Caro vice presidente Mediaset Pier Silvio Berlusconi, era il 23 gennaio del 2012 quando scrivevo il post intitolato “Pier Silvio: l’uomo che salva le soap” perché, con un comunicato stampa tutto cuore e poco portafogli, Mediaset aveva deciso di salvare Centovetrine nonostante la crisi economica in atto.
A distanza di tre anni l’avete dovuta chiudere.
Non regge più in nessun palinsesto delle vostre reti generaliste durante la programmazione autunno/inverno e le restanti puntate ancora non andate in onda probabilmente riscalderanno le serate estive dei fan rimasti delusi che ad oggi sono ancora in attesa del vostro comunicato stampa ufficiale in cui vedremo se riuscirete a spiegare quello che non siete riusciti a spiegare tre anni fa. Per il momento sul sito fiction.mediaset.it c’è questo avviso generico: “Siamo in attesa della nuova programmazione di Centovetrine. Vi faremo sapere appena possibile notizie su rete, date e orari di messa in onda Tv. Grazie a tutti”. La chiusura di Centovetrine, dopo 14 anni di programmazione, sembra inevitabile a sentire le parole di Roberto Alpi, uno degli attori simbolo della soap: “Avremmo dovuto iniziare a girare tra marzo e aprile e invece siamo fermi. Io sto iniziando a guardarmi attorno ma la cosa più sconcertante è che nessuno ci ha detto niente di ufficiale, siamo in un limbo” (da corriere.it del 15/3/15 articolo di Chiara Maffioletti). Già, pare proprio che gli attori abbiano saputo della chiusura dai social network e dai siti specializzati. Tutti tranne Alex Belli che ancora non lo sa perché sta facendo audience per Mediaset come naufrago dell’Isola dei famosi cosa che gli darà qualche possibilità in più degli altri attori visto che dopo essere stato per così tante settimane sull’Isola sarà perfetto per Un posto al sole. I fan della soap vi stanno pressando su twitter con gli hashtag #Centovetrinenondevemorire e #mediasetripensaci. Ma è ovvio che l’aspetto più difficile per voi di Mediaset è quello dello staff tecnico e di tutti i lavoratori della produzione che perderanno il lavoro. Chi lavora per le società di produzione dello spettacolo sa bene che un progetto di lunghissima serialità come Centovetrine viene realizzato con contratti a scadenza quindi si deve essere preparati anche al fatto che al termine della scadenza il committente decida di non proseguire la produzione. E nel caso di Centovetrine la chiusura in pratica è stata annunciata da almeno tre anni. Caro vice presidente Mediaset Pier Silvio Berlusconi, con la chiusura di Centovetrine voi non chiudete una soap opera ma mettete da parte un modello produttivo che evidentemente non è più sostenibile dal punto di vista economico. Centovetrine è un prodotto di lunghissima serialità che ha superato ampiamente le 3000 puntate. La macchina produttiva che serve per realizzarle è certamente costosa tra impianti tecnici, personale artistico, di produzione, tecnici e maestranze. Il polo produttivo dove si realizzava prima la soap Vivere (chiusa nel 2008) e poi Centovetrine è quello dei Telecittà Studios, nel piccolo centro di San Giusto Canavese, fuori Torino, che per le sue dimensioni è stato persino oggetto di una tesi universitaria di sociologia urbana. Telecittà Studios, nato dall’intuizione di Leandro Burgay (il papà di Tele Biella, prima storica emittente locale) non potrà che continuare ad essere un punto di riferimento per molte produzioni televisive che mi auguro daranno lavoro al personale di Centovetrine. Caro vice presidente Mediaset Pier Silvio Berlusconi, in quel comunicato che prima o poi Mediaset dovrà fare, non potrete dire che uno dei problemi di Centovetrine è stato anche che nel frattempo avete trovato una telenovela spagnola dalle uova d’oro intitolata Il Segreto che riuscite a spalmare con successo nei palinsesti di Canale 5 e Retequattro e i cui protagonisti sono ospiti ogni sabato di Verissimo intervistati e osannati come star hollywoodiane dalla giornalista Silvia Toffanin.