Enrico Mentana, Fabrizio Masia, il male necessario dei sondaggi e gli exit poll 2014 che forse era meglio non dare

Caro Enrico Mentana, ad un anno di distanza si è ripetuto il flop dei sondaggi elettorali che stavolta ha assunto proporzioni abissali che ne mettono seriamente in dubbio l’utilità, soprattutto per chi fa informazione. Lo scorso anno, in occasione delle elezioni politiche, solo Alessandra Ghisleri aveva i dati giusti; stavolta neanche lei. Ieri sera, ospite di Piazzapulita (La7), la sondaggista di fiducia di Silvio Berlusconi ha balbettato una vana difesa mentre Paolo Mieli la incalzava chiedendole come mai non è stata in grado di prevedere una vittoria schiacciante del PD sul M5S di ben 20 punti percentuali di differenza (40.81% contro il 21.15%).

Oggi tutti deridono i sondaggisti e il primo pensiero come sempre va a te che nei sondaggi credi così tanto da averli fatti diventare un appuntamento fisso del lunedì all’interno del TgLa7.

Così, se lo scorso anno ironizzavo in un tweet “per la serie i grandi sprechi di @La7tv: un anno di sondaggi del lunedì di @ementana #elezioni2013”, quest’anno non posso che ribadire il concetto e sorridere delle spiegazioni che stai dando per l’ennesima debacle del tuo sondaggista di fiducia Fabrizio Masia di Emg. Nello speciale di domenica sera hai subito difeso la scelta di dare gli exit poll perché “li fanno in tutta Europa con la stessa metodologia” ma di certo, in quei primi minuti dopo la chiusura delle urne, per te era impensabile immaginare un risultato elettorale così lontano dalle previsioni dei sondaggi che fino ad aprile hai dato tutti i lunedì e ritengo anche rispetto a quelli dell’ultima ora che avevi e che non hai potuto dare. Basta andare a rivedere i video sul sito del TgLa7 nella pagina dedicata al “Sondaggio del lunedì” e si avrà la conferma che tu e Masia siete stati tra quelli che davano il Movimento 5 Stelle in crescita e il Partito Democratico in testa ma non trionfante. Caro Enrico Mentana, per coerenza con i sondaggi pre elettorali sbagliati, hai voluto dare nell’immediatezza della chiusura dei seggi anche gli exit pool di Masia che si sono rivelati sballati (PD al 33% e M5S al 26.5%) e oggi su Il Fatto Quotidiano ti difendi così:

“Purtroppo non ci siamo avvicinati molto ai dati reali, ma un voto come quello di domenica sovverte tutti i pronostici. Poteva andare meglio, è vero, ma è inutile piangere sugli exit pool versati. Sono un male necessario, e poi si fanno in tutti i paesi. Il boom di Le Pen, in Francia, è stato annunciato sulla base degli exit pool. Ed era accurato. In Italia il paesaggio elettorale è diverso, e forse siamo anche meno bravi. In effetti sarebbe meglio aspettare due ore e veicolare i dati veri. Ma i sondaggi fanno parte dei presidi della democrazia” (intervistato da Beatrice Borromeo su Il Fatto Quotidiano, 27/5/14).

Caro Enrico Mentana, nessuno può sapere con certezza se gli italiani rispondono la verità quando sono intervistati per i sondaggi e gli exit pool elettorali. In molti sono convinti che ci sono degli italiani che non dicono la verità sulle proprie intenzioni di voto e su chi hanno realmente votato. Dopo la mancata previsione dello storico boom elettorale del Partito Democratico di Matteo Renzi alle Elezioni europee 2014, sarà durissima per i sondaggisti politici, e per le testate giornalistiche che li ingaggiano, riguadagnarsi una credibilità. Per le prossime tornate elettorali propongo che il TgLa7 sostituisca la rubrica “i sondaggi del lunedì” con la rubrica “quattro simpatiche chiacchiere su il più e il meno tra Mentana e Masia”. Perché simpatici, siete simpatici; un buon 20% in più rispetto ai comici di Colorado e Made in Sud.

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