Caro Federico Russo, vedere il primo “live” di The Voice of Italy 2 (il mercoledì alle 21.15 su Rai 2) dopo aver visto la prima semifinale dell’Eurovision Song Contest, non poteva che portarmi ad esprimere un giudizio a favore del Live di The Voice, dato che, al confronto, sembra un programma televisivo di un altro pianeta e i cantanti sembrano di un’altra galassia. Il primo Live dello scorso anno mi aveva deluso non poco, tra problemi tecnici e conduzione del tuo predecessore Fabio Troiano.
Ieri invece ho visto tutta la puntata fino alla fine giunta intorno all’una di notte.
Il programma ha raggiunto una sua maturità ed identità (XFactor o la Carrà non gli faranno più ombra), non ci sono sbavature di nessun genere dal punto di vista tecnico, i cantanti sono davvero molto bravi, arrangiamenti e accompagnamenti musicali in diretta sono di altissimo livello, il ritmo della trasmissione è incalzante e adeguato in ogni fase. Tu sei un conduttore vero, hai preso saldamente in mano le redini del programma con quella professionalità maturata in tanti anni a Mtv e Radio DeeJay ma anche con una personalità televisiva chiara e distintiva. I giudici Pelù, Noemi, Carrà e J-Ax, in questa fase del programma hanno meno spazio da dedicare alla caratterizzazione del loro personaggio all’interno dello show (l’esempio di Noemi alle blind audition) e questo consente al telespettatore di avere più tempo per apprezzare al meglio le esibizioni dei concorrenti e di tutto l’apparato produttivo a loro sostegno: band dal vivo, coreografie, effetti scenografici, regia televisiva. Il Live è la parte del format che prediligo e la qualità del primo Live di The Voice of Italy 2 ha dimostrato che il genere talent show musicale può essere “puro” senza essere contaminato da costruzioni narrative prolungate ed enfatizzate al punto di togliere interesse per la gara. Finora avete gestito in maniera apprezzabile anche la presenza di un personaggio ingombrante come Suor Cristina. Quella che inizialmente è stata indiscutibilmente una astuta e riuscitissima mossa comunicativa che avrebbe potuto oscurare tutti gli altri concorrenti, è diventata una presenza integrata al gruppo che contribuisce a far notare ancora di più le qualità del collettivo: una specie di Messi nel Barcellona dei tempi d’oro di Guardiola. Caro Federico Russo, se dopo la quinta puntata della prima edizione scrivevo al direttore di Rai 2 Angelo Teodoli “la quinta puntata di The Voice of Italy ci dice che hai finalmente trovato il format di un talent show musicale in grado i sostenere il confronto con i collaudati e celebrati XFactor e Amici di Maria De Filippi”, oggi dico che The Voice è di gran lunga il format che meglio risponde al mio concetto di talent show musicale televisivo. Ora però serve la ciliegina sulla torta. No, non mi riferisco alla ventilata ipotesi che il successo di pubblico (ieri 3 milioni e 229 mila telespettatori ed uno share del 16.03%) possa portare la Rai a decidere di “premiare” The Voice spostandolo su Rai 1 la prossima stagione. La ciliegina che dico io è che i concorrenti usciti da The Voice of Italy 2 abbiano un impatto post-talent tale da non farmi chiedere tra un anno: “che fine ha fatto il vincitore/la vincitrice di The Voice of Italy 2014?”.
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aggiornamento del 16/5/14