverrà l’omicidio. Ho visto questa scena in tutti i tg, in tutti i programmi, non certo per voyeurismo ma solo per confermare la mia ripugnanza verso la scelta di trasmettere quelle immagini. È certamente diritto di cronaca, ma la sensibilità di una persona emotivamente impressionata da quelle immagini non può non vederle proseguendo nella propria mente fino ad immaginare il tragico finale.
Ci si ferma a pensare a quello che sarà accaduto e nello stesso tempo rivedi anche nella tua mente quella scena in cui lei offre il bicchiere a lui e lui con le mani alla testa, una testa in cui, viene da pensare a chi guarda, già balenava l’intento omicida.
Ecco perché trovo ripugnante questo diritto di cronaca televisiva.

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Marco Fiocchetti e le telecronache degli incontri di Jannik Sinner agli Internazionali d’Italia 2025: difficile riuscire a fare peggio.

Jannik Sinner è tornato dopo tre mesi di squalifica alla attività agonistica partecipando agli Internazionali d’Italia. Un evento importante che la Rai ha seguito trasmettendo in diretta i suoi incontri su Rai 1, Rai 2 e Rai 3, con una oculata riorganizzazione dei palinsesti. Spazio anche ad alcuni match di Lorenzo Musetti e Jasmine Paolini. Uno spiraglio di luce nella programmazione del tennis della Rai dopo un buio durato anni? No, un inevitabile interesse ed investimento sul momento d’oro del tennis italiano che ha numerosi giocatori di primissimo livello con cui ha vinto la Coppa Davis per due volte consecutive e la Billie Jean King Cup.

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Valentina Bisti e la notizia della morte di Papa Francesco: è così che si fa.

Il nome di Valentina Bisti resterà legato alla notizia della morte di Papa Francesco che ha dato nell’edizione straordinaria del Tg1 del 21 aprile 2025.

“Buongiorno. Edizione Straordinaria del Tg1. Papa Francesco è morto pochi minuti fa a Casa Santa Marta, la sua residenza in Vaticano, dove era tornato il 24 marzo dopo un lungo ricovero in ospedale. Le sue condizioni si sono aggravate e allora noi andiamo in diretta telefonica da Ignazio Ingrao”.

La giornalista era in redazione, è arrivata la notizia e da volto del Tg1 è scesa in studio per condurre la “straordinaria” più importante della sua carriera. Non ha pensato a truccarsi in un momento in cui doveva partire “la diretta più difficile della mia vita. Dovevo pensare ad altro, mi sono solo preoccupata di cambiarmi, una collega mi ha prestato la sua giacca nera” (dalla intervista rilasciata ad Andrea Parrella di fanpage.it del 22 aprile 2025 in cui ha raccontato i momenti che hanno preceduto la diretta).

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La morte di Papa Francesco: una riflessione sul lavoro di chi la racconterà in televisione.

La notizia della morte di Papa Francesco è stata data alle ore 9 e 47 di oggi 21 aprile 2025 dal cardinale camerlengo Kevin Joseph Farrell. È una di quelle notizie che definire “breaking news” è riduttivo. È la notizia dell’anno. È la notizia che catalizzerà l’attenzione dei media di tutto il mondo fino al giorno dell’elezione del suo successore (venti giorni/un mese, giorno più, giorno meno).

Sarà un periodo televisivo completamente condizionato dalle tante tappe previste dal protocollo vaticano. E tutte le emittenti televisive dovranno ripensare i loro palinsesti in funzione delle cerimonie previste.

Al netto dei grandi classici di queste occasioni come ad esempio gli speciali di Porta a Porta di Bruno Vespa, sarà un turbinio di programmi, di talk e di cronache.

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Monica Setta con Storie di donne al bivio in prima serata su Rai 2: la versione peluche di Belve

Tra la fine anno 2024 e l’inizio del 2025, Rai 2 ha proposto in prima serata due speciali di “Storie di donne al bivio” con le interviste di Monica Setta a donne del mondo dello spettacolo.

