Caro amministratore delegato Rai Fabrizio Salini, sono tra quelli che ritengono giusta la conferma a direttore di Rai 3 di Stefano Coletta. Ha iniziato un lavoro che non poteva esaurirsi nel poco tempo concesso dalle logiche post elettorali. Così come ritengo sarebbe stato giusto per le stesse ragioni confermare il direttore di Rai 2 Andrea Fabiano.
Francamente però non sono tra quelli che stanno osannando il lavoro di Stefano Coletta.
Tranne rarissime eccezioni, Le ragazze è un eccellente programma, il resto della programmazione galleggia su idee vecchie e senza i picchi di eccellenza che buona parte della critica gli riconosce. La maggior parte dei programmi di punta della rete, c’erano prima che lui diventasse direttore e ci saranno dopo che lui non lo sarà più. Tra le novità che avrebbero dovuto farmi interessare alla sua direzione ci doveva essere La tv delle ragazze – Gli stati generali 1988-2018, ovvero il ritorno attualizzato del programma cult della rete condotto da Serena Dandini. La ingiustificata assenza di Alessandra Casella, una delle protagoniste più significative delle edizioni 1988-1989, l’ho ritenuta una scelta davvero poco elegante, anche alla luce del fatto che la interessata ha chiesto pubblicamente “il perché” al dirigente del servizio pubblico Stefano Coletta, che non l’ha degnata di risposta né diretta su Twitter né in un comunicato. Caro amministratore delegato Rai Fabrizio Salini, il direttore Coletta non ha una grande voglia di apparire, evidentemente è uno di quelli che vuole parlare con i fatti. Uno dei fatti con cui ci parla ad esempio è l’aver scelto di programmare lo speciale sulla strage di Erba di Storie Maledette di Franca Leosini, per domenica 16 dicembre in prima serata. Ora, che in pieno periodo natalizio, la terza rete del servizio pubblico scelga di farci rivivere in prima serata uno dei fatti di cronaca nera più terribili degli ultimi anni, è “una sorpresa” (così l’ha definita la conduttrice Franca Leosini a Un giorno da pecora, Rai Radio 1) che francamente avrei preferito non ricevere dalla Rai. Se è vero che Franca Leosini non avrà in studio i due condannati ma due parenti delle vittime, è anche vero che durante il programma non potrà non mostrarci dei filmati con i due condannati in cassazione Olindo e Rosa che, a 8 giorni dalla vigilia di Natale, non è come vedere Topolino e Minnie che fanno l’albero. Caro amministratore delegato Rai Fabrizio Salini, il programma Storie Maledette grazie al fascino e alla originalità comunicativa di Franca Leosini è definito “un programma cult”. Ogni puntata diventa un evento sui social media con l’esercito dei “Leosiners” pronti a commentare ogni battito di ciglia della loro “idola”. Anch’io, spesso lo faccio perché la signora Leosini è un personaggio televisivo al quale non si può rimanere indifferenti. Storie Maledette è uno dei tanti programmi della televisione italiana che si occupano di cronaca nera ma si distingue perché ha la caratteristica apprezzabile di raccontare le storie tragiche sui morti ammazzati, partendo letteralmente, parola per parola, dagli atti processuali. Una caratteristica arricchita dalla conduzione magistrale di Franca Leosini. In periodi televisivi normali, la programmazione di Storie Maledette nobilita il genere “cronaca nera in tv” perché, per usare le parole di Franca Leosini non è “mangime per gossip acchiappa ascolti”. O perlomeno, acchiappa ascolti ma non fa gossip sulla cronaca nera. Eppure, nonostante le tante qualità che attribuisco al programma e alla conduttrice, quando ieri ho visto il promo dello “Speciale sul caso di Erba” mi sono chiesto se fosse proprio necessario, a 8 giorni dalla vigilia di Natale, dare uno spazio così importante ad un fatto di cronaca così violento, passato in giudicato in cassazione, quindi non di strettissima attualità. La risposta che mi sono dato è “no, non era necessario” nonostante Rai 3 su Twitter presenti la puntata dicendo che sarà “Una puntata straordinaria che rivela il dietro le quinte di una vicenda che, a dodici anni di distanza, conserva intatto il tormento dell’attualità, mentre soffia velenoso il vento dei dubbi”. A 8 giorni dalla vigilia di Natale, da abbonato Rai che non si entusiasma per i palinsesti natalizi, sento comunque che uno speciale di Storie Maledette sulla strage di Erba non è quello che voglio vedere in prima serata. E non lo vedrò. A 8 giorni dalla vigilia di Natale, voglio annoiarmi davanti a palinsesti festosi fatti di film natalizi, cartoni animati, concerti di Natale o anche bei film d’autore che Rai 3 ha in catalogo e lasciare solo ai telegiornali il compito di trattare la cronaca di stretta attualità, sperando di vedere tanti servizi sui gattini e non sui morti ammazzati freschi freschi. Caro amministratore delegato Rai Fabrizio Salini, questa scelta del direttore di Rai 3 Stefano Coletta io la percepisco come una auto-promozione forzata della prossima serie del programma che non so quando andrà in onda ma che, a causa di questa scelta natalizia, non mi vedrà né tra i telespettatori né tra i commentatori social. Sono fatto così, per me ogni cosa televisiva ha il suo tempo e questo non è il tempo in cui mi va di rivivere “parola per parola” la strage di Erba in prima serata su una rete Rai.
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Aggiornamento del 16/12/2018