Come biasimare il pubblico di Domenica Live

Cara Barbara D’Urso, con una comodissima intervista a Silvio Berlusconi, hai chiuso la stagione 2013/2014 di Domenica Live (ancor più comoda di quella di un anno e mezzo fa). Ve ne siete stati spaparanzati sulle poltrone avvolgenti dello studio televisivo più amato dal fondatore di Canale 5 dove, per 52 minuti, ha potuto blandamente parlare delle cose a lui più care: se stesso, Francesca Pascale e il cane Dudù.


Al termine dei 52 minuti di monologo, interrotto solo dai tuoi sorrisi avvolgenti e da tante parole adulanti, hai guardato il centro dell’obiettivo della telecamera per salutare il tuo pubblico della domenica ricordando che Pomeriggio Cinque invece continua e che tutti i politici degli altri schieramenti avranno accesso a quella trasmissione in rispetto della par condicio elettorale (tra meno di un mese si vota per le elezioni europee). Hai fatto poche faccette tristi perché i racconti del “presidente” ti hanno rapita, estasiata. Niente a che vedere con le storie “brutte, brutte, brutte” e nemmeno con quelle “belle, belle, belle” che hai trattato in questa lunghissima stagione di tv della domenica pomeriggio. Le storielle che racconta Silvio Berlusconi hanno il pregio di essere avulse da qualsiasi contesto e di portare l’interlocutore in un universo parallelo, in una dimensione del non essere, in cui il tempo si ferma e sembra sempre che da un momento all’altro possa apparire la scritta: “Italiani, è stato uno scherzo di Canale 5. Italiani, negli ultimi vent’anni siete stati su Scherzi a parte”. Purtroppo questa scritta non può farla apparire nessuno perché lo scherzo continua anche senza Silvio Berlusconi, con due nuovi strabilianti interpreti: Matteo Renzi e Beppe Grillo. E allora, in questa Italia perennemente su Scherzi a parte, non mi fanno più alcun effetto le tue faccette tristi o i tuoi sorrisi esagerati. Non sono rassegnato al fatto che Barbara D’Urso sia il punto di riferimento delle domeniche e dei pomeriggi autunnali, invernali e primaverili di milioni di telespettatori italiani. Ma quel pubblico ha tutto il diritto, visto che l’Italia è ancora su Scherzi a parte e nessuno ne espone il cartello del finale, di sceglierti come nocchiere in questo inferno televisivo dal quale non riesce ad uscire. Rai 1, la più importante rete televisiva italiana, gli propone delle fotocopie sbiadite dei tuoi pomeriggi e allora come si fa a criticare il pubblico che resta fedele all’originale. No, non mi rassegno al fatto che tu sia il punto di riferimento delle domeniche e dei pomeriggi autunnali, invernali e primaverili di milioni di telespettatori italiani ma non posso biasimare il tuo pubblico. Il pubblico di Domenica Live non è colpevole dell’esistenza di Domenica Live e tu non sei colpevole se quel pubblico sente il bisogno di guardare Domenica Live. L’Italia di oggi, immersa nell’incertezza di una crisi economica profonda e di cui non si vede la fine, vive giorno per giorno, nell’impossibilità di guardare al domani. E’ un’Italia costretta a rinunciare al solo pensiero di evolversi. E’ un’Italia che fa le stesse faccette che fai tu davanti a quello che la vita gli sta riservando. E’ un’Italia che si consola guardando le tante debolezze degli altri, in tutte le forme, che tu gli mostri. E’ un’ Italia a cui tu, la domenica pomeriggio, mancherai tanto. Quel pubblico dovrà aspettare oltre 4 mesi prima di rivederti spalancare le braccia per fare il tuo ingresso in studio a Domenica Live come un aeroplano che vola sospinto dagli applausi con tanto di standing ovation. E purtroppo, in questi quattro mesi non accadrà nulla di così rivoluzionario da impedirti di tornare ad essere  il punto di riferimento delle domeniche e dei pomeriggi autunnali, invernali e primaverili di milioni di telespettatori italiani. ‘A nuttata è lunga, lunga, lunga.

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