Caro Massimo Giannini, formalmente non sei stato “cacciato” da Rai 3. Il tuo contratto da “esterno” durava due anni e al termine non è stato rinnovato. Formalmente Ballarò non è stato soppresso. E’ stato nominato un nuovo direttore di rete ed il programma che non rientra nella sua linea editoriale verrà sostituito da un nuovo spazio informativo con un nuovo conduttore Gianluca Semprini proveniente da SkyTg24.
Anche lui un esterno, solo che la Rai lo ha assunto, vista la sua esperienza nelle all-news. Infatti la Rai ha assunto Semprini e lo ha destinato a RaiNews24 che lo presterà a Rai 3 per fare il programma che prenderà il posto di Ballarò.
L’ingaggio di Semprini come dipendente a tempo indeterminato ha suscitato qualche perplessità e l’Ufficio Stampa della Rai ha dovuto fare un comunicato stampa esplicativo:
RAI: PER ASSUNZIONE SEMPRINI RISPETTATE PROCEDURE CONTRATTO GIORNALISTICO
01/07/2016 – 13:58In merito ad alcune notizie di stampa circolate in queste ore, Rai precisa che tutte le procedure relative all’assunzione di Gianluca Semprini sono state seguite secondo le regole previste dal Contratto nazionale di lavoro giornalistico.
Alla luce della grande esperienza maturata in un canale all news, si ritiene che il suo arrivo, oltre alla copertura dello spazio informativo su Rai3 il martedì sera, possa nel tempo creare valore sia per l’azienda che per Rainews24 in considerazione di un suo futuro, adeguato utilizzo nell’ambito di una testata giornalistica connotata da analoghe modalità produttive. Va inoltre sottolineato come attraverso questo incarico professionale Rai abbia massimizzato il rapporto costi benefici invece di sostenere il peso di un oneroso contratto esterno.
In accordo con il Direttore editoriale per l’Offerta informativa e con il consenso del Direttore di Rainews24, l’azienda ha dunque ritenuto di assumere Semprini in qualità di Capo redattore con contratto a tempo indeterminato con inquadramento a RaiNews24, procedendo al suo contestuale distacco presso Rai3 per il periodo necessario a soddisfare le esigenze editoriali della rete.
Formalmente ineccepibile anche questa assunzione, a quanto pare.
Caro Massimo Giannini, a me il tuo Ballarò non piaceva ma per motivi televisivi e non per la linea editoriale [ post 1 ] [ post 2 ] [ post 3 ]. Quando è arrivato il primo attacco di Matteo Renzi alla tua trasmissione (quello in cui diceva che facevi meno ascolto delle repliche di Rambo), ti ho rinfacciato la linea di autodifesa troppo morbida. Quando il Partito Democratico ha sferrato l’attacco ufficiale contro di te ho sbagliato alla grande nel credere che questo ti avrebbe garantito lunga vita in Rai in nome del pluralismo.
In quella occasione ti sei difeso con carattere dicendo “La Rai mi può licenziare, il Partito Democratico, con tutto il rispetto, proprio no”, ma ti sbagliavi alla grande anche tu.
La Rai non ti ha rinnovato l’incarico, ha cancellato Ballarò e, notizia delle notizie di ieri, ha sostituito Bianca Berlinguer alla direzione del Tg3 nominando al suo posto Luca Mazzà, che nelle vesti di vicedirettore di Rai 3 responsabile di Ballarò (in The Newsroom di Aaron Sorkin, avrebbe avuto il ruolo fondamentale del Producer), lasciò Ballarò perché in contrasto con te perché il programma era troppo anti Renzi.
Non serve il centro di calcolo della Nasa per fare 1+1 = l’ad Rai Campo Dall’Orto nominato da Renzi, nomina Mazzà al posto della Berlinguer non allineata con la maggioranza PD.
