Delusioni tv: David Letterman in pensione e Fabio Fazio ancora in onda

Caro Fabio Fazio, intervistare Silvio Berlusconi oggi, significa non avere il senso dell’attualità politica e giornalistica. Intervistarlo come lo hai intervistato tu domenica scorsa a Che Tempo che Fa (Rai 3) significa non avere il senso della televisione moderna.

Negli ultimi 12 anni lo hai sempre invitato a partecipare alla tua trasmissione e lui non è mai venuto. Così hai provato a recuperare il tempo e le domande perdute cercando di rendere attuale quello che avresti voluto chiedergli in questi anni. Il risultato è stato disastroso.

Il tuo è stato un esercizio di edonismo professionale di colui che finalmente può darsi il piacere di intervistare l’ex potente che quando era al culmine del potere non se lo è mai filato. Sul tuo volto e nel tuo modo di condurre l’intervista ho letto fin dal primo istante anche tutta la frustrazione di un conduttore che dopo 12 anni finalmente riusciva ad intervistare l’uomo simbolo di un potere sconfitto dalla storia politica. Il problema è che mentre il politico finito si è presentato nel tuo studio guardando al suo futuro tu guardavi solo al suo passato rendendo l’intervista un pezzo di antiquariato televisivo. Così, mentre Berlusconi ripeteva come un disco rotto la solita, lunghissima, lista di frasi dette, ridette e scritte da sempre nel copione della sua vita privata, di imprenditore e di politico, tu cercavi di essere simpaticamente cattivo per non perdere il confronto con Bruno Vespa che dopo questa tua intervista sarà rivalutato anche dai suoi detrattori più feroci. Caro Fabio Fazio, di fronte ad un Berlusconi più bollito che mai tu sei apparso vecchio televisivamente parlando ancora di più di quanto non sembri vecchio nei modi e nell’aspetto. Il consiglio che ti ha dato Berlusconi ad inizio intervista di tagliarti la barba è stato il suo modo per metterti KO fin da subito. Ti ha detto che chi invecchia e decide di rimanere a fare la tv non può permettersi il lusso di indossare un look con la barba grigia da capitano di lungo corso della marina ottocentesca. L’intervista ha evidenziato Berlusconi nel suo ruolo di disco rotto e politico bollito e tu nel tuo ruolo di intervistatore piatto, senza ritmo, senza ironia, autoreferenziale. A distanza di qualche giorno e dopo aver, ahimè, rivisto l’intervista, sono sempre più convinto che la tua carriera di intervistatore è più bollita della carriera politica di Silvio Berlusconi eppure la Rai continua a pagarti come una star della tv americana. Tu sei molto più giovane di David Letterman che è appena andato in pensione dopo trent’anni di successo mondiale alla conduzione del Late Show. Eppure fino all’ultima puntata, Letterman è stato in grado di intervistare grandi personaggi con uno stile moderno, facendo una tv divertente che ha generato l’interesse dell’opinione pubblica in un mondo della comunicazione rivoluzionato dal web e dai social network. Vedere il modernissimo David Letterman andare in pensione mentre il vecchissimo Fabio Fazio rimane alla conduzione di Che Tempo che Fa è una delusione, l’ennesima dimostrazione che la tv non vuole e non può migliorarsi se il tuo modo mediocre di fare tv continua ad essere considerato eccellente.

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