La nascita della tv del mattino su TV8: Ogni Mattina visto da Caro Televip

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I dati di ascolto di Ogni mattina su TV8 diventano due: un “giochetto” vecchio come il cucco

Dopo la puntata di esordio ho scritto che sulla prima parte, quella dalle 10 alle 11.55, ci si poteva lavorare mentre invece la seconda parte dalle 12.30 alle 14, dopo il Tg8, era “completamente da cancellare. Irrecuperabile”.

Dopo oltre un mese di programmazione gli ascolti complessivi delle due parti di programma erano inchiodati tra l’1 e l’1.3% di share. Poiché gli ascolti sono fondamentali per mantenere in vita il programma e bloccare una eventuale fuga degli inserzionisti pubblicitari, si è intrapresa la strada della divisione nominativa del programma così da farlo diventare per l’Auditel “due programmi” e quindi far rilevare 2 dati differenti. Ciò ha evidenziato, anche a noi che non avevamo i dati parziali, che la prima parte fa un ascolto che supera il 2% e la seconda parte resta inchiodata all’1%. Il “giochetto” della divisione in parti di un programma per valorizzare gli ascolti è vecchio come il cucco. Non mi sorprende che una tv commerciale lo adotti. Anche se non posso fare a meno di citare Totò: “Caro lei! È la somma che fa il totale!”. Quello che mi sorprende è che la rete abbia deciso di non chiudere la seconda parte. Spera che possa crescere? La trasformerà facendola diventare un gioiello di innovazione ed efficacia televisiva? Boh e pure mah. Quello che so è che di chi fa questi giochetti per salvare un programma vecchio, inutile e brutto non ho fiducia. Più che mai quindi spero in un abbandono totale da parte degli inserzionisti pubblicitari e nella chiusura pure della prima parte che un po’ mi piaceva. Da telespettatore, avere fiducia in chi fa televisione per me è fondamentale. E, per quanto legittimo e logico, un “giochetto” come questo sugli ascolti a me toglie ogni fiducia in chi fa un programma di intrattenimento ma anche e soprattutto di informazione.

Cara Lodovica Comello, è ora che cominci a pensare un po’ di più a noi “ragazzi in cuor nostro”

Cara Lodovica Comello, in cuor nostro siamo e saremo sempre, tutti, dei ragazzi. Uno dei miei programmi televisivi preferiti s’intitola “Le ragazze” e le protagoniste raccontano la loro vita partendo dal momento in cui avevano vent’anni, un’età che a pieno titolo può essere definita quella in cui siamo proprio dei “ragazzi”, anagraficamente. Tu quest’anno ne compirai 30 di anni e tra pochi mesi avrai un bambino. Una giovane, splendida, donna, che come tutti può e deve sentirsi una ragazza anche se una ragazza non lo è più. Tra una settimana su TV8 inizierà Italia’s Got Talent, che condurrai per la quarta volta, ed hai fatto un brevissimo video-lancio sui social media con questo incipit: “Ragazzi, tra una settimana esatta ricomincia Italia’s Got Talent…”. Cara Lodovica Comello, capisco che la base dei tuoi fan è composta da “ragazzi” ma volevo ricordarti che il programma va in onda su una tv generalista in chiaro come TV8 che ambisce a grandi numeri di ascolto soprattutto con show che devono piacere ad un pubblico un bel po’ più vasto dei “ragazzi”.

L’investimento produttivo di mamma Sky è molto importante per questo show e non credo che l’obiettivo di pubblico sia solo quello dei “ragazzi”. Certo, tu sei una conduttrice molto dinamica e smart anche nel linguaggio, quindi usare la parola “ragazzi” sui social media per te è come bere un bicchier d’acqua. Però, sai, anche noi non più ragazzi anagraficamente siamo smart e siamo telespettatori di reti generaliste molto più dei ragazzi. Sai, anche noi non più ragazzi anagraficamente leggiamo i post e guardiamo i video sui social media. Se, la conduttrice che lancia un programma dice “ragazzi”, e lo dice con quel suo modo di fare così giovane, io di colpo mi sento fuori categoria e un po’ ci rimango male. È da ieri che mi chiedo: “Ma quindi la Comello a me che non sono più un ragazzo anagraficamente, non mi vuole tra i telespettatori di Italia’s Got Talent 2020?”. Mi dico: “La Comello è troppo brava a comunicare sui social. Da come ha detto “ragazzi” è chiaro che si rivolgeva ai ragazzi che sono ragazzi anagraficamente e non solo in cuor loro. Cara Lodovica Comello, una quasi mamma, quasi trentenne, può iniziare a comprendere perché mi pongo questi interrogativi apparentemente non così importanti. Potresti dirmi: “Eh, vabbè, ho iniziato il lancio dicendo… ragazzi! E allora? Che sarà mai?”. Ed io ti risponderei: “Sarà o no giunto il momento che Lodovica Comello cominci a pensare di più ad un pubblico di signore e signore piuttosto che di ragazzi? Sì o no?”. Non dico che avresti dovuto iniziare il lancio con un “Signore e signori…” ma almeno senza quel “ragazzi…” troppo yeah! yeah! Rivolgersi al pubblico, a tutto il pubblico, con uno stile giovane e dinamico è un conto ma dare dei ragazzi a tutti i telespettatori di Italia’s Got Talent è un altro. Come diceva Anna Magnani ai suoi truccatori: “Non togliermi neppure una ruga. Le ho pagate tutte care”. Cara Lodovica Comello, sui social media, come davanti alla tv, ci sono tantissimi telespettatori con le rughe ai quali essere chiamati “ragazzi” con tono “yeah! yeah!” può risultare fastidioso al punto di decidere di non guardare quel programma per “ragazzi”. Ora che entri nel club dei trentenni (a Roma si dice… pure te ce cominci ave’ nà certa…), da brava conduttrice quale sei, dovresti pensare un po’ di più a noi telespettatori “ragazzi in cuor nostro”.

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