L’idea, bislacca, che mi sono fatto è questa: è colpa di Massimo Giannini se adesso Luca Mazzà è il direttore del Tg3. Caro Massimo Giannini, alla luce di questa nomina, assume un significato ancora più profondo il pistolotto finale con cui hai chiuso l’ultima puntata di Ballarò il 5 luglio 2016
“Mi prendo un momento che è tutto per noi. Siamo ai titoli di coda, come sapete Ballarò dopo tanti anni di onorata carriera, va in pensione. Anche noi alla fine siamo stati rottamati. Voglio dirvi che sono stati due anni faticosi ma veramente entusiasmanti. Abbiamo fatto tante cose belle, tante cose brutte, non sta a noi giudicarlo. Abbiamo fatto scelte giuste e scelte sbagliate, come è normale. Ma, come avevo promesso due anni fa, siamo stati di parte. Nel senso che siamo sempre stati dalla parte del pubblico che ci guarda e non del palazzo che ci critica. E ci ha criticato tanto. Siamo sempre stati onesti, con noi stessi e con voi che ci avete seguito da casa. Spesso abbiamo dato fastidio e ne abbiamo pagato anche qualche prezzo. Come capita a chiunque voglia fare una informazione libera anche dentro un servizio pubblico televisivo sul quale la politica, tutta la politica, proverà sempre ad allungare le mani. Voglio davvero ringraziare tutti voi che ci avete seguito da casa e ringraziarvi tutti, qui, la Rai prima di tutto. Il mitico Paolo Beldì con la sua squadra in regia. I fantastici tecnici di questo studio di via Teulada al quale dobbiamo tanto. le care amiche del trucco e della sartoria. Alessandra Ghisleri la nostra compagna di viaggio che ci ha accompagnato con la sua classe e con la sua bravura. Davvero di cuore, grazie. E poi eccola qua! La splendida squadra di Ballarò! La produzione, la redazione, gli inviati, gli autori, Francesco Caldarola, Gennaro Caravano, Peppe Ciulla, Martina Secchi De Rossi, Vladimiro Polchi. E se stasera li ho voluti tutti qui insieme a me è soprattutto per ricordarvi una cosa che in questi tempi di malinteso liberismo si dimentica sempre. Dietro i dati dell’auditel, dietro le cifre di una partita iva, dietro i numeri di una matricola, ci sono loro; persone. Persone, e senza queste preziose persone nulla di tutto quello che avete visto e che continuerete a vedere, sarebbe stato e sarà mai possibile. Forse ci ritroveremo da qualche parte, non lo so. ma intanto buonanotte e per l’ultima volta, buona fortuna. Grazie, grazie! Ballarò! Eccoli qua! Grazie. Grazie a loro!” (da Ballarò Rai 3 del 5/7/2016).
Caro Massimo Giannini, per pronunciare questo sermone d’addio, hai voluto intorno a te tutta la squadra di Ballarò che veniva inquadrata con primi piani e panoramiche a voler rimarcare le tue parole e a rilanciare che quelli sono professionisti che hanno voluto metterci la faccia fino all’ultimo (l’ho documentata con 8 telescatti in due tweet che inserisco al termine del post).
Che l’idea che mi sono fatto io sia bislacca, lo conferma l’articolatissimo comunicato (lo riporto integralmente al termine del post) con cui l’Ufficio Stampa della Rai ha comunicato la nomina dei nuovi quattro direttori di testata. Un comunicato in cui ci sono anche le motivazioni relative alle nomine e che su Luca Mazzà così recita:
“Alla guida del Tg3 viene chiamato Luca Mazzà, attuale vicedirettore di Rai Parlamento, che torna nella redazione dove aveva ricoperto il ruolo di caporedattore economico. La sua carriera in Rai è costellata di incarichi e di ruoli apicali in diverse testate, a dimostrazione di duttilità e di competenze molto variegate che gli sono valse nel 2013 anche la nomina a vicedirettore di Rai3”.
