Ingrid Muccitelli, il luppolo selvatico e la personalità televisiva invisibile

Cara Ingrid Muccitelli, fin dalle tue prime apparizioni televisive a Telemontecarlo in coppia con Paola Cambiaghi, ho sempre avuto la stessa sensazione: al primo colpo d’occhio catturi la mia attenzione, poi cominci a parlare e a fare televisione ed io faccio una fatica incredibile a capire perché ti hanno messo a condurre un programma tv. A parte questa telegenia da colpo d’occhio, non hai nessuna delle caratteristiche che servono per inchiodarmi allo schermo, per consentirmi di identificarti con un genere televisivo, per farmi dire: “Oh, ecco, finalmente c’è Ingrid Muccitelli in tv. Quindi questo vuol dire che…”.

Già, che vuol dire “adesso c’è Ingrid Muccitelli in tv”? Boh e pure mah.


La personalità televisiva è la primissima qualità che deve avere un conduttore. A me la tua personalità televisiva risulta invisibile, anche quando non c’è una personalità forte come quella della chef Anna Dente a metterti in secondo piano. Domenica ho visto la puntata di Linea Verde (su Rai 1, la domenica alle ore 12.20) dedicata al Parco regionale del delta del Po nel Polesine. La maggior parte della trasmissione è stata condotta da Patrizio Roversi, uno che di personalità televisiva ne ha da vendere e infatti i suoi interventi sono stati tanto brillanti quanto interessanti: dal volo in elicottero con erudita spiegazione relativa al territorio, all’allevamento di cozze; dall’allevamento di galline, polli e tacchini, alla coltivazione dell’insalata di Lusia. Tu hai gestito tre momenti: l’incontro con un coltivatore di fragole, quello con il presidente del Consorzio aglio polesano dop e l’angolo della ricetta in cucina. In tutti e tre gli spazi, hai dato il meglio di te senza riuscire ad essere coinvolgente. Non dai l’impressione di essere realmente interessata a quello che racconti. Sembri solo preoccupata di dire quelle due o tre cose che avete concordato e non vai oltre. Quando provi ad allontanarti dal prestampato memorizzato, il risultato è che appari ancora più impostata. Eccoti insieme ad una signora che sta annodando delle teste d’aglio, ti avvicini e, ciak, azione!: “Sinistra, destra, sinistra, destra… no! Non ce la farò mai!”. E’ l’introduzione che hai scelto per parlare con il presidente del Consorzio aglio polesano dop al quale chiedi: “Parliamo del famoso aglio polesano dop. Perché famoso e perché merita la denominazione di origine protetta?”. L’interlocutore inizia a spiegarlo “Ha un profumo non pungente, persistente e inteso” e tu lo interrompi per fare questa integrazione “Quindi non arriva la classica zaffata d’aglio quando viene aperto”. E fai la prova, odorando uno spicchio d’aglio: “Beh, sentiamo. Effettivamente ha un profumo più delicato? Possiamo dire?”. Cara Ingrid Muccitelli, diciamo che non sembri molto convinta, è come se la zaffata d’aglio ti avesse annebbiato ancora di più la conduzione. Eccoti nel momento più facile della puntata, in cucina, insieme alla cuoca che deve preparare il risotto al luppolo selvatico. E’ una ricetta semplicissima: il luppolo selvatico si taglia, si mette a soffriggere con la cipolla e poi viene mantecato con il riso. Tu devi far vedere che ci sei e ti prendi il compito di tagliare con il coltello il luppolo selvatico ma non trattieni l’esigenza che hai di dire qualcosa di inutile: “Ma non era meglio un paio di forbici?”. La cuoca seppellisce la tua inutile battuta sotto una semplicissima, quanto ovvia, risposta: “Il trito va tagliato a mano con il coltello perché i sapori sono migliori”. L’angolo della cucina sarà anche il momento più facile della trasmissione ma per te deve essere particolarmente stressante visto che davanti a un piatto con un solo ingrediente, il luppolo selvatico, tu hai pochissime possibilità lessicali: “Quindi lo mettiamo il luppolo selvatico? Taglio dell’altro luppolo selvatico? Aggiungiamo il luppolo selvatico?”. Cara Ingrid Muccitelli, questo è il massimo della personalizzazione che riesci a dare alla tua conduzione. Ti manca il quid per lasciare una impronta in un programma, nonostante la tua telegenia. Se metto a confronto la tua conduzione di Linea Verde con quella di Ellen Hidding a Melaverde (su Retequattro, anzi no, su Canale 5 come mi ha fatto notare Antonio Lorusso che ringrazio, la domenica alle ore 11.50), mi è evidente come si possano trattare gli stessi argomenti con una personalità televisiva chiara, convinta e convincente. Lei, che ha dovuto combattere per togliersi di dosso l’etichetta di olandesina che sbaglia a parlare italiano e con la risatina perpetua presa in giro dalla Gialappa’s band, oggi è una conduttrice che, oltre alla naturale telegenia, dimostra di avere una personalità televisiva in grado di lasciare un’impronta anche in un programma sull’agricoltura. Cosa che non mi viene da dire su di te.

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