Caro direttore di Rai 2 Andrea Fabiano, se l’interrogazione parlamentare contro di te (del 4 ottobre 2018 seduta n.44 atto n. 4-00638) l’avesse presentata il Gabibbo, mi ci sarei fatto una risata ma visto che l’hanno presentata i senatori pentastellati Lannutti, Di Nicola, Pesco, Paragone, Urraro, Pellegrini M. e Puglia, me ne faccio due di risate.
Una cosa che non sta né in cielo né in terra, che solo in questi tempi in cui la politica è intrisa di propaganda può essere presa in considerazione da chi ha interesse a strumentalizzarla.
Ma, da telespettatore e da blogger televisivo, quello che mi fa più ridere è vedere Antonio Ricci che fa la vittima di una presunta censura da parte tua. Caro direttore di Rai 2 Andrea Fabiano, da abbonato Rai hai tutta la mia incondizionata solidarietà per questa accusa ridicola. Da abbonato Rai pretendo che un direttore di rete possa decidere se ospitare o meno un contrattualizzato Mediaset in un programma Rai. Non mi interessa se tu in questo caso lo hai fatto o no. Mi interessa difendere quella che a mio avviso è una prerogativa di chi ha la responsabilità di una rete Rai. È anche su queste scelte che si stabilisce un rapporto fiduciario con il telespettatore-abbonato. Sono tra quelli che è contrario alla pax televisiva tra competitors. Ti ho criticato quando hai deciso di far co-condurre il Festival di Sanremo a Maria De Filippi, uno dei simboli che più simboli non si può del modo di intendere la televisione che non è, secondo me, da Rai. La televisione non è una come dice Fabio Fazio (e prima di lui diceva Maurizio Costanzo). È proprio il fatto che non ci sia una sola televisione e che ci siano direttori di rete che prendono decisioni, che ci tiene al riparo (ancora per quanto?) dal ritorno al MinCulPop sbandierato come fantasma da Antonio Ricci. Lui che nel comunicato in cui “denuncia” quello che gli fa comodo far sembrare un caso, dichiara di non essere un dipendente Mediaset, è uno dei simboli più forti del modo di fare tv delle reti Fininvest prima e Mediaset poi, da oltre trent’anni, da quando il suo editore di oggi Pier Silvio Berlusconi faceva il figurante nel suo Drive In. Se è vero che avrebbe dovuto parlare del suo maestro Enzo Trapani in una puntata di Unici di Giorgio Verdelli, sono ben lieto di non vedere su Rai 2 l’Antonio Ricci che dopo aver fatto con quel maestro quella tv in Rai, ha fatto da solo la tv che ha fatto sulle reti Mediaset. Caro direttore di Rai 2 Andrea Fabiano, l’idea che mi sono fatto di questa interrogazione parlamentare è che potrebbe essere utile solo a chi, in tempi di “governo del cambiamento”, volesse indebolire, per poi sostituire, un direttore di rete che sta ottenendo ottimi risultati di ascolto e quindi difficile da delegittimare. In qualità di abbonato Rai, telespettatore e blogger tv, sono convinto che non esista nessun “Editto Fabiano” ma che esista un direttore di rete che ha fatto, sta facendo e farà il suo lavoro seguendo le regole aziendali e facendo delle scelte che sono una prerogativa del ruolo dirigenziale che ricopre.
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