La televisione italiana ha di nuovo il suo punto di riferimento assoluto: Matteo Renzi 

Caro Bruno Vespa, domenica scorsa Matteo Renzi ha vinto le primarie del Partito Democratico e ne è di nuovo il legittimo segretario. E’ durata pochissimo la sua assenza da protagonista della scena politica. Il tempo di far dimenticare che ha perso il referendum sulla riforma costituzionale, una sconfitta che a suo dire lo avrebbe portato ad abbandonare la politica.

Tempo 4 mesi da quella eclatante sconfitta politica e rieccolo sulla poltrona più importante della politica italiana quella di segretario del partito con la maggioranza relativa in parlamento. E’ da quella poltrona che, di fatto, si governa il Paese.

Certo lui vorrebbe tornare il prima possibile anche sulla poltrona di Presidente del Consiglio ma vuole sedercisi con la qualifica di “inattaccabile” e quella la può guadagnare solo vincendo le elezioni politiche. Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella vuole far finire la legislatura e far votare gli italiani alla naturale scadenza elettorale (marzo 2018) possibilmente con una nuova legge elettorale. Quindi 1+1=2, ovvero, Gentiloni resta premier e Renzi inizia la lunghissima campagna elettorale nella posizione più congeniale di segretario del PD che può combattere su tutti i fronti con tutti i toni da campagna elettorale senza avere le catene di un ruolo istituzionale a frenarlo. Per chi fa informazione televisiva cosa vuol dire? Che la festa ricomincia! Peppè peppè peppeppe peppè peppè peppeppepè! Tutti i telegiornali e tutte le trasmissioni, non solo quelle di approfondimento politico e di attualità, possono tornare legittimamente a dire tutti i giorni quello che ha detto Matteo Renzi. E’ una primavera più fredda di quello che ci si aspettava? Ci sarà una trasmissione in cui si dirà che Matteo Renzi dice che l’estate comunque prima o poi arriverà. E’ rientrata la crisi tra Fedez e Chiara Ferragni? Nei talk show più seguiti ci leggeranno un tweet di Renzi che dice che l’amore trionfa sempre contro i gufi. Caro Bruno Vespa, certo ci saranno anche le trasmissioni importanti e specifiche sui temi politici come il tuo Porta a Porta dove il verbo di Matteo Renzi sarà alternato a quello dei rappresentanti degli altri schieramenti politici (tre su tutti, Luigi Di Maio, Matteo Salvini, Silvio Berlusconi) ma sono certo che tu e tutti quelli che fanno tv avrete sempre una parola in più per le parole di Renzi. L’anno di Porta a Porta era iniziato con l’interrogativo “Renzi si è dimesso, e adesso?”. Il primo di maggio Porta a Porta ha titolato senza se e senza ma: “Renzi stravince e chiede un PD unito”. Una certezza non solo per Porta a Porta ma per tutti i direttori di telegiornali, di rete e tutti gli autori e conduttori di tutte le emittenti e trasmissioni televisive: Matteo Renzi è tornato e parlare di lui e di quello che lui fa e dice è fondamentale per il Paese.

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