Euro 2016: Diletta Leotta ospite di Otto e Mezzo in qualità di giornalista di Sky esperta di calcio

Caro Sport Rights, Programming and Production Senior Director di Sky Italia Matteo Mammì, trasformare una meteorina in una importante giornalista e farla diventare uno dei volti principali di un importante network televisivo non è una storia solo da sceneggiatura hollywoodiana ma è la realtà, come ci dimostra il caso di Diletta Leotta.

A voi di Sky, Hollywood vi fa un baffo.

Penso al film Up Close & Personal (Qualcosa di personale) del 1996 di Jon Avnet con Robert Redford nei panni del giornalista/producer Warren Justice e Michelle Pfeiffer nei panni di Sally /Tally Atwater che da apprendista giornalista che porta il caffè ai giornalisti veri, passa alle previsioni del tempo ma solo come tappa perché il suo mentore (che diventerà poi suo marito) vede in lei la stoffa della grande giornalista e mette da parte la sua carriera (mettendola anche a rischio perché è uno che non scende a compromessi) per dedicarsi alla crescita professionale della ex meteorina. La ex meteorina interpretata di Michelle Pfeiffer ha la stoffa della giornalista di razza ed emerge per la sua professionalità e bravura. Mi è venuto in mente questo film ieri sera mentre vedevo Diletta Leotta ospite di Lilli Gruber nella puntata di Otto e Mezzo su La7 dedicata all’inizio del Campionato Europeo di Calcio Francia 2016. Dicevo tra me e me (e in testa avevo la struggente canzone del film), chissà se Diletta Leotta ha avuto ed ha un mentore che l’ha fatta arrivare fino a lì. E chissà che grande soddisfazione deve essere per il mentore vederla ospite di Otto e Mezzo. Si perché ieri sera ad Otto e Mezzo, Diletta Leotta rappresentava i giornalisti di Sky e di Sky Sport in uno dei più importanti talkshow di attualità e politica della televisione generalista italiana (il sottopancia recitava Diletta Leotta Giornalista Sky). Una grande responsabilità che a mio avviso la giovane professionista dell’informazione ha sentito molto e infatti non ha reso al meglio. Se fossi il mentore di Diletta Leotta sarei in serio imbarazzo dopo la sua partecipazione a Otto e Mezzo. Interpellata sul significato politico di questo evento sportivo, Diletta Leotta da giornalista  ha saputo sintetizzare con frasi come queste:

“Dopo quello che è successo, la Francia ha voglia di festeggiare… Il calcio può unire popoli e idee diverse”.

Fossi il suo mentore (se lo ha) sarei preoccupato perché diceva di si ogni volta che parlavano gli altri due giornalisti Andrea Scanzi e Gigi Riva. Un annuire che a me ha dato l’impressione che stesse sfruttando il piano di ascolto per dire al pubblico “queste cose le avrei potute dire anch’io, ma le lascio dire a loro che sono più anziani”. Caro Sport Rights, Programming and Production Senior Director di Sky Italia Matteo Mammì, se Diletta Leotta ha un mentore saprà cogliere il segnale di smarrimento sul volto della giornalista mentre Scanzi e Riva dissertavano di storia del calcio.

A me è sembrato di cogliere in quel volto teso, un vuoto contenutistico. Segnali positivi per il suo eventuale mentore ce ne sono. Diletta Leotta ad Otto e Mezzo ha trasmesso al pubblico tutto il suo estasiato entusiasmo per il lavoro che sta facendo come giornalista sportiva da voi, e ha sparso il suo ottimismo e i suoi sorrisi esprimendo concetti che evidentemente riteneva di spessore. Della squadra italiana ha detto che “Antonio Conte ha creato un gruppo coeso che è la cosa più importante”. Non so se sia stato un mentore a suggerirle di inserirsi nel discorso parlando di una ricerca che ha letto che dice che i tifosi italiani saranno i quarti per numero di spettatori negli stadi di Euro 2016. A me ha dato l’impressione della liceale che si è preparata l’argomento a piacere da tirare fuori per forza anche se la professoressa non glielo ha chiesto. Al momento di fare il pronostico sul piazzamento dell’Italia, Diletta Leotta non ha dubbi. “Spero che vinca”. Un “pronostico” che ha costretto Andrea Scanzi a chiosarla, dicendo alla conduttrice Gruber, che lui ha fatto un pronostico e non ha espresso un auspicio.

Caro Sport Rights, Programming and Production Senior Director di Sky Italia Matteo Mammì, certo avere nella vostra squadra una ex meteorina diventata una conduttrice/giornalista così mediatica e cliccata sui social, è la dimostrazione che, mentore o non mentore, la ragazza ha delle qualità giornalistiche. Io al momento non riesco a vederne nemmeno una, ma mica sono un mentore. E se lo fossi, la mia carriera la rischierei per la Tally Atwater del film con Redford e non per la Diletta Leotta che ho visto ieri ad Otto e Mezzo.

 

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