Mezz’ora in più Speciale elettorale di Lucia Annunziata: c’era una volta, anzi c’è, la tribuna elettorale di Jader Jacobelli

Ieri la Rai ha trasmesso nel pomeriggio domenicale di Rai 3 la prima puntata di Mezz’ora in Più Speciale, in modalità “tribuna”, che a me sembra tanto la copia dei format Tribuna Elettorale e Tribuna Politica che andavano in onda negli anni ’60 sulla Rai in bianco e nero. Davvero poche le differenze, praticamente nessuna se pensiamo che sono passati sessanta anni.

C’è meno distanza tra i 4 politici ed i 4 giornalisti che sono seduti al tavolone simbolo del programma. La moderatrice-conduttrice è in posizione centrale a testimoniare la sua equidistanza. A fare da scenografia ci sono due tribunette che ospitano altri candidati della lista protagonista del blocco.

Nelle vecchie tribune elettorali e politiche in bianco e nero, la tribuna della stampa (più di 4 giornalisti) fronteggiava a maggiore distanza il tavolo del politico ed il moderatore-conduttore era seduto accanto al politico.

Insomma, per far rispettare la “moderna” par condicio, Lucia Annunziata si affida ad un modello televisivo di quando era bambina.

“Io faccio solo l’arbitro. Non vi aspettate domande da me”, dice la moderatrice-conduttrice ai poltici, ma non è vero perché spesso s’insinua nella discussione con una domanda sforzandosi di far vedere che le è appena balenata nella testa.

Poi torna ad interpretare il ruolo di moderatrice-conduttrice con un approccio molto differente dal suo stile di conduzione: fa la simpatica.

Non è seriosa ed ostentatamente incalzante come suo solito. Anche quando il politico non risponde alla sua domanda lei alza seraficamente le braccia e con il sorriso sulle labbra dice “non mi ha risposto”. Poi va immediatamente avanti dando la parola ad uno dei quatto giornalisti per fare la prossima domanda.

Ieri ha ospitato le prime quattro liste politiche e non è stata una puntata particolarmente interessante anche per colpa dei quattro giornalisti selezionati che sono stati insipidi. Solo con i politici della prima lista c’è stato un contraddittorio un po’ vivace ma più per merito dello spirito barricadero dei politici che per l’insidia non pervenuta delle domande.

Con la presenza delle liste principali si spera che anche i giornalisti svolgano con maggiore incisività il loro ruolo e, soprattutto, pongano domande meno scontate volte a scardinare i politici dai loro contenuti preconfezionati che ripetono a macchinetta già da molte settimane.

Il rischio maggiore di questo format è che con la presenza dei politici più in alto nei sondaggi e con i giornalisti più popolari ed abituati a parlare in televisione, possano verificarsi momenti di caos paragonabili ai peggiori talkshow. In quei casi sarà molto difficile per Lucia Annunziata gestire la situazione e non solo perché ha scelto di dare al suo ruolo uno stile più sorridente del solito ma perché non è Jader Jacobelli che con mestiere, determinazione ed equilibrio riusciva a gestire personalità politiche di spessore altissimo e con dei caratterini che anche i più roboanti politici di oggi se li sognano.

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