Tra i moltissimi programmi di interviste da cui è afflitta la televisione italiana, il programma di Monica Setta si distingue per l’atmosfera da cameretta con i peluche non solo per la scenografia sognante ma soprattutto per l’approccio avvolgente che la intervistatrice adotta con tutta la sua fisicità traslata virtualmente sull’intervistata.

In ogni intervista Monica Setta spalanca virtualmente le braccia come ad accogliere sul suo ventre il personaggio che senza alcun indugio si accoccola immersa nei sorrisi e nelle belle parole della conduttrice.

Anche quando si parla del bivio presente nel titolo che è quasi sempre un momento difficile nella vita e nella professione dell’ospite, è come se dall’alto dello studio scendesse una polverina magica per spargere e inoculare al telespettatore la grande forza di essere una donna speciale.

Da telespettatore prima che da abbonato Rai, la sensazione più sgradevole che mi ha lasciato è stata quella di assistere ad un chiacchiericcio tra signore vip dell’alta borghesia spacciato come se fosse un grande affresco del cosiddetto universo femminile.

Questa tv al femminile restituisce solo la visione del microcosmo di un gruppo di donne che lavorano nel mondo dello spettacolo il cui racconto del proprio vissuto sembra uscito dalla cartella preconfezionata da un orsacchiotto di peluche che di professione fa il press agent.

“Questa è una domanda format”: no, Francesca Fagnani non ha vinto il duello con Teo Mammucari.

Belve di Francesca Fagnani è come Storie Maledette di Franca Leosini: i social ci sguazzano dentro e ne alimentano il falso mito basato tutto sul personaggio della conduttrice. Della presunta lite tra Teo Mammucari e Francesca Fagnani stupisce solo che così tanti abbiano abboccato al lungo e noioso siparietto.

Non stupisce invece che i giornalisti professionisti abbiano scritto sull’accaduto, quasi tutti per prendere le difese della loro collega consacrata come punto di riferimento delle intervistatrici moderne.

Ciò che a me ha colpito di questa sottospecie di duello verbale è come Francesca Fagnani si è giustificata davanti alle rimostranze di Mammucari: “Questo è il format, è una domanda format”. Fagnani distraeva la massa buttandola in caciara e chiosando “Questo è il format, si diverta!”.


Al netto della evidente inutilità di una intervista a Teo Mammucari, non rimane solo il giochino della presunta polemica che resterà ad imperitura memoria nel mare sconfinato delle inutilità che galleggiano come melma sui social media.


Della discussione Mammucari-Fagnani rimarrà la evidente schiavitù di Francesca Fagnani al format ed al personaggio che si è creata quale conduttrice alla cacio e pepe di Belve. Nel suo curriculum ci sono inchieste sulla malavita che ne nobilitano l’iscrizione all’albo dei giornalisti molto più di altre sopravvalutatissime grandi firme.

È più che legittimo voler fare anche una televisione leggera che strizza l’occhio al cazzeggio pro-social media. Ma giustificare le domande sempre tutte uguali “ha scritto di lei… lei ha detto di sé…” dicendo “è una domanda format, questo è il format” è un limite oggettivo dell’intervistatrice che, a parte i suoi “vabbè”, “mmh” e battutine tipo quelle di Enrico Mentana, a Belve sceglie di legarsi mani e piedi al format.


Ma se poi si esce dal format con una “discussione” come nel “caso Mammucari”, il format si mostra per quello che è: quattro intervistine in croce per far cazzeggiare i social media e per far sbrodolare sul nulla i giornalisti professionisti critici televisivi.

La vita in diretta di Alberto Matano e il vaso di Selvaggia Lucarelli

La vita in diretta oggi ha dedicato un blocco a Chiara Ferragni e al Pandoro-gate. Ospite in studio Selvaggia Lucarelli che ha fatto scoppiare il caso e che sul caso ha appena scritto un libro intitolato “Il vaso di Pandoro”. Per tutta la durata di questo blocco, intitolato “Chiara Ferragni travolta dal Pandoro-Gate”, Alberto Matano ha tenuto il libro in modo che la regia potesse inquadrarlo più volte in dettaglio: 7 volte. 7.

