Cara Megyn Kelly di Fox News, se c’è una giornalista che esce in trionfo dalle elezioni presidenziali americane 2016 quella sei tu. Sei tu la giornalista che è stata attaccata dal candidato presidente Donald Trump perché durante il primo dibattito tv repubblicano del 6 agosto 2015 gli chiedesti conto delle frasi sessiste da lui usate.
Sei tu la giornalista che per quello è diventata l’icona del giornalismo che non abbassa la testa. Sei tu la giornalista che si è sciolta in un tenero sorriso quando Donald Trump ha deciso di citarti nella notte della vittoria nella tappa del Michigan delle primarie repubblicane.
In quella occasione mi è stato subito chiaro che Trump da quel momento in poi avrebbe cavalcato la vostra diatriba e ti chiesi di non cadere nel suo tranello:
“D’ora in poi qualsiasi cosa ti dirà in diretta o meno, non gli regalare il tuo splendido sorriso; se dovesse fargli guadagnare anche solo mezzo voto, avrai fatto un cattivo servizio a questa campagna elettorale”.
Per tutta risposta ti sei presentata alla Trump Tower per metterti d’accordo con lui per fargli una intervista faccia a faccia in quella che ormai avevate fatto diventare una specie di soap opera dell’informazione il “Donald and Megyn show”. Quella intervista ha spento ogni mia speranza di vederti ringhiare come dovrebbe fare un cane da guardia del potere e ti ho manifestato tutta la mia delusione:
“Cara Megyn Kelly di Fox News, peggio di un candidato presidenziale come Trump c’è solo una giornalista come te che si è fatta notare per averlo attaccato e poi al momento della resa dei conti si è accoccolata al suo cospetto godendosi i frutti di 9 mesi di popolarità che quella “guerra” con il candidato presidenziale le ha dato. Sei una delle prove che non sempre il giornalismo statunitense deve essere preso come esempio”.
Cara Megyn Kelly di Fox News, il 45° Presidente degli Stati Uniti d’America avrà per sempre un ricordo splendido di te, dei tuoi attacchi e della tua intervista faccia a faccia. Di certo non gli hai portato sfortuna. La sua proverbiale galanteria lo porterà a riconoscere il contributo che, volente o meno, hai portato alla sua immagine, prima attaccandolo in difesa delle donne e poi aiutandolo a difendersi dall’accusa di essere sessista con quella intervista riparatrice. Sarai tu la giornalista a cui concederà l’onore della prima intervista da presidente magari nello studio ovale? Ieri durante la Election Night eri raggiante. Hai twittato il conto alla rovescia con un entusiasmo da orgasmo professionale. Hai condotto sgambettando dal tavolo dello studio alla stanzetta degli analisti con un dinamismo da gazzella. Hai tirato fuori i tuoi sorrisi più panoramici. Mano a mano che i dati davano sempre di più la certezza della vittoria di Donald Trump, tu t’illuminavi sempre più d’immenso. In te aumentava a dismisura la consapevolezza di avere avuto un ruolo unico in questa campagna elettorale che è andato ben oltre il semplice duello tra una giornalista ed un candidato alla presidenza degli Stati Uniti. Sei tu “la giornalista” delle elezioni Usa 2016. D’ora in poi avrai ancora di più i fari, i microfoni ed i taccuini puntati per avere un parere su The President. Questo ti porterà ancora più popolarità, benefici economici e potere di quanto tu già non abbia. Cara Megyn Kelly di Fox News, “il duello” tra Donald Trump e Megyn Kelly è l’ennesima conferma che non ha più alcun senso esaltare sia il mito della politica americana che il mito dell’informazione americana, se le massime espressioni di giornalismo e politica siete tu e Trump.