Caro Michele Santoro, come accade sempre quando d’estate ci sono notizie succulente, tu e Servizio Pubblico siete in vacanza. E non credo basti al tuo pubblico che il tuo editorialista di punta Marco Travaglio ieri si sia presentato a Bersaglio Mobile di Enrico Mentana per spiegare che l’assoluzione in appello di Silvio Berlusconi nel processo Ruby, per la parte relativa al reato di concussione, è frutto della legge Severino che ha diviso in due il reato e ha consentito a Berlusconi di essere “Assolto perché il fatto non sussiste”.
Invece, dall’accusa di prostituzione minorile, Silvio Berlusconi è stato assolto “perché il fatto non costituisce reato”.
E così, mentre i tuoi colleghi di carta stampata e tv si fiondano su questa straordinaria notizia, tu brilli per la tua assenza e per il tuo silenzio. Sono in molti sul profilo twitter @serviziopubblico a chiedere un tuo commento alla notizia ma, per i vostri 354.000 follower, l’ultimo tweet risale al 27 giugno 2014. Questa assoluzione è il secondo duro colpo alla tua carriera inferto da Silvio Berlusconi. Il primo c’è stato quando gli hai fatto guadagnare chissà quanti punti alle elezioni politiche allungandogli l’agonia politica ed il secondo colpo te lo ha inferto con la sentenza di ieri. Tu hai cavalcato le intercettazioni telefoniche del Caso Ruby come nessuno. Nell’ultima fase della tua carriera in Rai, quando le puntate sul Caso Ruby di Annozero furono alla base della guerra tra te e l’allora direttore generale Mauro Masi e poi quando è nato Servizio Pubblico su La7. Delle tue tantissime puntate sul Caso Ruby, rimangono indimenticabili i cartoon che visualizzavano le intercettazioni telefoniche. Disegni così accurati da sembrare delle opere d’arte di Tom Wasselmann. Decine e decine di ore di trasmissione, di servizi filmati, di interviste, che oggi, alla luce di questa sentenza, sono solo carta straccia. Caro Michele Santoro, un grande esperto di comunicazione come te sa bene che ora tutte quelle ore di televisione ti tornano contro come un boomerang. Non servirà ribadire il concetto della “dubbia moralità di Berlusconi presidente del Consiglio”. Non servirà ribadire che tutto quello che avete raccontato sul Caso Ruby è realmente accaduto in casa di Berlusconi. Davanti ad una sentenza in appello che dice che “il fatto non costituisce reato”, le tue trasmissioni sul Caso Ruby verranno archiviate come dei vecchi cartoni animati che ci hanno fatto sorridere per un po’ ma che non potranno mai essere ritirati fuori. Caro Michele Santoro, non ti resta che piangere, ovvero fare delle puntate riparatorie di Servizio Pubblico in cui lodi il cittadino Silvio Berlusconi che nel centro anziani di Cesano Boscone sconta “in silenzio” la pena come previsto da una sentenza di condanna per frode fiscale. E’ l’ultima cosa che ti rimane da fare prima di ritirarti dal giornalismo per manifesta inferiorità nei confronti del principale soggetto della tua attività giornalistica dal 1994 ad oggi.