Care @maridacaterini e @GeorgiaLuzi, qualcuno ha frainteso l’uso del termine rieducare alla qualità televisiva di un nostro scambio di tweet, allora lo spiego. Non si parlava di rieducare il pubblico televisivo nel senso repressivo del termine come si è voluto erroneamente intendere. E’ ovvio che ognuno è libero di vedere quello che gli pare in tv. Con @maridacaterini si parlava di qualità dell’offerta televisiva. Negli ultimi vent’anni (di più?) c’è stata una corsa al ribasso della qualità televisiva, EDUCANDO e abituando il pubblico a prodotti televisivi di bassa qualità. Puntare a fare programmi di buona e alta qualità si RIEDUCHEREBBE il pubblico alla bellezza del mezzo televisivo. In tal senso ho detto anche a @GeorgiaLuzi che chi fa tv “ha un ruolo essenziale nello scegliere cosa fare in tv e come farlo”. Chi come me ama la tv (ed ha cuore la qualità della tv) vuole che la tv esprima il suo potenziale al meglio dando anche un contributo alla crescita culturale della società. In termini pedagogici (non politici) alla EDUCAZIONE degli individui contribuisce in modo significativo anche la qualità dell’ambiente in cui si vive. E la tv fa parte dell’ambiente in cui viviamo. Un grazie sentito a @maridacaterini e @GeorgiaLuzi da Akio. Continua a leggere