Cari direttori di tutte le reti e di tutti i telegiornali, il Presidente della Camera Roberto Fico oggi ha convocato il Parlamento a camere riunite per il primo giorno di votazione il 24 gennaio 2022 alle ore 15; hanno così inizio ufficialmente le procedure per l’elezione del Presidente della Repubblica Italiana che succederà a Sergio Mattarella.
L’altissimo valore istituzionale della carica ci dovrebbe far parlare solo degli aspetti costituzionali e rappresentativi ma da oggi, anche e soprattutto grazie a voi, sarà principalmente un tele-show.
Quello che negli ultimi mesi è stato un tema caldo diventa caldissimo e sarà centrale in ogni piano editoriale e in ogni redazione fino al giorno del giuramento. È una di quelle situazioni in cui la televisione si riprende il ruolo di protagonista assoluta dell’informazione e della comunicazione. Autori e conduttori dei programmi di attualità si contenderanno gli esperti di “corsa al Quirinale”, i “retroscenisti”, gli storici, i quirinalisti. I telegiornali apriranno più “finestre” in ogni edizione per riassumere le indiscrezioni del giorno su papabili e manovre dei partiti. Ci saranno decine di “speciali”, ciascuno con il proprio titolo evocativo. Quando inizieranno le votazioni ci sarà ogni volta una specie di “Prociesso” per dirla alla Aldo Biscardi. Farete il moviolone per spiegarci i significati di ogni voto e vi lancerete in previsioni che in confronto il vecchio pendolino di Maurizio Mosca sembrerà una cosa attendibile.
I politici di tutti gli schieramenti saranno gli ospiti più ambiti perché a loro cercherete di carpire quali strategie stanno adottando. Farete ogni giorno il toto-nomi. Darete voce ai sondaggi chiamando in causa gli italiani per darci una vaga idea di cosa accadrebbe se la nostra fosse una repubblica presidenziale.
Cari direttori di tutte le reti e di tutti i telegiornali, molti di voi si sentiranno investiti del ruolo di “cronisti di un evento storico”, ciascuno con il proprio stile e personalità. La mia curiosità più grande è quella di vedere chi riuscirà a farne un racconto obiettivo e interessante, non influenzato dalla conflittualità che pervade la classe politica ed il Paese. Metterete in campo le risorse professionali e tecniche più importanti di cui disponete. È inevitabile la spettacolarizzazione televisiva di questo appuntamento fondamentale per la Repubblica. C’è da vedere solo chi farà un buon servizio ai telespettatori e non solo uno show. Le vostre concessionarie pubblicitarie sono già pronte a piazzare i “pacchetti presidenziali” che non saranno appetibili come quelli del Festival di Sanremo ma conferiscono all’inserzionista un prestigio difficile da trovare in altri spazi tv.
Cari direttori di tutte le reti e di tutti i telegiornali, il tele-show presidenziale per molti di voi sarà la grande occasione, un tassello che vi consentirà di fare carriera.
C’è un conclave laico da celebrare, un neo settenato da battezzare e poi da cullare. Qualcuno canterà delle messe che piaceranno al potere. Qualcuno si produrrà nelle varie “maratone” in occasione delle singole votazioni. Io da telespettatore e soprattutto da cittadino sarò come sempre davanti alla tv alla ricerca di chi saprà farmi appassionare e di chi mi darà l’informazione più attendibile e più vicina alla mia idea di vero giornalismo.
Se tele-show deve essere che sia di qualità, ovvero, obiettivo, al servizio del pubblico, chiaro, completo, verificato, aggiornato, non banale, utile a farci capire. La storia non siete voi, la storia è quella che voi dovete dimostrare di essere all’altezza di saper raccontare mentre accade.