Calo e frammentazione degli ascolti tv: serve un management in grado di ripensare modelli produttivi, investimenti, programmi e palinsesti

Caro direttore di Rai 1 Giancarlo Leone, c’è solo una dichiarazione che trovo interessante tra le centinaia che hai elargito durante Sanremo 2014 quella in cui dici che nella tv di oggi anche la prima rete televisiva italiana, la tua, quando fa il 18% di share in prima serata deve essere considerato un buon risultato. Domenica scorsa la fiction Braccialetti rossi di Rai 1 ha ottenuto il 24.84% di share. E’ uno dei successi della vostra stagione televisiva ed essendo di ben 7 punti di share sopra la soglia che tu definisci “buon risultato” ovviamente sul sito dell’ufficio stampa Rai viene esaltata “Ancora uno straordinario risultato per la fiction Braccialetti rossi trasmessa su Rai1 ieri, domenica 23 febbraio, che ha stravinto gli ascolti avendo ottenuto 6 milioni 733 mila spettatori e uno share del 24.84”. Uno “straordinario successo”, quasi il 25 % di share su Rai 1 in piena stagione invernale.

Immagino che analisti e strateghi del marketing di tutto il mondo siano impegnati nello studio del fenomeno del calo e della frammentazione degli ascolti televisivi. Non è una problematica nuova visto che nel 2012 una ricerca dell’Eurispes sentenziava ““Mai come nell’ultimo anno si è presa coscienza del fatto che la televisione, come era stata intesa per tanti decenni, non esiste più e che il meccanismo degli ascolti è già irreversibilmente mutato” (l’articolo di Simone Rossi che ben riassume la ricerca Eurispes, fonte QN pubblicato da digital-sat.it il 27/1/12) .
Caro direttore di Rai 1 Giancarlo Leone, chi come te siede anche nel consiglio di amministrazione dell’Auditel in rappresentanza della Rai, è consapevole da anni che l’audience è in calo ed è cambiata, però da ciò che trasmette la tua Rai 1 non vedo la consapevolezza di quello che giustamente dice l’Eurispes:

“ la televisione, come era stata intesa per tanti decenni, non esiste più”.

Lo zoccolo duro della tv generalista tradizionale è composto da un pubblico anziano che per ragioni funerarie è destinato a calare. Tengo questo blog da dieci anni e da dieci anni la struttura dei palinsesti delle reti Rai (e Mediaset, ovviamente) è pressoché identica al 2003. E’ colpa di internet se siete immobili? Caro direttore di Rai 1 Giancarlo Leone, ho visitato la mostra “1924-2014. La Rai racconta l’Italia” (fino al 30 marzo 2014 presso il Complesso del Vittoriano di Roma e dal 29 aprile al 15 giugno 2014 presso la Triennale di Milano). Niente come il camminare tra i cimeli della Rai è utile per capire che la tv di oggi non ha più nulla a che vedere con quella tv pionieristica; sembra passato un millennio, non 60 anni (la mostra celebra anche i 90 anni dalla nascita della radio che regge meglio il confronto con internet rispetto alla tv e costa infinitamente meno).

Caro direttore di Rai 1 Giancarlo Leone, ore, ore e ore di prove del cuoco, di vite in diretta, di uno mattine in famiglia, di amiche del sabato, che contributo portano all’evoluzione della specie televisiva? Sono questi i prodotti con cui si conquista il pubblico che usa i tablet? Con i soldi che si spendono per prodotti del genere non è possibile oggi come oggi produrre migliaia di ore di televisione nettamente superiore e per un pubblico diverso rispetto a quello del decrepito orticello che continuate ad annaffiare? Quando direte ai pubblicitari che il calo di interesse per la tv tradizionale è dovuto all’immobilismo dei palinsesti e delle idee televisive a cui loro tanto tengono perché gli garantisce il minimo di guadagno che ogni anno diventa sempre più minimo? Vado sul canale YouTube ufficiale della Rai e vedo che la maggior parte dei video di un grande grande programma di Rai 1 come La prova del cuoco fa da 600 a 1500 visualizzazioni nel primo mese di inserimento. Un grande programma come La vita in diretta viaggia più o meno sulla stessa quantità di visualizzazioni a parte il picco del grande successo YouTube del servizio intitolato “Gabriel Garko, sex symbol pronto alle nozze” che ha fatto ad oggi 11.123 visualizzazioni in 3 mesi! Avrei voluto riportare i dati di visualizzazione sulla piattaforma internet Rai Replay ma non c’è un contatore; evidentemente sono pochi, altrimenti li sbandierereste. Caro direttore di Rai 1 Giancarlo Leone, l’anno zero della televisione è una realtà da almeno 10 anni ma chi fa televisione non se n’è accorto e non si sforza di accorgersene perché è molto più facile dare la colpa a internet che farsi da parte.

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Una risposta a "Calo e frammentazione degli ascolti tv: serve un management in grado di ripensare modelli produttivi, investimenti, programmi e palinsesti"

  1. Fra X 10 febbraio 2015 / 23:28

    Il danno maggiore da internet lo hanno avuto telefilm e film negli ultimi 10 anni! Questo è un dato di fatto. Detto ciò, in effetti comunque gli ascolti in generale sono in calo a parte qualche eccezione da un bel po. Sopratutto RAI 2, Italia 1, Rete 4 e RaI 3. Prima facevano altri ascolti!

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