Eccolo! Ce l’ho! È arrivato il canone in bolletta! Che meraviglia! Che bellezza! Che soddisfazione! #canoneRai pic.twitter.com/HkWWOMrktC
— carotelevip (@carotelevip) 1 agosto 2016
Eccolo! Ce l’ho! È arrivato il canone in bolletta! Che meraviglia! Che bellezza! Che soddisfazione! #canoneRai pic.twitter.com/HkWWOMrktC
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Cara presidente della Rai Anna Maria Tarantola, mi piacciono gli spot con cui state invitando gli italiani a pagare il canone tv per l’anno 2015. Li avete suddivisi per argomento (intrattenimento, informazione, cinema, fiction, musica, cultura, radio) e mostrate le immagini e le voci delle produzioni più significative con lo slogan “il canone più basso d’Europa per l’offerta in chiaro più ampia d’Europa”.
Cara presidente della Rai Anna Maria Tarantola, l’arrivo del bollettino per il pagamento del canone di abbonamento alla tv è per me sempre motivo di gaudium magnum. Oggi anno mi dispero perché arriva in ritardo e mi assale la preoccupazione: l’Agenzia delle Entrate e la Rai si sono dimenticati di me? Non ho più il privilegio di essere un chiodo fisso nei loro pensieri? Poi la nebbia si dirada perché il portalettere si degna di recapitarmi la missiva insieme ad altre cinque bollette da pagare (già scadute per bontà del servizio postale). Tranquilla, a voi vi ho già pagato ieri, ampiamente entro il termine previsto.
Ho scelto di fare la fila alla posta e non di semplificarmi la vita pagando online o dal tabaccaio; se sofferenza deve essere che sofferenza sia, fino in fondo. Come ho scritto su twitter a due dei vostri direttori che critico di più, Giancarlo Leone (Rai 1) e Andrea Vianello (Rai 3): “sono un blogger puntiglioso ma anche un abbonato puntuale” (ringrazio Andrea Vianello per il “mi piace” di risposta al tweet). Tutte le critiche che faccio alla programmazione Rai non hanno in alcun modo l’obiettivo di dire che la Rai non si merita i soldi che le vengono dal pagamento del canone e l’ho sempre scritto nei dieci anni di gestione di questo blog. La lista dei meriti della Rai è molto più lunga di quella dei demeriti. Questo non vuol dire che dalla Rai non si debba pretendere ancora di più; anzi, “di tutto, di più”, per dirla con lo slogan di un vostro vecchio spot paga-canone. Cara presidente della Rai Anna Maria Tarantola, non ti dico di aver accolto con entusiasmo l’arrivo del bollettino per il pagamento del canone di abbonamento alla tv 2014, però non ho nemmeno reagito come fanno negli spot che vi siete inventati quest’anno per intimarci di pagarlo. Anche perché nella finzione degli spot all’abbonato arriva una busta con la carta intestata della Rai e la accartoccia per buttarla, mentre, la busta vera che arriva a casa, è su carta intestata della Agenzia delle Entrate e non c’ho pensato nemmeno un attimo ad accartocciarla e buttarla; sono andato di corsa alla posta a pagare la tassa.
Caro presidente della Rai Anna Maria Tarantola, il vostro spot per il pagamento del canone tv 2013 si basa su una affermazione ed una manifestazione di intenti. La affermazione è che il canone tv è una tassa; la manifestazione di intenti è relativa all’impegno della Rai a non farci rimpiangere di averla pagata. Il vostro ufficio stampa ci spiega che: “La campagna promossa dall’emittente di servizio pubblico ha l’obiettivo di ricordare, con garbo e ironia, a tutti gli utenti che il canone – in quanto semplice tassa di possesso sull’apparecchio televisivo – deve essere pagato, come ogni altra tassa dovuta allo Stato, a prescindere dall’uso che si fa dello stesso dispositivo audiovisivo”.
Caro direttore generale della Rai Lorenza Lei, state trasmettendo gli spot relativi al pagamento della tassa sul possesso di apparecchi atti o adattabili alla ricezione dei programmi televisivi (ex canone). Quest’anno avete sposato la strategia comunicativa del rigore e il messaggio è più che diretto, con la voce che al termine dei 4 spot tematici ha un tono ultimativo: “Il canone non è un tributo come tutti gli altri. Pagarlo non è solo un gesto di civiltà: è un obbligo”. A me è suonata così: il canone non è un canone, è una tassa e la dovete pagare per forza e senza stare a discutere più di tanto (e scordatevi il posto in prima fila!). Continua a leggere