Fata e strega – Conversazioni su televisione e società di Carlo Freccero con Filippo Losito (GruppoAbele ed). Il live tweeting della lettura di Caro Televip.

Dalla prefazione: “Se la televisione ci parla, chi parla di chi, quando parliamo di televisione?” 😱. Secondo Freccero “Diamo giudizi sulla televisione in base a una mentalità che è prodotta dall’influenza della televisione stessa su di noi e sul nostro modo di pensare. In sostanza, quando parliamo di televisione, è la televisione che parla di se stessa. attraverso di noi”. E poi dice che questo “bizzarro paradosso” scaturisce da Marshall McLuhan “il medium è il messaggio”.

Comincia molto male questo libretto del direttore pensionato di Rai 2. Freccero afferma che “l’autore per esprimersi deve affidarsi al medium, conoscerne il funzionamento, assecondarne la logica. Solo così il messaggio sarà efficace”. Ed io che credevo che “l’autore” dovesse usare bene il medium senza esserne “vittima”!

Dice “Mi è stato più volte rinfacciato di aver non solo abbracciato, ma anche promosso e creato il modello di televisione commerciale…”. Perché, non è la verita? Non sei stato uno degli “illuminati” “folgorati” da Berlusconi? E poi la giustificazione… “Ma non avevo scelta. Mi sono limitato a portare alle dovute conseguenze la logica del mezzo”. Ecco dunque, la “colpa” è del mezzo e lui poverino che poteva fare? Dice che avrebbe potuto ispirarsi al modello Rai “in quel momento vincente”. Invece ha scelto la tv di Silvio Berlusconi “col suo progetto di tv all’americana”, una tv commerciale in cui “il pubblico non deve essere educato, ma fidelizzato attraverso un palinsesto verticale, ripetitivo e tale da creare assuefazione e abitudine”. E poi si chiede ancora perché gli viene rinfacciata questa cosa? “Ma non avevo scelta” dice. Quanti zeri aveva il compenso che gli ha dato Silvio Berlusconi? Lui, che oggi dopo essere stato in cda Rai in quota 5 Stelle fa il direttore grillino di Rai 2! 🤡 Dopo tanti anni non potrebbe semplicemente dire “ho fatto tv con Berlusconi in Italia e in Francia perché pagava molto bene, mi faceva fare quello che volevo, facevo pure il figo ed ha contribuito in modo significativo a creare il mito della tv di Freccero”. Prime 30 pagine piene di elucubrazioni mentali, filosofia, citazioni e storia della tv. Ripete a chi lo accusa di essere uno degli esecutori materiali del progetto di tv commerciale di Silvio Berlusconi: “in quel momento non si poteva fare altrimenti”. “Per questo le critiche a posteriori sono spesso incapaci di comprendere il passato”. Caro Carlo Freccero, io la tua tv fatta con Berlusconi la criticavo già allora, solo che purtroppo il telespettatore non disponeva di blog e social per poterlo dire. Libro-intervista noiosissimo. Un bla, bla, bla da professore universitario che ripete la stessa “lezione” da trent’anni. Con la lunga citazione del Sessantotto, Freccero entra di diritto nel clan dei pensionati nostalgici. Il libretto-intervista si legge in pochissimo tempo, se non vi addormentate. Titolo e sottotitolo avrebbero dovuto mettermi in guardia ma mi son detto “ci sarà dentro qualcosa di concreto e non solo le solite teorie sulla comunicazione?”. Risultato: niente di concreto e le solite teorie sulla comunicazione di cui il 95% sulla comunicazione trapassata. In quanto alla “società”, l’analisi è talmente semplicistica da far pensare che gli autori non avessero troppo tempo da perdere. In questo libro Carlo Freccero ripete se stesso in modo ridondante, per nulla interessante e inefficace. Proprio come i palinsesti della tv generalista in crisi. È l’unico elemento significativo di “Fata e strega – Conversazioni su televisione e società”.

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