Caro direttore di Rai 3 Andrea Vianello, dopo Sconosciuti, ho trovato un altro programma figlio della tua direzione che mi piace. S’intitola Nemico Pubblico Live e da ieri va in onda il martedì, in seconda serata, tra Ballarò e Linea Notte del Tg3 (6 puntate). Un programma che avete definito “Una scommessa” perché Rai3 “vuole proporre per la prima volta al suo pubblico la Stand up comedy, un genere poco conosciuto in Italia, soprattutto in tv, che nel mondo, da decenni, riempie teatri, comedy club e palinsesti televisivi”. Dopo la prima puntata e, indipendentemente dagli ascolti, per me la scommessa l’avete già vinta.
L’anima di questa edizione prima edizione di Nemico Pubblico Live è Giorgio Montanini, unico monologhista, co-autore e interprete principale delle 2 candid camera previste dal format.
Montanini è un volto nuovo ma che ha mostrato di avere alle spalle la gavetta dei locali off e di saperla adattare alla tv. La mission del programma è di trattare “i temi sociali più controversi dell’attualità, dalla violenza sulle donne al razzismo, dalla terza età all’omofobia passando per l’indifferenza e la discriminazione verso le categorie socialmente deboli”, attraverso la ottima vena satirica, ironica e dissacrante di Montanini che gestisce dei monologhi da 5/6 minuti con una padronanza che, a prima vista, mi ha fatto pensare al Gigi Proietti di A me gli occhi please.
La sua è una comicità che non ricorre mai al tormentone e usa con parsimonia scientifica la parolaccia (ovvero, solo quanno ce vò ce vò) o la allusione alla parolaccia. La location e la scenografia sono azzeccatissime. La vecchia idea del comico sul palchetto di un piccolo club/cantina con il pubblico seduto al tavolo, ad un passo dal prenderlo a pernacchie, è quanto di più semplice per dare l’idea delle risate vere. Ecco, era da un bel po’ di tempo che non vedevo dei piani di ascolto del pubblico di un programma comico, con persone che ridono sul serio, di cuore. Montanini nei monologhi della prima puntata ha ironizzato sulla censura tv che ancora oggi non gli consente di parlare esplicitamente dell’organo genitale femminile, sulla difficoltà dei rapporti di coppia quando uno dei due, in questo caso l’uomo, non vuole avere figli e sul dramma della violenza sulle donne vittime di mariti alcolizzati.
Monologhi che oltre ad essere divertenti hanno avuto il pregio di avere un filo logico, uno spessore, una ricerca linguistica e di non fermarsi alla semplice battuta, andando oltre, costringendo il telespettatore a riflettere anche quando il sorriso si è spento. Caro direttore di Rai 3 Andrea Vianello, l’altro pregio assoluto di Nemico Pubblico Live è la durata: 25 minuti. That’s television! Il difetto più grande del programma è che per riempire quei 25 minuti ed intervallare i monologhi di Giorgio Montanini si ricorre a due candid camera che, nelle intenzioni dichiarate dal conduttore, dovrebbero essere delle provocazioni su temi particolarmente forti come la violenza sulle donne e la disoccupazione.
Così, vanno in onda quasi 6 minuti di candid camera di una donna chiusa dal marito nel bagagliaio dell’auto nel parcheggio del supermercato per consentirgli di andare a fare la spesa da solo in tutta tranquillità. Più che satira scorretta su di un tema forte è stata una sceneggiata ridicola di quelle trite e ritrite viste a Scherzi a parte. Idem per la candid camera ambientata dentro al supermercato con Montanini e una attrice nei panni della moglie a gestire, megafono alla mano, il banchetto di una petizione intitolata “per risolvere il problema della disoccupazione togliamo il lavoro alle donne”.
La scelta di trattare tematiche sociali importanti non restituisce al genere candid camera la nobiltà e la valenza sociologica che aveva in origine con Nanny Loy, caratteristiche che sono andate perdute perché questo genere televisivo è stato sminuito a macchietta per vedere le reazioni dei televip vittime di scherzi o, peggio, vedere televip che si travestono per fare degli scherzi a persone comuni.
Caro direttore di Rai 3 Andrea Vianello, Nemico Pubblico Live ha tutte le caratteristiche per diventare un buona versione italiana di uno dei generi di show all’americana più riusciti che in tv ha avuto nel Saturday Night Live il suo esempio più famoso. Basterebbe alternare ai monologhi dell’ottimo Giorgio Montanini, una esibizione di una band da club/cantina (di tutti i generi musicali) e una esibizione di un comico esordiente (senza farlo diventare una presenza fissa) per avere un prodotto televisivo tanto semplice quanto bello, divertente e di spessore. Aspetto con curiosità ed interesse le prossime puntate anche se già so che durante le candid camera farò zapping.
Sai che sono più o meno in linea con quanto dici.
Da una parte fa “sorridere” il catatonico stato del pubblico e telepubblico italiano e il suo concetto di nuovo.
Però in tempi di vacche magre, forse è il caso di non fare troppo gli schizzinosi (oppure no?).
Concordo in particolare sulle candid, davvero poco riuscite, sebbene potrebbero, pensate meglio e meglio costruite, anche risultare vincenti.
Carlo infatti io lo trovo un buon programma migliorabile ulteriormente e senza candid