Caro direttore di Rai 3 Andrea Vianello, quando ne azzecchi una sono il primo ad esserne felice. Lunedì hai trasmesso in prima serata la docu-fiction La scelta di Catia – 80 miglia a sud di Lampedusa, il primo racconto in presa diretta dell’operazione Mare Nostrum, al seguito dell’equipaggio di Nave Libra della Marina Militare Italiana, comandata da Catia Pellegrino (una co-produzione Rai Fiction e Corriere della Sera sul cui sito è disponibile come serie web).
E’ uno dei casi in cui ad un direttore di rete non deve essere rimproverato in alcun modo il basso risultato in termini di ascolto, al contrario di quando lo stesso direttore di rete continua a sbagliare la scelta delle serie tv Usa da proporre in prima serata (leggi Extant).
Lunedì scorso sono stato uno dei 748 mila spettatori (2.76% di share) che ha preferito immedesimarsi nel volto e nel lavoro del comandante Catia Pellegrino piuttosto che nel volto e nel lavoro del presidente del Consiglio Matteo Ranzi che riscuoteva ovazioni nello studio di Mediaset/Retequattro comandato da Paolo Del Debbio. La scelta di Catia 80 miglia a sud di Lampedusa è una docu-fiction tanto semplice quanto potente che riesce a sintetizzare in modo efficace ed emozionante il valore umanitario del lavoro di soccorso dei pattugliatori della nostra Marina Militare che lavorano giorno dopo giorno incessantemente, con professionalità e dedizione, per salvare i migranti dalla morte. Mi è piaciuto molto anche l’approccio filmico non enfatico riguardo alla protagonista in qualità di “prima donna al comando in una nave militare”. Una delle scene che mi è piaciuta di più è quella in cui Catia Pellegrino deve scendere dalla nave per i saluti istituzionali alle autorità di uno dei porti che hanno accolto i migranti salvati da Nave Libra. Il comandante Pellegrino è molto professionale e istituzionale ma nello stesso tempo mostra chiaramente di non vedere l’ora di tornare a bordo a fare il suo lavoro. La storia di Catia e del suo equipaggio è raccontata, anche con le testimonianze sulla “novità” di avere un comandante donna, ma principalmente mostrando la drammatica realtà dei barconi che rischiano di affondare, carichi di migranti, di donne e bambini a largo di Lampedusa. Catia Pellegrino e il suo equipaggio erano tra le pattuglie che l’11 ottobre 2013 hanno salvato 214 migranti durante il terribile naufragio che ha fatto centinaia di vittime. La scelta di Catia – 80 miglia a sud di Lampedusa è una testimonianza, un documento, un esempio che lunedì sera mi ha dato delle emozioni che contrastavano con la rabbia che mi ha fatto il vedere nello stesso momento Matteo Renzi e Paolo Del Debbio immersi negli applausi del pubblico di Quinta Colonna. Caro direttore di Rai 3 Andrea Vianello, mentre Mediaset si vanta “su Retequattro, record d’ascolti per Quinta Colonna, programma d’informazione più seguito della prima serata con 1.444.000 telespettatori” (6.4% di share), stavolta tu puoi vantarti di aver fatto vera informazione con un prodotto di docu-fiction di qualità, attualità e socialmente utile. Mica come una apparizione televisiva del messia Matteo Renzi nella trasmissione più populista della televisione italiana utile solo a deliziare l’ego smisurato del presidente del consiglio e del conduttore che, come scrive Aldo Grasso, “sembravano Panariello e Pieraccioni… in un contesto molto più importante del testo… in quel teatrino di complicità”. Per fortuna però su Rai 3 c’erano il comandante Catia Pellegrino ed il suo equipaggio a tenere alta la bandiera dell’Italia.
1- Un tale mestiere non si “sceglie”, ma si “tenta”. Si presentano in seimila per cento posti, quindi le selezioni sono un miscuglio fra lotteria e fiscalismi idioti, in quanto ti mandano a casa per una unghia incarnita prima di appurare che hai eventualmente 2 lauree. Per come viene spiattellato il tutto, sembra che l’Italia sia un eldorado in cui ti scegli il lavoro e passano solo i migliori.
