Ho appena acquistato (17/3/19) il libro di Carlo Verdelli “Roma non perdona. Come la politica s’è ripresa la Rai” (Feltrinelli ed). Ho letto le prime 5 pagine e dire che spara a raffica, alzo zero, è poco. #poveraRai
Lette le prime 20 pagine del libro di Verdelli sulla Rai: sarà tutto un “quanto sarebbe stata bella la Rai di Campo Dall’Orto se Renzi non l’avesse mandata a schiantarsi contro un iceberg e la cassa con il mio piano editoriale non fosse finita in magazzino?”
Dal libro di Verdelli sulla Rai: “sembra un transatlantico arenato che, se non riprende in fretta il mare, rischia di trasformarsi in una carcassa da smembrare, come la sciagurata Costa Concordia”. Non era la persona giusta nel posto giusto #poveraRai
A pag. 43, l’autore chiede a Campo Dall’Orto di informare Renzi del ruolo che vuole affidargli ovvero, “Coordinatore dell’informazione Rai”. Cdo gli dice che non c’è bisogno ma poi lo fa. Ora, se entrambi erano convinti che fosse la volta giusta per tenere la politica fuori dalla Rai, perché preoccuparsi di fare questa “comunicazione”?
Carlo Verdelli e il primo incontro con la presidente Monica Maggioni: “la prima volta che mi incontra, con lo sguardo dritto come in un giuramento, solenne annuncia: questa azienda è uno schifo, io la conosco bene. Ma adesso la scaravoltiamo. Cambiamo tutto. Capito?”. (Pag. 36)
Che per una che ha fatto quella popò di carriera è una ferocissima autocritica. Una azienda che “è uno schifo” che le ha permesso di arrivare alla presidenza partendo da contrattista esterna? In molti vorrebbero uno schifo di azienda così “buona”!
Sono a pag. 60. Carlo Verdelli sembra venuto da Marte. Racconta il Polifemo Rai come se avesse una “esclusiva” tipo Barbara D’Urso. Tutte cose risapute, su qualsiasi amministrazione pubblica. E lui voleva rivoluzionarne l’informazione? Ha fatto bene a mollare.
Come esce Monica Maggioni da questo libro? Come la presidente che si lega al dito che Verdelli in commissione di vigilanza ha detto che #RaiNews24 con 189 giornalisti faceva lo 0.3%. E visto che lei 8 mesi prima ne era la direttrice con grande budget: 1+1=lei.
Verdelli sembra ossessionato dalle sue audizioni in commissione di vigilanza. Ma come lo volevi fare il coordinatore dell’informazione Rai se ancora vai in giro a scrivere di quanto sei orgoglioso delle risposte “sbagliate” che hai dato. Un “quanto so’ figo”.
A pag. 106 Verdelli ricostruisce in dettaglio il fallimento del piano news del dg Gubitosi. Sapendo tutto questo con quale presunzione ha sperato di poter riuscire a fare meglio? Lui che dalla prima pagina del libro ostenta le sue perplessità sul gigante Rai?
Pag.111 è finora la peggiore. E ce ne vuole per esserlo, in questo bruttissimo libro. Qui Verdelli fa l’elenco puntato delle principali azioni del suo piano news. Le chiama “pensieri, elaborazioni, schemi , di cui niente resterà”. E per fortuna!
Verdelli voleva fare Tg Sud. Questo è quello moderno? Faccio il blogger tv e questo libro dovevo comprarlo dopo aver scritto tanto sulla Rai di Maggioni e Campo Dall’Orto. Ma l’idea Tg Sud per dare voce alla “metà del Paese “negletta” è da Medioevo delle news
Dice che per la presentazione del piano informazione era nei tempi previsti e mostra una specie di sorpresa e di fastidio per il fatto che gli chiedessero a che punto era e per il fatto che ad un certo punto il cda gli ha chiesto di mostrare il “disegnino”.
Ma uno che ha la presunzione di fare il “direttore editoriale per l’offerta informativa della Rai”, mezzo piano lo deve avere già pronto quando entra in carica! E non vale la giustificazione “Eh ma doveva capire, conoscere”. Ecco quello è l’altro mezzo piano.
A pag.154 finalmente anche il lettore di questo libro conosce in sintesi “le linee guida del Piano Verdelli per la Rai”, un riassunto delle 83 pagine “dell’aquilone” che non spiccherà mai il volo. Il motivo di questa sconfitta professionale è tutto lì.
Lui convinto di aver dipinto la Cappella Sistina dell’informazione Rai e invece, vista l’inattuabilità del suo “piano”, altro non era che un disegnino spacciato per un aquilone. Se ha fallito, la colpa è la sua, di come lo ha presentato e non di “Roma”.
“Questo progetto può considerarsi completo dal punto di vista della proposta di strategia editoriale, ma è ancora carente per quel riguarda gli economics che quella strategia dovrebbero supportare”. A pag. 179 si ride di gusto per non piangere di rabbia.
Cioè Carlo Verdelli voleva andare su Marte senza avere un dettaglio dei costi? L’idea che mi sono fatto di lui è di uno che ha messo il naso in Rai pensando di avere idee geniali e ne è uscito facendo la vittima e dando le colpe agli altri del suo insuccesso.
Pag. 182 racconta la discussione collegiale del “piano” in cui fa mettere a verbale questa frase “gli economics a grandi linee sono pronti. Andranno sottoposti a verifica a mano a mano che il piano dovesse entrare in una fase operativa”. Io lo avrei licenziato sul posto.
Caro Carlo Verdelli, almeno il finale melodrammatico, con i tuoi collaboratori Rai affranti perché lasciavi l’incarico, ce lo potevi risparmiare! Capisco che l’effetto strappalacrime è facile da rendere e rende tantissimo se lo sai scrivere. Non è il tuo caso.
Così come potevi risparmiare al lettore il vittimismo tipo quello dei grillini che “hanno stati i poteri forti che non vogliono il cambiamento”. Dalla prima all’ultima pagina, questo libro è una lunga litania per raccontare “una condanna” annunciata.
Si è capito che il libro non mi è piaciuto? Certo anch’io, come ho fatto a comprarlo con quel sottotitolo “Come la politica si è ripresa la Rai”? La politica non l’ha mai mollata la Rai e mai la mollerà. Un giornalista così prestigioso non lo sa? Oppure?
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Fine del live tweeting della lettura di Caro Televip il 23/3/2019