Caro Massimo Giannini, la mia idea bislacca che Mazzà sia diventato direttore di Rai 3 perché al momento giusto ha mollato te e Ballarò è del tutto infondata. Luca Mazzà è il nuovo direttore del Tg3 perché ha “competenze molto variegate che gli sono valse nel 2013 anche la nomina a vicedirettore di Rai3″.
E come direbbe Giovanni Floris: Alè!
L’ultimo “Buona fortuna” di @MassimGiannini e la chiusura di @RaiBallaro in 8 telescatti 1/2#ballaro #Rai3 pic.twitter.com/0RX1HdCj6v
— carotelevip (@carotelevip) 6 luglio 2016
L’ultimo “Buona fortuna” di @MassimGiannini e la chiusura di @RaiBallaro in 8 telescatti 2/2#ballaro #Rai3 pic.twitter.com/j2jm9hxTpE
— carotelevip (@carotelevip) 6 luglio 2016
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Comunicato Stampa da http://www.ufficiostampa.rai.it/
RAI, CDA: DISCUSSO SVILUPPO PROGETTO INFORMAZIONE
Nominati 4 nuovi direttori
04/08/2016 – 18:18
Il Consiglio di Amministrazione Rai riunitosi sotto la presidenza di Monica Maggioni e alla presenza del direttore generale Antonio Campo Dall’Orto ha ascoltato oggi la relazione del Direttore editoriale per l’Offerta informativa Carlo Verdelli relativa allo sviluppo del “Progetto informazione Rai”.
Fortissima in tv, poco incisiva sul digitale: questo è il quadro attuale dell’informazione Rai illustrato da Verdelli nella sua introduzione secondo cui il gap sui nuovi media va recuperato in fretta pena un progressivo indebolimento dell’azienda e la sua contestuale condanna alla perdita di un ruolo incisivo dell’informazione.
Dal punto di vista del prodotto, si punta alla creazione di un’offerta digitale competitiva. Sul fronte organizzativo questo comporterà la necessità della revisione di tutti i processi a supporto dell’informazione e di un percorso che porti ad un’unica organizzazione delle News digitali in grado di coordinare i contenuti e i brand delle testate giornalistiche. Il piano strategico che dovrebbe portare ad un’unica grande redazione digital delle news sarà messo a punto operativamente nei prossimi mesi. L’obiettivo è di arrivare entro il 2017 a portare l’offerta informativa della Rai (dai tg nazionali ai regionali ai radiofonici, dai programmi di approfondimento a quelli sportivi) quotidianamente e in tempo reale su tutte le varie piattaforme digitali: siti, social, tablet, smartphone.
Per quanto riguarda i telegiornali e i giornali radio le proposte presentate da Verdelli prevedono in questa fase una differenziazione editoriale tra le linee dei tre tg e la conseguente scelta di direttori che sappiano interpretarle al meglio. La diversificazione non dovrà solo riguardare la linea editoriale ma anche le tre edizioni principali di ogni testata (mattino, mezzogiorno, sera) in relazione al tipo di pubblico prevalente in ogni fascia oraria. Le novità dovranno riguardare anche l’impaginazione grafica, un minore ricorso ai servizi chiusi per dare più spazio alle dirette, meno immagini di repertorio e più grafici riassuntivi ed esplicativi, tipici del “data journalism”, e una razionalizzazione del numero delle edizioni e delle rubriche legate a ogni singola testata, concentrando mezzi e risorse sui tre appuntamenti principali della giornata e sugli appuntamenti “utili” come quelli dedicati a economia, scienza, medicina, tecnologia.
