Cara Lilli Dietlinde Gruber, dopo la partecipazione di ieri al tuo Otto e Mezzo (La7) non si potrà dire che il presidente del Consiglio Matteo Renzi fugge dal confronto dialettico faccia a faccia con il giornalista più critico nei suoi confronti, il direttore de Il Fatto Quotidiano Marco Travaglio.
I due hanno battagliato come ci si aspettava ma ovviamente è prevalso, rispetto ai contenuti, il desiderio di entrambi di metter KO l’avversario con le battute, cosa che televisivamente rende di più.
Tu hai offerto il terreno di gioco ideale per i due contendenti perché Travaglio si sentiva sicuro visto che è tuo ospite almeno una volta a settimana e Renzi si sentiva sicurissimo visto che tu lo difendi da sempre contro tutto e tutti. Ma Renzi aveva un vantaggio ancora maggiore. Aveva la certezza di essere un battutaro televisivo più forte di Travaglio che ha bisogno di argomentare mentre Renzi attacca a testa bassa e schiva i colpi senza rosicare come accade puntualmente a Travaglio quando lo attaccano con colpi più o meno bassi. Ho estrapolato quelli che a mio avviso sono stati i round più significativi del match che fino ad un certo punto Matteo Renzi stava vincendo solo ai punti.
Travaglio: fate dimettere tutti quelli che mentono a cominciare da lei.
Renzi: mi dica dove io mento e ne riparliamo
Travaglio: La chiamavano il bomba da piccolo
Renzi: se vuole le faccio vedere dove lei mente con tutti i suoi articoli perché me ne son fatto una bella raccolta
Travaglio: gli effetti del jobs act erano doping non era crescita
Renzi: capisco che lei dovrebbe essere contro l’Italia calcisticamente…quello che è diminuito in questi due anni sono le copie del Fatto Quotidiano non i posti di lavoro
Travaglio: le manderò i dati
Renzi: i dati di Ads dicono il contrario e mi dispiace perché io sono sempre per la lettura e sono contro la deforestazione e l’abbattimento degli alberi
Travaglio: A meno che lei non si senta così Fonzie, sapete che Fonzie non riusciva a dire ho sbagliato, diceva ho sb e poi si fermava
Renzi: io non so se faccio Fonzie io però le suggerirei di non fare Ralph Malph lei, caro direttore
Renzi: l’assessore ai rifiuti che lei preferisce è quello al Comune di Roma
Travaglio: Io non conosco nessun assessore non so che cosa sta dicendo
Renzi: l’assessore al Comune di Roma sui rifiuti
Travaglio: parli della riforma per favore non dica sciocchezze. Io non preferisco nessun assessore. Mai visto né conosciuto. Parli della riforma
Renzi: E’ lei che lo difende nei suoi articoli.
Travaglio: Visto che parla della Muraro, io ho chiesto le dimissioni della Muraro per avere mentito
Cara Lilli Dietlinde Gruber, la sfida tra i due battutari però ha anche avuto un colpo da KO, un vero e proprio Knock-Out pugilistico che ha reso vano ogni tentativo di Travaglio di restare in piedi davanti al peso massimo dei battutari televisivi. Ad un certo punto, Matteo Renzi che di comunicazione televisiva ha dimostrato di capirne molto di più del giornalista Travaglio, ha messo al tappeto l’avversario enfatizzando uno dei limiti principali della comunicazione televisiva di Travaglio: guardare in basso. Lo fa spessissimo, sempre, in ogni intervento televisivo e soprattutto quando è lui a parlare: guarda in continuazione in basso senza sostenere lo sguardo della persona a cui si sta rivolgendo. Renzi questo lo sa benissimo e ha atteso il momento migliore per assestare il colpo più efficace. Quando la discussione si è fatta più calda, con Travaglio ad interrompere ripetutamente Renzi, il “bomba” ha assestato la bomba. Ha alzato le mani, come si fa con i bambini a cui si dice “guarda l’uccellino” per fargli aprire la bocca e dargli la pappetta, e ha cominciato a esclamare: “Travaglioooo! Travaglioooo! Sono qui! Travaglio, sono qui!”, evidenziando che il giornalista aveva lo sguardo sempre basso. Un colpo sotto la cintura che ti ha costretto ad intervenire “Qui conduco io!” mentre Travaglio, frastornato, si nascondeva dietro un sorriso sarcastico ma che era invece l’amara constatazione di una disfatta televisiva vista in access prime time da 2.285.000 telespettori (share 9.3%, fonte davidemaggio.it). Un KO televisivo che vale mille editoriali da KO sulla carta stampata. Renzi ha dimostrato, anche a chi come me fa ironia sulle interviste tv soft che gli fanno i telegiornalisti italiani, che quando occorre è pronto anche ad affrontare i pesi massimi della critica giornalistica, guardandoli in faccia e restando saldamente in piedi al centro del ring.