Il linguaggio dei segni nei programmi televisivi in diretta. Si può fare?

Caro Giovanni Floris, si potrebbe cominciare con Ballarò. Il tuo programma secondo me si presterebbe bene ad essere il primo programma trasmesso in diretta anche con il linguaggio dei segni per i telespettatori non udenti. La Rai sottotitola molti programmi ma il linguaggio dei segni ha una completezza che i sottotitoli non possono dare. A parte qualche telegiornale, il messaggio di fine anno del Presidente della Repubblica e la messa di Natale del Papa, non ricordo programmi televisivi in diretta con l’interprete per i non udenti. Uno dei motivi per cui tale proposta è difficile da realizzare è che la presenza dell’interprete è invasiva e copre parte dello schermo. Ma adesso c’è il digitale terrestre! Continua a leggere

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Ballarò e la Morale dell’immorale di Ennio Morricone

Caro Giovanni Floris, chi fa i tuoi risultati di ascolto ha sempre ragione; almeno nella logica televisiva. Sai bene però che una delle ragioni per cui hai tanto pubblico è che quel pubblico non ha più alcun punto di riferimento informativo sull’attualità politica in prima serata al di fuori di te. Stai capitalizzando al massimo anche l’incertezza creata dalla crisi economica e questo è uno dei tuoi meriti perché hai una formazione professionale specifica in materia economica. A questo va aggiunta la solidità della struttura redazionale e tecnica della trasmissione che si è consolidata al punto di diventare una certezza in quanto ad affidabilità. Da questo punto di vista, Ballarò è proprio come Porta a Porta di Bruno Vespa e Che tempo che fa di Fabio Fazio; una certezza per la Rai ed il suo pubblico. Ecco dunque il perché non hai ritenuto di apportare modifiche sostanziali ad una trasmissione che a mio avviso già nella passata edizione mostrava rughe ed acciacchi (al termine di questo post ripubblico il post del 12 maggio 2011 pubblicato su carotelevip.splinder.com). Continua a leggere