Cara ideatrice di Grey’s Anatomy Shonda Rhimes, chi come me non ha seguito la tua serie dall’inizio e con continuità, fa i salti mortali per raccapezzarsi a seguirla sulle reti televisive italiane. Su La5 attualmente va in onda la quinta stagione (da lunedì a venerdì alle 19.30 e in replica alle 12.15). Su La7d, il mercoledì in prima serata, sta andando in onda la terza stagione. Su La7 è appena finita la messa in onda delle repliche della ottava stagione ed è iniziata la prima visione in chiaro della nona stagione (la domenica, tre episodi, in prima serata). Si tratta di un vero e proprio bombardamento di salti temporali che coglierebbe impreparato il fan più accanito quindi non mi sento stupidamente confuso perché non riesco a seguirvi con linearità.
E soprattutto non mi sento in colpa per aver ignorato le prime stagioni quando la trasmetteva Italia 1. Il medical drama non è il mio genere televisivo preferito anche perché credo abbia espresso il suo massimo con il Dottor Kildare. Questa estate però, nel deserto della programmazione televisiva, le repliche di Grey’s Anatomy brillavano non solo per quantità ma anche per qualità. La tua mano di sceneggiatrice può non piacere ma sei senza dubbio una delle migliori ad intrecciare storie e a dare personalità fortissime ai personaggi. Però questo tuo punto di forza per essere valorizzato al meglio ha bisogno di una continuità cronologica che accompagni l’evoluzione dei personaggi senza farli ripiombare nella loro condizione passata che tante sequenze e copioni ha richiesto per essere superata. Dovresti imporre alle emittenti che acquistano i diritti, di trasmettere le repliche in modo omogeneo soprattutto a beneficio dei telespettatori di seconda, terza e quarta generazione. Senza contare che la messa in onda di tre episodi di seguito mi fiacca perché non ce la faccio a farmi 3 ore di sala operatoria di seguito come fanno loro. Cara ideatrice di Grey’s Anatomy Shonda Rhimes, giovedì scorso la Abc ha trasmesso i primi due episodi della decima serie con un sensibile calo di ascolti, oltre due milioni di telespettatori in meno rispetto alla prima puntata della nona serie trasmessa lo scorso anno (9.26 milioni contro 11.73 milioni. Fonte: antoniogenna.com). Chissà se già stai scontando l’addio alla serie dell’attrice Sandra Oh (Cristina Yang). Questi dati, in confronto ai 16 milioni di telespettatori (con punte di 20 milioni) che faceva la serie al suo debutto assoluto, dicono che Grey’s Anatomy non gode di una salute di ferro. Devo dirti che, nonostante sia un prodotto di fiction fatto molto bene, non aspetto la decima serie con impazienza. Domenica ho seguito le tre puntate dedicate al disastro aereo che ha coinvolto molti dei protagonisti e, francamente, ho trovato questa trovata tutto meno che all’altezza delle tue sceneggiature precedenti. Cara ideatrice di Grey’s Anatomy Shonda Rhimes, non sono un potenziale telespettatore delle tue serie e non credo che riuscirai a conquistarmi. Anche perché a me piacciono gli sceneggiatori che al culmine del mio interesse interrompono la serie lasciandomi l’amaro in bocca. E’ uno dei motivi per cui mi piacciono le sceneggiature di Aaron Sorkin; lui sa quando fermarsi, sa quando una sua serie ha dato tutto, sa quando è il momento di lasciare ai suoi telespettatori l’amaro in bocca, sa che un telespettatore con l’amaro in bocca è meglio di un telespettatore a cui una serie è andata di traverso.
Nonostante sia un po’ ovunque e a qualsiasi ora, sono sempre riuscito a tenermi lontano da questa serie tv che non mi appassiona per niente. Se volessi un medical drama, mi rivedrei E.R, se volessi drammi amorosi leggerei gli Harmony.
E.R. e’ il padre e la madre di tutti i medical drama moderni ed ha trasformato il modo di scrivere i serial. grey’s c’ha aggiunto quel tocco di harmony indispensabile per sopravvivere oggi con 10 serie.