Caro Giampaolo Morelli, cavalcare la moda televisiva del momento è un grosso rischio che se affrontato male si trasforma in un grosso fiasco. La moda televisiva del momento è il karaoke in auto con cantanti famosi, lanciata da James Corden durante The Late Late Show sulla CBS. Il problema è che il format di Corden è solo uno e per l’Italia lo ha acquistato Mediaset.
Però la moda televisiva del momento non può non essere sfruttata e così sono nate le clonazioni geneticamente modificate.
La prima è stata Singing in the car andata in onda a settembre (e prima settimana di ottobre) per 20 serate nella fascia access prime time su Tv 8, la rete di Sky sul digitale terrestre gratuito. L’idea vincente è stata di far condurre un micro game show canterino ad una fuoriclasse della conduzione televisiva: Lodovica Comello. La cantante ha saputo personalizzare il format dal primo istante e ne ha fatto uno show divertente con un ritmo da intrattenimento televisivo di qualità. Il contributo dei cantanti o dei personaggi vip che hanno partecipato allo show è stato finalizzato ad una singola performance caratterizzante la puntata (di 35 minuti). Idea vincente perché guardando Singing in the car in nessun momento ti viene di fare il confronto con il Carpool Karaoke, anzi, pensi al Singing in the car di Lodovica Comello. Ne è venuto fuori un vero è proprio divertissement perfetto per la crossmedialità. Una di quelle cose che vai sul canale YouTube di Tv8 per rivedere con piacere tutte le ospitate e persino i duetti della conduttrice con i concorrenti del quiz. Ieri sera quando ho visto la prima puntata del tuo Fan Caraoke (su Rai 1 la domenica alle 22.30) sono rimasto senza parole; avevo solo parolacce.
Partiamo dal difetto minore: il gioco escogitato per evitare una denuncia per plagio dalla CBS. Le macchine di Fan Caraoke sono due. In una ci sei tu con il cantante e nell’altra c’è una co-conduttrice (anonima e moscia come poche) con tre super fan del cantante che devono rispondere a delle domande per eliminarsi a vicenda e vincere il premio di incontrarlo. Il quiz è del tipo “quanto lo conosci?”, con domande tipo “qual è il suo colore preferito?”, oppure “non sei stato al suo ultimo concerto? Scendi dall’auto perché un vero fan ci va”. Roba da fa accapponare il telecomando.
Il tutto finisce con un tristissimo incontro in mezzo alla strada tra il super fan ed il suo idolo. Un fugace abbraccio che termina con l’immancabile selfie. E con questa banalità insignificante che non dà nessuna emozione al telespettatore, gli autori hanno ottemperato alla parte Fan del programma e salvato la produzione dalla accusa di plagio. Il difetto maggiore del programma è la tua gestione dell’ospite: tutto meno che brillante. In te prevale l’anima dell’attore prestato alla conduzione che non riesce a nascondere di essersi studiato il personaggio e di interpretare la parte del conduttore che lo intervista con un effetto spontaneità pari a zero. Il dialogo che ne viene fuori è interessante come il bugiardino dell’Imodium. I momenti cantati, che dovrebbero essere quelli travolgenti e indimenticabili, sono ammazzati dalla lungaggine delle parole tue e del cantante (ieri Zucchero e Alessandra Amoroso). Praticamente la parte intervista prevale nettamente sulla parte cantata e show. Una noia assoluta. Al confronto, il vecchio programma in auto Milano-Roma di Rai 3 è un concerto dei Rolling Stone. Ci sono così tanti tempi morti e l’ospite è gestito in modo così soporifero che è inevitabile fare il confronto, per te impietoso, con James Corden (i cui momenti parlati con l’ospite sono uno spasso). Caro Giampaolo Morelli, un programma come Fan Caraoke lo dovrebbe animare il conduttore facendo show, gestendo i cambi di ritmo, coinvolgendo il personaggio in momenti inaspettati, parlando di più ai telespettatori, coinvolgendoli, facendoli cantare e ballare sul divano di casa. La tua è una conduzione piatta su un impianto televisivo piattissimo e lentissimo, diluito stancamente in una durata oceanica di 50 minuti. L’effetto finale è esattamente quello che l’auto fa ai bambini: ci si addormenta.
SCARSA AUDIENCE
Penso che i vertici RAI e quelli delle tivù private debbano porsi il problema della scarsa audience. Ci sono i gallinari doc dove si straparla di politica con infaticabile lena, ci sono i quiz a premi che pochi pensionati con handicap seguono, i pseudo-gialli con pseudo-attori, usciti fuori da un ostello dei poveri. C’è l’eterno Bruno Vespa ed i penosi programmi scientifici di Angela – figlio. I pochi programmi interessanti sono quelli diffusi da FOCUS e da RAI – STORIA.
milano-roma, lo adoravo quel programma!
effettivamente non era male Milano-Roma