Cara presidente della Rai Monica Maggioni, uno dei regali di Natale del 2015 fatti agli italiani dal governo guidato da Matteo Renzi è stato la riforma della Rai Radio Televisione Italiana.
La prelibatezza del pagamento del canone sarà spalmata nella bolletta della corrente in dieci dolcissime rate da 10 euro.
Il consiglio d’amministrazione sarà formato da 7 componenti, due nominati direttamente dal governo, due dalla Camera, due dal Senato e uno scelto dai dipendenti. Il direttore generale diventa amministratore delegato, sarà scelto dal governo ed avrà un potere smisurato. Fino a quando la legge non entrerà compiutamente in vigore (nel 2019) andrete avanti con l’attuale CdA ma il direttore generale Antonio Campo Dall’Orto avrà fin da subito i super poteri da amministratore delegato. Campo Dall’Orto è il centravanti voluto da Matteo Renzi nella sua squadra Rai mentre il rifinitore è il consigliere d’amministrazione Guelfo Guelfi che ieri ha detto chiaro e tondo che è giunto il momento delle decisioni irrevocabili:
“Questa televisione va svecchiata, siamo in ritardo su molte cose. E pessimi su Internet. Ora il direttore generale ha assunto il ruolo di amministratore delegato, e perciò ha poteri adatti per incidere. Ma a ciascun componente di vertice deve corrispondere una responsabilità. Vi annuncio che è finita la stagione degli intoccabili” (da Il Fatto Quotidiano del 3/1/16 intervista di Carlo Tecce).
Le roboanti parole di Guelfo Guelfi sono significative perché vuol dire che Matteo Renzi da questa riforma vuole risultati immediati. Nei prossimi giorni si terrà il primo CdA del 2016 ed è facile prevedere che Campo Dall’Orto indosserà i panni del super eroe e nominerà i nuovi direttori delle reti e delle testate. Con i suoi super poteri dovrà anche scoprire i colpevoli dei “misfatti” della terribile notte di Capodanno 2016 di Rai1. Cara presidente della Rai Monica Maggioni, a te invece il premier Renzi ha dato solo la presidenza con il potere minimo di fare da garante. Comincio a pensare che non sia stata una promozione averti dato la presidenza. Questa riforma è indubbiamente il passo decisivo nel rapporto tra Matteo Renzi e la Rai Radio Televisione Italiana. Se, come prevedono tutti gli analisti politici, il potere di Matteo Renzi durerà almeno vent’anni, si può dire che la Rai ha un nuovo “editore di riferimento” dopo il ventennio berlusconiano. Qualche giorno fa sono passato davanti alla sede Rai di viale Mazzini 14 ed ho visto da vicinissimo il “cavallo morente” dello scultore Francesco Messina: io dico che non ce la fa, lo stiamo perdendo definitivamente.
Fino a qualche tempo fa appariva in video una bravissima giornalista di RaiNews24, Annamaria Esposito, che si occupava molto lucidamente di politica mediorientale; da tempo NON la si vede… E’ lecito chiedere ai BURATTINAI di via Mazzini: PERCHé? In attesa di risposta…