Per continuare nel lavoro di riforma intrapreso che porterà a fine anno alla presentazione del Piano editoriale sull’informazione, il Direttore generale Campo Dall’Orto ha proposto al Consiglio di amministrazione le nomine di 4 nuovi direttori per le testate giornalistiche di Tg2, Tg3, Giornale Radio e Rai Parlamento confermando gli attuali direttori di Tg1 e Tgr. Le proposte del Direttore generale sono state elaborate valorizzando le risorse interne, premiando il merito e le competenze, anche per i risultati ottenuti, attuando pienamente le pari opportunità, scegliendo profili che garantiscono autonomia, equilibrio e corrispondenti alla costante implementazione del Progetto informazione Rai. Le proposte del Direttore generale sono state approvate a maggioranza con 6 pareri favorevoli e 3 contrari.
Tg1 – Mario Orfeo
Confermato Mario Orfeo. Per gli eccellenti risultati ottenuti in termini di ascolto e di recupero della credibilità del più importante telegiornale del Paese. Sotto la guida di Orfeo il Tg1 è tornato ad essere il telegiornale di tutti gli italiani, la fonte di informazione più importante per gli italiani, per storia e per i numeri che può vantare.
Tg2 – Ida Colucci
Alla guida del Tg2 viene chiamata Ida Colucci. Da 14 anni in forza al telegiornale della seconda rete, nella sua carriera la Colucci ha dato sempre prova di grande equilibrio e alta professionalità, qualità che le sono valse nel 2009 la carica di vicedirettore della testata giornalistica.
Tg3 – Luca Mazzà
Alla guida del Tg3 viene chiamato Luca Mazzà, attuale vicedirettore di Rai Parlamento, che torna nella redazione dove aveva ricoperto il ruolo di caporedattore economico. La sua carriera in Rai è costellata di incarichi e di ruoli apicali in diverse testate, a dimostrazione di duttilità e di competenze molto variegate che gli sono valse nel 2013 anche la nomina a vicedirettore di Rai3.
Giornale Radio – Andrea Montanari
Alla guida del Gr viene chiamato Andrea Montanari che torna così alla radio, proprio nella redazione in cui ha cominciato la sua carriera in Rai. Giornalista politico di lungo corso del Tg1, redazione in cui ha ricoperto diversi incarichi dirigenziali fino a diventarne vicedirettore, a Montanari vengono da sempre universalmente riconosciute eccellenti competenze e grandi capacità organizzative.
TgR – Vincenzo Morgante
Alla Testata giornalistica regionale viene confermato Vincenzo Morgante, che guida la Tgr dal 2013. Da sempre attento conoscitore dell’informazione legata ai territori, con la sua direzione i telegiornali regionali hanno raggiunto in termini di ascolti e di autorevolezza ottimi risultati, anche sul piano della digitalizzazione delle redazioni.
Rai Parlamento – Nicoletta Manzione
A guidare la testata parlamentare della Rai viene chiamata Nicoletta Manzione. In Rai da oltre 25 anni, Manzione ha svolto prevalentemente la sua carriera occupandosi di Esteri, settore in cui ha ricoperto la carica di caporedattore al Tg1 fino a diventare attuale Responsabile dell’ufficio di corrispondenza di Berlino nel 2014.
In seno al Consiglio il Cfo Raffaele Agrusti ha poi presentato l’avanzamento dei risultati economici aziendali. Così come programmato, l’esercizio 2016 si chiuderà in pareggio grazie a ricavi e costi in linea con le previsioni di budget, un risultato importante che consegue l’obiettivo strategico prefissato di salvaguardia del patrimonio, dopo numerosi anni chiusi con perdite di esercizio, ancora più significativo in considerazione del fatto che il 2016 peraltro (come tutti gli anni pari) è stato interessato da ingenti investimenti in diritti sportivi (Olimpiadi e Campionati europei di calcio) pari a 144 milioni. Agrusti ha infine spiegato come stia proseguendo l’attività di investimento sia sul fronte dell’aggiornamento tecnologico dell’azienda, che su quello del prodotto (circa 520 milioni: 218 per la fiction, 18 per i cartoni, 280 per il cinema).
Una risposta a "Luca Mazzà direttore del Tg3 al posto di Bianca Berlinguer: tutta colpa di Massimo Giannini e del suo Ballarò"