È normale che un programma mostri la copertina del libro di un ospite. Non so se oggi La vita in diretta ha battuto ogni record inquadrando in dettaglio 7 volte la copertina del “vaso” di Selvaggia Lucarelli. Quello che so è che anche nel blocco di lancio del programma flop di Rai 1 L’acchiappatalenti, Milly Carlucci ha fatto i complimenti alla giudice del suo Ballando con le stelle Selvaggia Lucarelli, dicendo che ha comprato il libro e lo sta leggendo. La giudice ha chiosato che la pagano poco a Ballando, come a voler giustificare con questa battutina la benevolenza di Milly Carlucci.

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Il confronto tv Meloni-Schlein per le Elezioni Europee 2024: Bruno Vespa, e chi sennò, condurrà il duello tra le due leader.

Le due donne più importanti della politica italiana cedono al fascino di Bruno Vespa. Giorgia Meloni leader di Fratelli d’Italia e Elly Schlein leader del Partito Democratico, entrambe candidate come capolista alle Elezioni Europee 2024, si affronteranno in un unico dibattito televisivo faccia a faccia moderato da Bruno Vespa.

Il duello dell’anno sarà gestito da Bruno Vespa ed il suo team di Porta a Porta e da Giorgia Meloni ed Elly Schlein ed i rispettivi team. Se la scelta da parte delle due leader poliche e dei rispettivi team è ricaduta su Bruno Vespa vuol dire che si ritengono garantiti al 100%.

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Serena Bortone, il “caso Scurati ed il romanzo della conduttrice uscito poche settimane prima del “caso”: tutti i post su X di Caro Televip

Caso “cancellazione a insaputa della conduttrice dell’ intervento di Antonio Scurati a #chesara”:  Serena Bortone, per coerenza con la sua denuncia, si dimette e lascia immediatamente la Rai e poi va sul Nove?

Cara Serena Bortone, la Rai ti cancella l’ospite Antonio Scurati a tua insaputa e senza spiegazioni (come scrivi in un tuo post) e tu non dici “Ciao! Ciao!” alla Rai, lasciandola immediatamente? #giornalismo

Caso “Scurati cancellato dalla Rai”: che spottone per Serena Bortone ed il suo #chesara

Caso “cancellazione a insaputa della conduttrice dell’intervento di Antonio Scurati a #chesara”: la Rai smentisce le voci di censura e afferma che lo stop è dovuto ad aspetti contrattuali ed economici da vagliare. 1/3
Il post social di Serena Bortone ha alimentato le polemiche anche politiche sul tema dell’intervento che Antonio Scurati avrebbe dovuto leggere: il 25 aprile. La conduttrice non sapeva che avrebbe alzato un polverone? Ha fatto il bene della Rai? 2/3
Ha dimostrato di essere una giornalista libera? Ha dimostrato di essere una giornalista che combatte l’aria che tira in Rai? È la nuova eroina della informazione? Ha fatto una bella figura? No. Ha solo fatto una pessima pubblicità a Serena Bortone 3/3

Erigere Serena Bortone a martire contro l’Inquisizione mi sembra perdere di vista il problema principale: Serena Bortone non ha saputo difendere la sua indipendenza dalla burocrazia Rai con cui è stata motivata la decisione dello stop a Scurati #chesara

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A Che sarà la scrittrice Nadia Terranova non ha potuto leggere un suo testo: perché Serena Bortone non ha fatto “un caso” come con il “caso Scurati”?

A marzo, la redazione del programma Che sarà di Serena Bortone ha chiesto alla scrittrice Nadia Terranova un testo da leggere in trasmissione. La scrittrice ha presentato un testo sull’uso dei manganelli da parte delle forze dell’ordine nei confronti degli studenti pro Palestina a Pisa il 23 febbraio 2024. Oggi, dopo il “caso Scurati” denunciato da un post della conduttrice Serena Bortone, la scrittrice Nadia Terranova, intervistata da Mario Di Vito de Il Manifesto ha così risposto riferendosi al testo rifiutato da Che sarà di Rai 3:

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