2- Siccome paga Pantalone, sulle navi militari c’e’ un ufficiale alla rotta, uno al radar, uno alla bussola, uno all’ecoscandaglio, uno al meteo, uno che controlla il vento (naturalmente con tutti i subordinati al seguito). Cosi succede che il Comandante e’ uno che ha una laurea in Scienze Politiche, ma probabilmente non ha idea di cosa sia una evoluta metacentrica o uno sbandamento di saluto (che ovviamente non e’ l’inchino di Schettino).
3- Non si capisce il motivo per cui una nave deve essere necessariamente piu’ adatta a salvare vite umane se a comandarla e’ una donna, visto che ci sono altre decine di navi che fanno la stessa cosa, sulle quali non e’ stato fatto nessun servizio o scritto alcun libro (il solito discriminare al contrario dell’italietta politicamente corretta nella quale una donna comandante fa ancora notizia).
3- Trovo semplicemente vergognoso spiattellare in televisione da parte di un servizio pubblico il dolore e le disgrazie altrui per mettere in bella mostra una che ha scambiato la Marina per Amnesty International, farla passare per eroe pagata dal contribuente, mentre piazza telecamere prima di gettare una scialuppa in mare; la signora fa solo il suo dovere che, per altro, dovrebbe essere innanzitutto quello di difendere i confini, non quello di essere chiamata come un taxi , farsi sparare addosso senza rispondere (se le armi non le usano i militari, chi le deve usare?) e farsi fregare i barconi vuoti (e’ successo ai suoi colleghi) .
4- Se i parassiti di Bruxelles non pensavano alle melanzane ed a bombardare Gheddafi, probabilmente adesso questa qui farebbe le multe ai pescherecci.
5- Se non mi venisse dal ridere a vedere che quelle piu’ secche di me oggi hanno i gradi, mi metterei ogni giorno a piangere per aver sprecato il mio tempo a studiare cose complicatissime che non mi sono servite a nulla. In Italia bisogna specializzarsi in chiacchiere, diritto, burocrazia e politica, dopodiche’ puoi indifferentemente comandare una nave o dirigere un ospedale anche se non hai idea di cosa sia un emocromo o una sinapsi.
6-Le persone che il Presidente Mattarella dovrebbe incensare ed onorificare non sono gli eroi pagati dal contribuente, ma per esempio tutti quei genitori anonimi e pieni di dignita’, con neonati in terapia intensiva, che ogni giorno temprano il loro carattere raschiandolo dal fondo del barile della propria forza di volonta’…..
Penso che tutta questa pagliacciata sia stata montata all’epoca per intenerire il popolo, cui bisogna far digerire la pillola amara dell’accoglienza forzata e causata dall’incapacita’ dei burocrati di gestire l’emergenza (poi le vite vanno salvate, ci mancherebbe altro), secondo il copione di un latente e capzioso indottrinamento verso il pensiero unico, cui se non ti adegui sei un adepto del Ku-Klux-Klan.
Caro Angelo, faccio mie molte delle tue amare ma vere e sacrosante considerazioni. Un documentario di certo parziale e fortemente sbilanciato verso “l’essere donna” del comandante. Però il valore di quel lavoro, per quanto fatto davanti alle telecamere, non può essere sminuito perché valorizza anche il lavoro dei suoi colleghi uomini. È vero però che l’Italiatta fa delle donne che fanno il lavoro ritenuto da uomini delle eroine come nel caso di Samantha Cristoforetti o dell Valentino dell’esercito. È una piccola Italia quella che sente ancora di esaltare le donne per questi motivi ammettendone indirettamente una straordinarietà che non ha motivo di esistere.
Il documentario La scelta di Catia è una delle cose migliori viste in tv da tanto tempo. Per contenuto e qualità del racconto, scelta delle riprese e dell’ambiente documentato: è un pezzo di storia emozionante che andrebbe proiettato nelle scuole, anche per quel che riguarda la figura del comandante Pellegrino, se la scuola non si avviasse a diventare la povera cosa prevista dal nostro governo. Rimane da considerare il cinismo e la malvagità di chi considera chiusa e dispendiosa (perché salva vite umane?) l’operazione Mare Nostrum che credo essere una delle poche bandiere della dignità del nostro paese.
Grazie Vincenza, la penso esattamente come te e ho l’ho rivisto in replica con piacere.