Caro fondatore e presidente della casa di produzione cinematografica e televisiva Palomar Carlo Degli Esposti, i social media sono importanti per il tuo lavoro e infatti sei molto attivo in questo campo. Io ti conosco come @carlopalomar su Twitter perché mi segui, metti mi piace e retwitti i miei tweet positivi su alcune vostre produzioni: Il commissario Montalbano su tutte.
Sia chiaro, non ne ho l’esclusiva visto che probabilmente sei il più grande ritwittatore della storia di Twitter.
A te non sfugge un tweet sulle tue produzioni e lo metti nella tua timeline come un trofeo. Così, quando ieri ho avuto uno scambio di tweet con un importante professionista della tua casa di produzione, mi è venuto naturale portarti a conoscenza della cosa e oggi te la argomento in un post, perché sono certo che lo considererai per quello che vuole essere: un contributo al lavoro tuo e del tuo staff, da parte di un blogger tv ormai, ahimè, di lungo corso. In questa estate 2018 come sempre fatta di repliche e senza grandi show, ho accolto con piacere l’arrivo de Il supplente. Mi è piaciuto da subito e l’ho scritto in un post su questo blog e nei live tweeting delle prime due puntate fatti di decine di tweet, tutti positivi. Ieri però non ho visto l’ultima puntata perché il professore supplente che avete scelto era Flavio Insinna, un attore-conduttore che non mi ha ispirato la visione del programma. Non è tra i miei personaggi televisivi preferiti da molto prima che Striscia la notizia mostrasse i fuori onda di Affari Tuoi che hanno fatto tanto scalpore ma che non stanno impedendo a Flavio Insinna di essere protagonista dei programmi Rai come e più di prima (da settembre sarà alla guida de L’eredità, il video-post in cui spiego perché secondo me non è adatto). I personaggi che mi hanno ispirato la visione de Il supplente sono stati Roberto Saviano ed Enrico Mentana e questo ho scritto nel tweet con cui ho giustificato la mia assenza di ieri.
Un semplicissimo tweet che definire “negativo” è una forzatura che adotto solo per dare in minimo di giustificazione alla risposta che quel tweet ha avuto da parte dell’Head of Entertainment Division Palomar Marco Cingoli e che ha generato un botta e risposta significativo a mio avviso su come chi fa tv abbia ancora tanto da insegnare a chi fa social tv da tanti anni come me. Riporto il dialogo.
Akio: Stasera non ho visto Il supplente perché passare da Saviano e Mentana a Insinna proprio non ce la potevo fare.
Marco Cingoli: nessuno piangerà per questo
Akio: però la produzione e la rete daje a retwittarmi quando ne ho parlato. Il problema di chi fa tv è che non riesce a capire la social tv
Marco Cingoli: la capiamo benissimo, credimi…
Akio: se attacchi uno che vi ha fatto 500 tweet positivi, non credo
Marco Cingoli: non attacco nessuno, dico che ci faremo una ragione del fatto che stasera non eri dei nostri. Non possiamo pretendere di piacere a tutti… siamo in democrazia (speriamo ancora a lungo)
Akio: passare da “nessuno piangerà per questo” a “Non possiamo piacere a tutti” è un bel salto mortale, complimenti
Marco Cingoli: non mi pare
Caro fondatore e presidente della casa di produzione cinematografica e televisiva Palomar Carlo Degli Esposti, il fiume di tweet favorevoli alla puntata con Flavio Insinna che hai ritwittato, dice che non c’era proprio bisogno che un importante dirigente della produzione rispondesse “nessuno piangerà per questo” ad un telespettatore che sceglie legittimamente di non seguire il programma perché non ne gradisce il protagonista. Ecco, quello che ho imparato ieri sulla social tv, è che basta un tweet dell’ “Head of Entertainment Division” di una produzione tv per mandarti per storta una produzione tv che ti era piaciuta tanto.
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Aggiornamento delle ore 15