Il linguaggio dei segni nei programmi televisivi in diretta. Si può fare?

Caro Giovanni Floris, si potrebbe cominciare con Ballarò. Il tuo programma secondo me si presterebbe bene ad essere il primo programma trasmesso in diretta anche con il linguaggio dei segni per i telespettatori non udenti. La Rai sottotitola molti programmi ma il linguaggio dei segni ha una completezza che i sottotitoli non possono dare. A parte qualche telegiornale, il messaggio di fine anno del Presidente della Repubblica e la messa di Natale del Papa, non ricordo programmi televisivi in diretta con l’interprete per i non udenti. Uno dei motivi per cui tale proposta è difficile da realizzare è che la presenza dell’interprete è invasiva e copre parte dello schermo. Ma adesso c’è il digitale terrestre! Ci hanno detto che oltre ad essere una tecnologia meravigliosa è una tecnologia che ha centuplicato i canali e allora utilizziamoli questi canali. Vedo che molte emittenti trasmettono contemporaneamente lo stesso segnale su più canali del digitale terrestre. Dunque immagino che sia tecnicamente possibile trasmettere la versione classica di Ballarò sul canale numero 3 di Rai 3 e la versione con la finestra sull’interprete LIS sul canale numero 103 di Rai 3 Test o sul canale vattelappesca Test. Tra poco si farà la gara per l’assegnazione delle nuove frequenze digitali (si farà? Boh e pure mah) e magari si potrebbe ipotizzare di dare un bonus/sconto alle emittenti che si impegnano a trasmettere un certo numero di trasmissioni in diretta anche con il linguaggio dei segni (ammazza e chi sò? Un tecnico?). Caro Giovanni Floris, l’altro problema suppongo sia il costo di produzione perché per una trasmissione complessa e lunga come Ballarò, dove parlano tante persone, occorre un turn over molto serrato tra gli interpreti. Ma non mi sembra un problema insormontabile e sono certo che nei meandri del contratto di servizio pubblico che la Rai ha sottoscritto con il Ministero delle Comunicazioni c’è scritto che la Rai si impegna a offrire sempre più servizi per i non udenti. Così come credo che i manager della concessionaria pubblicitaria della Rai saprebbero trovare uno sponsor specifico per coprire parte del servizio. Caro Giovanni Floris, ho pensato a te e a Ballarò, perché puntate alla qualità televisiva e perché in questo momento la tua è l’unica trasmissione in prima serata della Rai che sta cercando di spiegare ai cittadini italiani, a tutti i cittadini italiani, la crisi economica e i provvedimenti governativi per superarla. E’ chiaro che non avresti l’esclusiva di questo servizio così utile. Massimo Giletti vuole che anche il pubblico dei non udenti possa apprezzare in diretta le continue interruzioni di Klaus Davi? Ingaggia un interprete del linguaggio dei segni, lo inquadra con una telecamera e trasmette il programma per i non udenti in contemporanea, in diretta, sul canale 101 Rai1 Test, o sul canale vattelappesca Test. Caro Giovanni Floris, pensa che bello sarebbe il tuo “Alé” nel linguaggio dei segni.

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