il postino (o piccolo post)
Che fosse una bruttissima idea trasmettere il Grande Fratello Vip l’ho scritto prima di averne le inevitabili bruttissime conferme. Il programma langue in un mare di noia ed ha perso 4 punti di share tra la prima e la seconda puntata. Si è fatto notare solo perché Clemente Russo ha definito friariello il concorrente Bosco e perché lo stesso Russo insieme a Stefano Bettarini si sono guadagnati la querela da parte di Simona Ventura. I dettagli del dialogo incriminato (riportati da davidemaggio.it) qualificano non solo i protagonisti ma anche il programma. Il vice presidente e amministratore delegato Mediaset Pier Silvio Berlusconi, quando si renderà conto che nessuna logica commerciale giustifica spettacoli televisivi di questo genere? Temo che questa domanda non avrà mai una risposta.
CASTE
Il Grande Fratello: la prova lampante che in Italia c’è una casta per la tivù privata (logico), una per quella di Stato, una casta ad hoc nelle università, una negli ospedali, una nella giustizia ed una nel restante pubblico impiego. La più pietosa è quella delle tivù pubbliche e private che all’apparenza sono diverse.
Il minimo comun denominatore delle caste nostrane di ogni ordine e grado è il sessismo, il maschilismo e l’omofobia. Le caste che si annidano nelle università, nelle ASL, nel sistema giudiziario mascherano bene le loro radici volte alla prevaricazione sul proprio simile (peggio se donna).