Quattro funerali e nemmeno un matrimonio: la tv a lutto durante le feste di Natale

La morte di un personaggio pubblico, in qualsiasi campo abbia operato, è una notizia ma è anche un genere televisivo che per i giorni seguenti si manifesta in varie forme e collocazioni ed è alimentato dalle reazioni sui social media da parte delle persone comuni e da parte dei personaggi pubblici.

La morte di un personaggio pubblico è un evento che s’inserisce prepotentemente nella programmazione televisiva e non ci si limita a dare la notizia, a fare un profilo e ad esprimere le condoglianze.

Si deve dare spazio all’approfondimento coinvolgendo opinionisti, amici e colleghi del defunto famoso, dal momento dell’accaduto fino al giorno del funerale e poi, per un po’, anche dopo.
Tutto normale e giustificato nell’era dell’informazione planetaria istantanea e della iper connessione 24 ore su 24 in cui la diffusione delle notizie è capillare e potentissima.

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Canzone segreta: lo show di Rai 1 sulle sorprese ai vip, divertente come trovare un portachiavi nell’uovo di Pasqua

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Maria De Filippi per Canale 5 è come Montalbano e Don Matteo per Rai 1

L’esordio della edizione 2020 di C’è posta per te su Canale 5 è impressionante in termini di ascolto: 30,2% di share e 5,9 milioni di telespettatori. Numeri da programma tv “evento” o da fiction Rai imbattibili come Don Matteo e Montalbano. Se aggiungiamo i numeri di Tu sì que vales, Temptation Island Vip, Uomini e Donne e Amici è evidente che il potere di Maria De Filippi è più solido che mai al punto di mettere in secondo piano i risultati di ascolto al di sotto dei suoi standard come quelli di Amici Celebrities.

Il potere a cui mi riferisco è quello di essere il fulcro delle strategie Mediaset cosa che influenza anche le scelte editoriali della Rai. Da anni Rai 1 cerca di trovare un programma di emotainment nella speranza di replicare il successo di C’è posta per te con risultati più che deludenti come nel caso di Senza parole e La porta dei sogni, solo per citare quelli con
conduttrici importanti come Antonella Clerici e Mara Venier che hanno fatto meno della metà della percentuale di share di C’è posta per te. Un format che ha meccanismi precisissimi ed efficacissimi. Un format che nelle mani della sua ideatrice-conduttrice non perde smalto anno dopo anno e il cui racconto, per quanto ripetitivo nella sostanza, mantiene una imprevedibilità che inchioda il pubblico fino all’ultimo istante dell’ultima storia in scaletta. Maria De Filippi non si perde in fronzoli, va sistematicamente e puntualmente al sodo anche nelle sue lunghe introduzioni e poi, magistralmente, in ogni momento che precede la decisione di aprire o chiudere la busta gigante della scenografia, una immagine televisiva diventata il simbolo della riapertura o della chiusura di un rapporto affettivo. Maria De Filippi è la sacerdotessa di un programma che è la madre di tutte le messe cantate televisive. Lei non conduce, celebra. Legge i suoi testi sacri, li commenta e li condivide con i suoi fedeli telespettatori. È il confessore al quale ci si rivolge nella speranza di vedere tornare una luce splendente nella propria vita affettiva. Ma quali Don Matteo e Montalbano! La De Filippi è molto più potente!